User Tag List

Pagina 2 di 5 PrimaPrima 123 ... UltimaUltima
Risultati da 11 a 20 di 44
  1. #11
    Conservatore
    Data Registrazione
    30 Apr 2004
    Località
    Sponda bresciana benacense
    Messaggi
    20,196
     Likes dati
    67
     Like avuti
    186
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)
    Inserzioni Blog
    4

    Predefinito

    Citazione Originariamente Scritto da Anassimene Visualizza Messaggio
    sarkozy è un filo-americano...
    E questo depone sicuramente a suo favore...

  2. #12
    Leoni in guerra e agnelli pieni di dolcezza nelle nostre case
    Data Registrazione
    29 Mar 2009
    Messaggi
    15,424
     Likes dati
    6
     Like avuti
    83
    Mentioned
    3 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)
    Inserzioni Blog
    8

    Predefinito

    Citazione Originariamente Scritto da W. Von Braun Visualizza Messaggio
    .NON MI FIDO DI Sarkozy.
    Onestamente neanch'io
    www.interamala.it - Visitatelo che ci tengo

  3. #13
    a.k.a. tolomeo
    Data Registrazione
    18 Jul 2005
    Messaggi
    42,306
     Likes dati
    0
     Like avuti
    12
    Mentioned
    7 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Citazione Originariamente Scritto da templares Visualizza Messaggio
    La moderazione non può che essere lieta dell'apertura di discussioni in grado di alimentare il dibattito.
    Grazie templares.

    Personalmente non sarò in grado di dare un giudizio se non dopo averlo visto all'opera, ammesso che Sarkozy venga eletto.
    Tuttavia, il suo programma e la sua visione, la "rupture", mi sembrano stimolanti, c'è freschezza di idee tra l'immobilismo chiracchiano e il vuoto ideologico della gauche francese.
    .

    A fool and his money can throw one hell of a party.

  4. #14
    a.k.a. tolomeo
    Data Registrazione
    18 Jul 2005
    Messaggi
    42,306
     Likes dati
    0
     Like avuti
    12
    Mentioned
    7 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    L’antica modernità della “rupture” di Sarkozy


    CITA ANCHE I FONDATORI DELLA GAUCHE E SEMBRA PURE SINCERO. ECCO PERCHÉ È DI DESTRA, DUNQUE RIVOLUZIONARIO

    Parigi. Voleva essere di destra per essere
    rivoluzionario Nicolas Sarkozy, quando
    decise trent’anni fa di diventare un militante
    del partito gollista. E’ stato di parola. Oggi,
    candidato del centrodestra francese alle
    presidenziali, non fa che mietere consensi
    in seno alla sinistra, e in nome dei principi
    della sinistra. Principi rivoluzionari
    che egli stesso ha raccolto e rilanciato,
    prendendo la destra in contropiede, come
    ha scritto sul Monde André Glucksmann,
    annunciando il suo appoggio al leader della
    destra che si rivolge a oppressi e rivoltosi.
    La tattica, da goleador, di Sarkozy non è
    ispirata soltanto al misero opportunismo
    del cacciatore di voti. E’ vero che bisogna
    federare al centro e dunque attrarre anche
    i voti di sinistra, per vincere il secondo turno
    delle presidenziali, meta più che plausibile
    visto che i sondaggi continuano a darlo
    in vantaggio rispetto alla socialista Ségolène
    Royal, sinora in testa. Ma nell’idea
    di “rupture” perseguita da Sarkozy, attingere
    al patrimonio della sinistra, riprenderne
    gli ideali e ritradurli in una prospettiva liberale,
    citare gli eroi eponimi della grande
    storia della “gauche” repubblicana, da
    Leon Blum, il socialista che negli anni
    Trenta portò al governo il Fronte popolare
    e introdusse le ferie pagate, al comunista
    Guy Môquet, giovane martire della Resistenza
    trucidato dai nazisti, senza dimenticare
    di rendere omaggio a Victor Hugo, il
    romantico repubblicano padre dei Miserabili,
    o a Jean Jaurès, altro martire del socialismo
    che nel 1905 iscrisse la “laicité”
    fra i principi della République, è una strategia
    che obbedisce quasi a un fine in sé.
    Hai voglia a provocare l’irritazione dei
    comunisti, che per voce della loro candidata
    Marie Georges Buffet, hanno vivamente
    protestato, denunciando addirittura il furto.
    A nulla è valsa l’accusa ben più tecnica
    di “captation d’héritage” lanciata contro
    Sarko dal segretario socialista François
    Hollande, riformista moderato, almeno in
    apparenza, nonché padre dei quattro figli
    di Ségolène Royal e sino a prova contraria
    suo compagno. Come se non si potesse ancora
    accettare, alle soglie del XXI secolo,
    l’unità della storia di Francia, continuando
    a dividersi tra chi venera la Rivoluzione
    francese, e chi invece s’emoziona al ricordo
    della consacrazione di Reims. E’ stata questa
    la replica di Sarkozy che la settimana
    scorsa, parlando a Saint Quentin, ha citato
    non soltanto Marc Bloch, ma la scuola di
    pensiero che fa capo alla migliore storiografia
    francese contemporanea, quella, per
    intenderci, di François Furet, di Mona
    Ozouf, di Pierre Nora, che negli ultimi
    trent’anni hanno ribaltato i luoghi comuni
    del settarismo giacobino, aprendo la strada
    a una critica della cultura di sinistra che
    evidentemente ha avuto poca presa sui responsabili
    politici della stessa sinistra.
    Tant’è vero che oggi, Sarkozy, rispondendo
    a Hollande, non si priva di gettare il ridicolo
    sugli strani successori di Mitterrand che
    se ne proclamano eredi, ma che a rigor di
    logica avrebbero dovuto alzare il ditino e
    gridare allo scandalo di fronte allo stesso
    Mitterrand che, in fin di vita, dialogava sul
    mistero col filosofo cattolico Jean Guitton.
    E’ anche per questa sua forza di convinzione
    che Sarkozy seduce oggi, per la capacità
    di pensare in modo libero, non conforme
    e anticonformista, sia rispetto alla destra
    sia rispetto alla sinistra. Seduce a sinistra
    un paladino dei diritti dell’uomo come
    André Glucksmann, l’intellettuale che ama
    “la Francia col cuore in mano”. Il difensore
    dei boat people e dei dissidenti antisovietici
    negli anni Settanta, oggi è pronto a
    sostenere Sarko, perché Sarko vuol rompere
    con la politica pusillanime di Chirac, e
    quando prende la difesa dei ceceni, martiri
    di Vladimir Putin, dice di volersi battere
    contro il silenzio della dittatura. Ma
    Sarko seduce anche la sinistra riformista
    dell’establishment, l’élite economico-intellettuale
    che ha un piede nell’alta finanza e
    l’altro nei mass media e oggi appare disgustata
    della demagogia di Ségolène Royal,
    come Alain Minc, prodotto compiuto della
    meritocrazia repubblicana, già braccio destro
    di Carlo De Benedetti nella fallita conquista
    della Sgb, e oggi consulente di grido
    dei capi del Cac40 e presidente del consiglio
    di sorveglianza del Monde. Il che spiega,
    del resto, l’imbarazzo del quotidiano di
    sinistra, aperto ai radicali e ai cattolici della
    gauche, ma diretto da un corso amico di
    Sarkozy, Jean Marie Colombani, che con
    una mano finge di sostenere Ségolène, ma
    con l’altra semina zizzania fra i socialisti,
    lanciando la proposta di “tassare i ricchi”,
    secondo François Hollande, mentre sul
    fronte opposto continua a dare manforte al
    “rivoluzionario” di destra, mettendo in
    guardia il governo dal suo tardivo attivismo,
    e invitando il presidente Jacques Chirac,
    a non fare scherzi. E lo stesso motivo
    spiega inoltre il tifo segreto di Libération,
    il foglio ex maoista che grazie a Edouard
    de Rotschild e al nuovo socio italiano Carlo
    Caracciolo tenta adesso la strada del risanamento,
    ed è disposto a schierarsi con
    il centrista Bayrou, pur di affossare Ségolène
    al primo turno.
    In effetti Alain Minc è uomo di sinistra.
    Si è appena dimesso dal consiglio di amministrazione
    del gruppo Vinci. Voleva evitare
    il conflitto di interesse, dopo che il suo
    cliente François Pinault, ne aveva acquistato
    il 5 per cento. Ma trova biasimevole il
    puritanismo politicamente corretto, che in
    nome della trasparenza sacrifica l’indipedenza.
    E’ un liberale, dunque, un riformista
    di sinistra, che però ha nel cuore e nel
    dna la sinistra rivoluzionaria. E infatti è il
    figlio di un poverissimo ebreo nato nel
    1908 a Brest Litovsk, che lascia negli anni
    Venti gli studi rabbinici per la militanza
    bolscevica, sbarca a Bordeaux negli anni
    Trenta per studiare medicina, riesce a sposare
    dieci anni dopo la donna con cui vive,
    anche lei militante bolscevica, immigrata
    clandestinamente in Francia, sfugge per
    un pelo alla “rafle du Vél d’Hiv”, la deportazione
    di decine di migliaia di ebrei francesi
    nei lager nazisti, e diventa quella
    straordinaria figura di uomo ordinario, che
    lui stesso, a 98 anni, ha voluto raccontare
    (Joseph Minc, “L’extraordinarie histoire
    d’une vie ordinarie” Seuil 2006).
    Alain Minc, suo figlio, nato alla fine della
    guerra, nel 1949, oggi è sarkozista per disperazione:
    “Se fosse stato candidato, avrei
    votato per Dominique Strauss-Kahn”, dichiara
    subito, con un sorriso disarmante,
    nel suo ufficio all’Alma, sotto lo sguardo
    glaciale di Samuel Beckett che guarda da
    una doppia foto d’autore formato gigante.
    “Era lui, DSK, il mio candidato naturale,
    perché noi siamo una monarchia. E tutta la
    difficoltà sta nel fatto che un monarca mediocre
    può fare danni incalcolabili…”. In
    più, il guaio è che oggi la “monarchia francese”
    è in una grave fase populista”, secondo
    Minc. “E il primo segno del populismo è
    la denigrazione delle élite. Se dici che i veri
    esperti sono i cittadini, non c’è spazio per
    le élite”, sospira Minc pensando a Ségolène.
    “Chi la conosce sa che è completamente
    inadatta al ruolo”, aggiunge senza scomporsi.
    “E’ stata scelta cinicamente dai socialisti,
    che pensavano di vincere, ma alla
    prova dei fatti, è come una in cerca di lavoro
    che non ce la fa a superare il colloquio
    di assunzione. Finché Sarkozy non si è candidato,
    l’hanno tenuta in un’atmosfera rarefatta,
    con Hollande che ha organizzato un
    falso dibattito per proteggerla da ogni rischio.
    Adesso però la situazione è esplosa”.
    Della élite repubblicana, Minc si considera
    un prodotto allo stato puro e ne è talmente
    consapevole da voler dedicare – lui che
    oltre a essere un finanziere, un consulente
    industriale, un uomo dai mille contatti col
    Tout Paris, è soprattutto un poligrafo inveterato
    – l’ultimo libro a John Maynard Keynes
    (“Une sorte de Diable. Les vies de John
    M. Keynes”, Grasset), quasi a voler ritrovare
    un doppio, un modello superiore, un
    ideale in quell’esempio riuscito dell’élite
    cosmopolita britannica. “Keynes – spiega
    Minc – ha avuto una posterità inattesa. E’ diventato
    il riferimento che la sinistra riformista
    ha avuto bisogno di inventarsi contro
    Marx, facendone un mito, anche a costo di
    cancellarne la complessità e le contraddizioni,
    e il modo stesso di azione economica
    che in fondo resta l’empirismo”.
    Anche Minc, come Glucksmann, oggi è
    un deluso della sinistra. E anche lui guarda
    con favore alla “rupture” che Sarkozy
    rappresenta rispetto all’inerzia della presidenza
    Chirac. “Chirac non è di destra; è un
    radicale”, spiega Minc. “E questo ha spinto
    la sinistra ancora più a sinistra, mentre ha
    aperto alla destra la via del populismo”. E’
    questo, secondo lui, il vero vizio di costruzione:
    “Chirac non è un borghese. L’idea
    che in fondo tutte le civiltà si equivalgano
    non è una Weltanschauung di destra, ma è
    la filosofia che ha spinto la sinistra ancora
    più a sinistra, verso l’altermondialismo radicale,
    e la destra verso il populismo”.
    Nel 1995, Minc, per quanto di sinistra, ha
    sostenuto alle presidenziali il liberale centrista
    Edouard Balladur. Ora però il gioco
    è diverso, intanto per il candidato:
    “Sarkozy è un uomo di centrodestra intelligente
    come Balladur, ma dotato di ben altro
    talento”. E poi per l’avversario. “Se ci
    fosse un dibattito al suo livello, saremmo
    in una situazione sana, normale. E invece,
    Sarko deve fare campagna contro qualcosa
    che all’ora attuale non sappiamo più se sia
    un’allucinazione collettiva o un oggetto
    vuoto. Nel primo caso, sarebbe una campagna
    molto difficile. Nel secondo, sarebbe
    squilibrata”. Fino a una settimana fa, spiega
    Minc con una punta di rassegnazione, la
    candidatura di Ségolène Royal sembrava
    un’allucinazione collettiva. Oggi tende a
    trasformarsi in un oggetto vuoto.
    Con uno slancio di sincerità, pur sempre
    contenuto nei limiti del genere, Minc confessa
    di “detestare” tutto quello che Ségolène
    esprime: la democrazia partecipativa, i
    cittadini esperti, l’assenza di responsabilità
    politica, la demagogia enfatica e fine a se
    stessa. Detto ciò, è convinto che continui ad
    avere una “forte base politica”. Quanto all’ipotesi
    di sostituirla in corsa, che in certi ambienti
    comincia a serpeggiare: “Dovrebbe
    crollare nei sondaggi in maniera terribile,
    per realizzarsi, non credo che accadrà”, dice
    Minc che non azzarda pronostici, ma mostra
    una delusione senza appello: “Se fosse
    un uomo, crollerebbe. Ma se fosse stato un
    uomo, non sarebbe mai stato candidato”.
    Marina Valensise
    .

    A fool and his money can throw one hell of a party.

  5. #15
    email non funzionante
    Data Registrazione
    02 Apr 2009
    Messaggi
    18,319
     Likes dati
    0
     Like avuti
    2
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Sarkozy é molto meglio di fini....in ogni caso.
    NOI SIAMO LA VERA ITALIA !
    RICOSTRUIAMO LA NOSTRA PATRIA !

  6. #16
    The darkness inside...
    Data Registrazione
    26 Sep 2005
    Località
    Cambria, Kingdom of THULE - God save the British Empire! - Anglomane, Rinascente, Monarchico, Conservatore, Aristocratico, Imperialista, Colonialista, Crociato: insomma, il Male Assoluto
    Messaggi
    5,247
     Likes dati
    0
     Like avuti
    1
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Citazione Originariamente Scritto da W. Von Braun Visualizza Messaggio
    .NON MI FIDO DI Sarkozy.
    Neanch'io. Attrae troppo l'elettorato e gli intellettuali di sinistra, è apprezzato pure da Blair, c'è qualcosa che non va. Mi piace il suo "pugno duro" all'epoca delle rivolte nelle banlieues, però.
    Andrea I Nemesis
    Rinascente
    Affiliato a Azione Conservatrice Nazionale

  7. #17
    a.k.a. tolomeo
    Data Registrazione
    18 Jul 2005
    Messaggi
    42,306
     Likes dati
    0
     Like avuti
    12
    Mentioned
    7 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Il liberalizzatore


    “Riformista, supervolenteroso e più
    a sinistra di Ségo”.
    S’avanza tra i
    liberal italiani la tentazione Sarko



    Milano. Sarkozy il riformista. Il candidato
    del centrodestra all’Eliseo, con le sue posizioni
    nette e spiazzanti, piace ai settori più
    aperti e modernizzatori del centrosinistra
    italiano. “Quella di riformista – dice Franco
    Debenedetti – non è una categoria incasellabile
    nello schema destra-sinistra. Ci sono
    riformisti da entrambe le parti: in Francia,
    un riformista deve avere nel mirino lo statalismo,
    la legge sulle 35 ore, il centralismo
    amministrativo. Mi sembra che Nicolas
    Sarkozy abbia una certa attenzione per questi
    problemi, mentre l’avversaria Ségolène
    Royal è ancorata a idee vecchie e di fatto
    conservatrici. Trovo molto convincenti le tesi
    espresse ieri sul Corriere della Sera da
    André Glucksmann”. L’intellettuale della
    gauche francese dichiarava la sua intenzione
    di voto per il candidato della destra, “l’unico
    a essersi impegnato a seguire la Francia
    del cuore” e ad aver preso sul serio sia
    l’esigenza di cambiamento del paese, sia i
    problemi dei più deboli.
    La tentazione del sarkozysmo di sinistra,
    in Italia, è forte. “Lo inviteremo al supertavolo
    dei supervolenterosi – scherza Daniele
    Capezzone (Rosa nel pugno) – assieme a
    Tony Blair, David Cameron, José Maria Aznar
    e José Luis Zapatero. Dubito però ci sia
    spazio anche per Ségolène. E’ un fatto che
    tutte le novità della campagna d’Oltralpe
    vengano da Sarkozy. E la sua sfida è tanto
    più stimolante perché si gioca su un terreno
    che la sinistra pare aver lasciato sguarnito”.
    Sì, perché l’abilità di Sarko – che pure
    è uomo che conosce e sa giocare il gioco
    dei poteri forti – sta proprio nel tentativo di
    coniugare riforme e pragmatismo, tensione
    verso l’innovazione e capacità di muoversi
    secondo le regole, anche quando non gli
    piacciono. Come è accaduto con la vicenda
    Enel/Suez: Sarkozy era contrario al matrimonio
    forzato con Gaz de France per tenere
    fuori gli italiani, ma alla fine ha accettato
    (col mal di pancia) la forzatura di Dominique
    De Villepin pur di non incrinare la
    grandeur del suo paese (e i fatti potrebbero
    infine dargli ragione, viste le difficoltà in
    cui versa il progetto). Appunto: cambiamento,
    ma con misura. Del resto, sottolinea
    Francesco Giavazzi, “in passato Sarkozy si
    è comportato come avrebbe fatto ogni altro
    politico francese, cioè mettendo il presunto
    interesse nazionale davanti a tutto: penso
    alla sua difesa della lobby agricola e dei
    contributi pubblici all’impresa. Se però il
    Sarkozy della propaganda coincide con
    quello reale, cosa che potremo capire solo
    tra qualche mese, allora sì: decisamente
    Sarko è a sinistra di Ségolène, nel senso
    che rimuovere i privilegi è più di sinistra
    del mantenerli”. D’altronde, le critiche di
    Giavazzi possono essere generalizzate a
    qualunque esponente del mondo politico
    francese: il fenomeno Sarkozy nasce proprio
    dal faticoso, contraddittorio, eppure visibile
    e significativo tentativo di marcare la
    differenza. Anche i socialisti francesi percepiscono
    il problema, ma non sembrano
    trovare una risposta convincente, forse
    neppure cercarla: “Sia Sarkozy sia Ségolène
    – nota Chicco Testa – sono in modo diverso
    candidati nuovisti. Però, mentre Ségolène
    non ha un contorno chiaro, il profilo
    di Sarkozy è ben definito e questo senza
    dubbio lo mette in vantaggio”.
    “Tengo per lei, ma voterei per lui”
    Se Nicola Rossi non si entusiasma (“vorrei
    però che la destra italiana avesse un
    suo Sarkozy”), Tito Boeri definisce Sarko
    come “un pragmatico che mette assieme
    populismo e liberalismo. Ha mostrato notevole
    coraggio e capacità di guardare al di là
    dell’immediato, investendo con un orizzonte
    di medio o lungo periodo. Anch’io, dunque,
    sento la mancanza di un Sarkozy nel
    centrodestra italiano”. Apparentemente il
    principale limite del candidato gollista sta
    nella sua contiguità con certe pulsioni che
    alla sensibilità della sinistra italiana sono
    tradizionalmente estranee; ma prima che
    essere pulsioni di destra, sono pulsioni
    francesi. Natale D’Amico (Margherita) le
    riassume così: “Non condivido le sue posizioni
    rispetto all’Europa e ai campioni nazionali.
    Ma vale anche per la Royal”. Ecco
    il punto: Sarkozy non è perfetto per il palato
    del centrosinistra, ma neppure Ségolène
    lo è: le manca quel non-so-che che paradossalmente
    fa di Sarkozy il candidato che i
    riformisti vorrebbero ma non possono. Ancora
    D’Amico: “Quella di Sarkozy resta una
    figura affascinante, è naturale che i riformisti
    possano avere simpatia per la sua
    candidatura”. La simpatia – versione casual
    del collateralismo – è il sentimento
    che anche Antonio Polito (Margherita) prova
    nei confronti del candidato gollista, “così
    come mi suscita simpatia anche in Italia
    ogni processo di modernizzazione della destra”,
    precisa. E aggiunge: “Soprattutto
    Sarko introduce un elemento di sana rottura
    nella gestione dei rapporti transatlantici,
    grazie al suo tentativo di recuperare un
    rapporto costruttivo con gli Stati Uniti. E’
    un uomo che sa interrogarsi e ha una visione
    del destino del suo paese”. Senatore,
    non dica che tifa per il campione della destra
    francese? “Da militante del centrosinistra
    europeo tengo per Ségolène, ma se fossi
    cittadino francese voterei Sarkozy”.
    Carlo Stagnaro
    .

    A fool and his money can throw one hell of a party.

  8. #18
    Forumista
    Data Registrazione
    02 Apr 2007
    Messaggi
    243
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    «Non nego la realtà e la legittimità dell’amore omosessuale. Non ha minore dignità dell’amore eterosessuale. Per le coppie omosessuali in Francia abbiamo i Pacs. Propongo di andare ancora più in là e creare un contratto di unione civile che garantisca la perfetta uguaglianza con le coppie sposate, per quanto concerne i diritti alla successione, fiscali e sociali»

    Nicolas Sarkozy, candidato del centrodestra alle presidenziali francesi, il Foglio 7 aprile
    --------------------------------------------------------------------------------
    Una domanda sorge spontanea: Chi e' Sarkozy???

  9. #19
    Pasdar
    Data Registrazione
    25 Sep 2004
    Località
    Padova
    Messaggi
    46,757
     Likes dati
    3,474
     Like avuti
    4,270
    Mentioned
    108 Post(s)
    Tagged
    9 Thread(s)

    Predefinito

    Citazione Originariamente Scritto da JuvSP Visualizza Messaggio
    1) Diamogli anche i soldi, anzi obblighiamogli a costruirne subito delle altre che c'è ne sono troppo poche.
    Sì, hai ragione!
    Che siano gli sceicchi fondamentalisti a pagare le moschee!
    Che siano i nababbi wahabiti arrichitisi sui petroldollari a mettere in piedi moschea ed imam, come pare a loro!


    Se non si accetta la condizione di reimpatrio forzoso dell'immigrato (e si dovrebbe accettare, anzi, sostenere), si deve accettare l'idea di un islam controllato. E finanziando le moschee si ottiene il controllo di chi ci va a predicare.
    Non ti va il santone uncinato?
    Lo cacci fuori a pedate, e chiami chi ti dà garanzie di moderazione e sicurezza.
    «Non ti fidar di me se il cuor ti manca».

    Identità; Comunità; Partecipazione.

  10. #20
    Leoni in guerra e agnelli pieni di dolcezza nelle nostre case
    Data Registrazione
    29 Mar 2009
    Messaggi
    15,424
     Likes dati
    6
     Like avuti
    83
    Mentioned
    3 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)
    Inserzioni Blog
    8

    Predefinito

    Citazione Originariamente Scritto da Torvast Visualizza Messaggio
    «Non nego la realtà e la legittimità dell’amore omosessuale. Non ha minore dignità dell’amore eterosessuale. Per le coppie omosessuali in Francia abbiamo i Pacs. Propongo di andare ancora più in là e creare un contratto di unione civile che garantisca la perfetta uguaglianza con le coppie sposate, per quanto concerne i diritti alla successione, fiscali e sociali»

    Nicolas Sarkozy, candidato del centrodestra alle presidenziali francesi, il Foglio 7 aprile
    --------------------------------------------------------------------------------
    Una domanda sorge spontanea: Chi e' Sarkozy???

    Ribadisco quanto detto, ossia che secondo me è peggio di Fini.
    www.interamala.it - Visitatelo che ci tengo

 

 
Pagina 2 di 5 PrimaPrima 123 ... UltimaUltima

Discussioni Simili

  1. Risposte: 149
    Ultimo Messaggio: 25-10-14, 11:17
  2. Esalen, "la religione della non religione"
    Di donerdarko nel forum Esoterismo e Tradizione
    Risposte: 5
    Ultimo Messaggio: 11-07-13, 14:42
  3. Sarkozy
    Di pensiero nel forum Il Seggio Elettorale
    Risposte: 23
    Ultimo Messaggio: 25-11-07, 14:54
  4. Sarkozy
    Di tolomeo nel forum Centrodestra Italiano
    Risposte: 12
    Ultimo Messaggio: 20-03-07, 14:53
  5. Risposte: 5
    Ultimo Messaggio: 24-10-04, 18:21

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito