Fassino: conferenza con i talebani. Verdi e Prc: d'accordo
Fa discutere la proposta del segretario della Quercia Piero Fassino su una Conferenza di pace per l'Afghanistan che comprenda anche i talebani. «Un vecchio aforisma della diplomazia - afferma Fassino a l'Unità in edicola sabato rispondendo ad una domanda sui talebani -dice che la pace si fa con il nemico ed è difficile pensare ad una conferenza di pace che non veda sedere intorno allo stesso tavolo tutti i protagonisti, in modo che questi possano guardarsi negli occhi e decidere insieme come uscire da una situazione così drammatica».
Il primo a riprendere e rilanciare la proposta Nello Formisano, capogruppo dell Italia dei Valori a Palazzo Madama. «Ci sembra che la proposta di Fassino, abbia il pregio del buon senso e della chiarezza - dice l'esponente del partito di Di Pietro - Questa è la tesi che ci convince, e che sosterremo». E aggiunge: «Noi dell Italia dei Valori siamo sicuri che la ritrovata credibilità internazionale del nostro paese darà l autorevolezza necessaria a questa proposta». E la proposta piace anche a Franco Giordano, segretario di Rifondazione comunista che la giudica «un segnale positivo e condivisibile». «Alla guerra e all' intervento militare in Afghanistan - ricorda Giordano - noi ci siamo sempre opposti. A maggior ragione per i fautori della fine dell' intervento bellico e della pace, oggi diventa decisivo intensificare l' iniziativa diplomatica in grado di rendere attuabile in tempi rapidi quella conferenza internazionale di cui il governo italiano si è reso promotore e intorno alla quale si sta man mano allargando il consenso». Secondo Giordano «si concretizza così in modo significativo l' efficacia della spinta democratica e pacifista. E si conferma quanto, pur in una vicenda come quella afgana in cui si parte da posizioni difformi, il nostro paese stia riguadagnando in termini di autonomia e autorevolezza anche nelle sedi degli organismi internazionali». Il verde Angelo Bonelli sottoscrive.
L'idea di Fassino invece non trova i favori del centrodestra. Per Luca Volontè dell'Udc il segretario dei Ds avrebbe addirittura «perso completamente la bussola». Per Volontè la sua idea di far sedere intorno a un tavolo anche i talebani sarebbe «semplicemente una idea suicida e demenziale che butta a mare la stessa cultura della sinistra europea degli ultimi anni». «L'idea stessa - continua - è un totale cedimento al terrore dell'11 settembre, una puerile e pavida retromarcia rispetto alle ragioni umanitarie della grande coalizione,vergognosa per un politico di un Paese della Nato». Non solo, Volontè ne trae un giudizio di totale bocciatura di tutto il centrosinistra, tutto tranne uno: «Solo Amato, nella baraonda guidata da Gino Strada, tiene alte le ragioni dell'Occidente nella coalizione».
Fabrizio Cicchitto, vice coordinatore di Forza Italia è addirittura «esterrefatti». La proposta di Fassino di invitare i talebani alla conferenza di pace per lui «significa che i diessini hanno perso la bussola e sono allo sbando oppure sono disposti a dire qualunque cosa pur di avere il voto al Senato dall'estrema sinistra». Non da meno «sconcertato» è il leghista Piergiorgio Stiffoni. «Aprire ai talebani la conferenza di pace è come una riedizione dei patti di Monaco del '38. Si fidarono di Hitler e dopo tre giorni la Cecoslovacchia fu occupata». Per Stiffoni sarebbe solo «una maniera elegante per dire una volta di più caliamo le braghe nel noto spirito italico».
Più moderato nei toni ma sostanzialmente d'accordo anche il neodc Gianfranco Rotondi che definisce la proposta di Fassino «semplicemente fuori luogo» o meglio «che non sta né in cielo, né in terra».