«Chiedono più truppe? Diciamo no». Così il tenente-colonnello Juergen Rose è diventato uno dei promotori di una lettera aperta al Parlamento tedesco con la quale ufficiali dell'esercito tedesco chiedono apertamente il ritiro delle truppe dall'Afghanistan. E criticano l'impegno sul teatro di guerra. Il tenente colonnello Rose ha ribadito la sua obiezione di coscienza anche alla trasmissione televisiva <i>Panorama</i> diffusa sul primo canale della tv pubblica Ard. Ll'annuncio dell'obiezione di coscienza del tenente colonnello è stato spedito al comando di appartenenza dopo che che il 9 marzo scorso il Bundestag ha approvato l'invio di sei aerei Tornado in Afghanistan, insieme con 500 militari per le operazioni di appoggio a terra, in aggiunta ai circa tremila tedeschi già impegnati in Afghanistan nell'ambito dell'operazione sotto l'egida della Nato.

Una "clausola" di coscienza, da parte del militare, in linea con le posizioni dell'associazione tedesca <i>Darmstadter Signal</i>, creata nel 1983 da militari pacifisti. E a cui Rose, 49 anni, ufficiale che fa parte dello Stato maggiore della quarta divisione della Bundeswehr, appartiene da tempo.

L'ultimo annuncio è stato preso quasi come una "diserzione". I primi "disertori" europei sono tedeschi, è stato scritto. «Va contro la costituzione tedesca», ha risposto Rose insieme ai firmatari dell'appello che invita a non partecipare alla missione in Afghanistan. Nella lettera aperta contestano apertamente l'invio degli aerei militari in Afghanistan, perché il passo, che ha avuto di recente il via libera del parlamento, stravolgerebbe la natura della missione del contingente nazionale.

A essere messo direttamente sotto accusa è il ministro della difesa, Franz Josef Jung, perché avrebbe nascosto all'opinione pubblica le implicazioni che comporta un atto del genere. E che cioè le forze tedesche in Afghanistan si troverebbero coinvolte in azioni di guerra. «Il ministro afferma - dicono i militari - in malafede, che si tratta solo di un compito di ricognizione, ma da esperti militari in servizio ed in pensione constatiamo che la ricognizione rappresenta una parte importante del combattimento militare integrato. I risultati della ricognizione verranno immediatamente valutati per appoggiare la lotta delle truppe di terra e dei cacciabombardieri».

Di più, «la nuova qualità dell'impegno tedesco ci trascina sempre più profondamente in un'attività di combattimento. La Germania abbandona il suo ruolo di aiuto umanitario ed agli occhi dei talebani e della popolazione civile viene associata ai crociati». Insomma, come sostenuto nella lettera (finita inascoltata dai parlamentari tedeschi, che hanno concesso più soldati e l'invio degli aerei), l'unica soluzione sarebbe un piano per il graduale ritiro dei militari dall'Afghanistan. E, a questo proposito, i firmatari della lettera, hanno ricordato: il governo tedesco «spende ogni anno 420 milioni di euro per l'impegno militare e solo un quinto di questa somma per la ricostruzione civile».