Donne e politica, cervello e corpo. Dopo le recenti polemiche su “Veline e attrici”, probabili candidate nelle liste del Pdl alle prossime elezioni europee, abbiamo chiesto ad alcune esponenti di Sinistra e Libertà un commento in merito alla vicenda.

Come candidata di Sinistra e Libertà, cosa pensa della strumentalizzazione delle donne in politica promossa dalla destra e dei criteri in base ai quali viene effettuata la scelta delle candidature?

Eva Catizone: “Ho sempre pensato alle donne come una risorsa in termini di rappresentanza: all’opportunità d’una politica differente, capace di valorizzare la presenza e l’apporto femminile in uno spazio – la politica – di matrice maschile. E però all’uso strumentale del femmineo, alla spettacolarizzazione delle donne (che sa di mercificazione) ho sempre preferito l’autodeterminazione: una scelta seria al femminile, non di bandiera, da logo elettorale che troppo spesso si trasforma in donne che fanno male la e alla politica, nella convinzione che la politica non è una passerella e non può essere il tratto estetico-formale a fare la differenza nei criteri di scelta di composizione delle liste. Le donne devono essere presenti in politica non perché semplicemente donne ma a partire da scelte di qualità: per le loro competenze e le loro esperienze di buongoverno, per i loro saperi e le loro sensibilità differenti, per essere portatrici d’una marcata etica pubblica, capace di fare la differenza”.

Giuliana Sgrena: “Con Berlusconi la politica è da tempo diventata spettacolo o stadio a secondo delle circostanze. E questo vale per le donne e per gli uomini: conta poco la capacità, il progetto, le idee e molto il look o la fedeltà al capo. E questa sconsolante realtà ha contagiato a volte anche la sinistra. Comunque ritengo che ogni donna possa fare la propria scelta e se una velina accetta di essere strumentalizzata con una candidatura fa parte della politica-spettacolo. Anche se, purtroppo, contribuisce a svilire il ruolo delle donne in politica. Ciò che conta è che i nostri criteri siano validi e a prova di ogni critica”.

Pia Locatelli: “Come donna, come socialista, come militante attiva della politica ovviamente ne penso tutto il male possibile, anche se invito alla prudenza per non cadere in un certo maschilismo di ritorno per cui chi è bella per forza deve essere anche stupida. Come donna mi sento offesa, perché ancora una volta viene strumentalizzato l´aspetto esteriore, mettendo in secondo piano ciò che invece negli uomini è, giustamente, al primo posto, ovvero le qualità umane, intellettuali, professionali. Si privilegia nella donna la libertà di sedurre per negarle altre libertà, a cominciare proprio da quella di competere con gli uomini sul loro stesso terreno. Come socialista aggiungo che così facendo si attua anche una sottile, ulteriore discriminazione sociale, perché non c´è dubbio alcuno che tempo e denaro possono migliorare, e non poco, anche l´aspetto esteriore. Come militante attiva della politica dico anche che questo è un comportamento stupido, perché ci si aliena una parte rilevante dell´elettorato, quello femminile, che non può riconoscersi in una rappresentanza politica se si fonda solo sui canoni estetici imposti dalla pubblicità commerciale. Un´ultima considerazione: noi oggi critichiamo giustamente il partito di Berlusconi, il Pdl, ma gli altri partiti, nessuno escluso, hanno le loro colpe. Quante volte sono stati candidati `mezzi busti´ Tv, calciatori,cantanti di successo, orfani e vedove e perfino porno star? Troppe volte, senza trasparenza e senza democrazia, sono state promosse candidature fondate non su competenze, capacità, rapporto con l´elettorato, bensì sulla visibilità, sulla notorietà, sul puro e semplice effetto richiamo di un cognome diventato all´improvviso famoso”.

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