Chi ha diritto alla privacy? Totti e veline sì, i politici no
di ANNAMARIA BERNARDINI DE PACE
In guerra tutto è permesso: e dunque, nella "Cambogia" del giornalismo italiano, onore al merito al direttore del Giornale che non ha voluto fare differenze tra ruoli sociali e ha pubblicato senza censure ciò che altri hanno preferito regalare al tam tam di maldicenze. Poi, però, interviene l'Autorità garante che dice, in sostanza, ciò che legge e giurisprudenza ribadiscono da anni: non si propagano notizie che non siano di interesse pubblico, non si pubblicano particolari (piccanti) che vadano oltre il diritto di cronaca e soprattutto non bisogna svelare i contorni del territorio sessuale di ciascuno. Pubblico o privato che sia. La Gazzetta Ufficiale ci informerà che, da subito, chi non rispetta queste regole è soggetto alla sanzione del carcere (da tre mesi a due anni) e rischia di dover risarcire il danno. La curiosità dei lettori per i vizi pubblici
Malik, con tutto il rispetto: ma tirar fuori il regime è a dir poco fuori luogo. E allora quello tra il 2001 ed il 2006 che era? Capillare totalitarismo?
Invece che citare il solito terzetto BiagiSantoroLuttazzi, io vorrei ricordare una cosa ben più impressionante a mio avviso: lo scorso Presidente del Consiglio fece saltare la poltrona di un certo Ferruccio De Bortoli al Corriere della Sera...
Manteniamo un minimo di senso delle proporzioni, per favore...
Anche a sinistra la giustizia è estemporanea
Scritto da Domenico Giugni e Giuseppe Gilberti
domenica 18 marzo 2007
.A fronte dell’ennesimo scandalo – intercettazioni, il Governo Prodi ha suggerito il solito espediente del provvedimento ad hoc finalizzato a salvare l’amico in difficoltà. Ancora una volta si è scelta la strada dell’intervento estemporaneo per andare incontro ai clamori suscitati presso l’opinione pubblica. Tuttavia, è forse il caso di sospendere il giudizio sull’effettivo valore, nel merito, della scelta adottata, che pure sembra incontrare favori diffusi, per constatare che di nuovo l’unica politica effettiva sulla giustizia non è ispirata ad un progetto, ma è piuttosto il frutto occasionale di provvedimenti improvvisati.
Per la verità anche il Governo di Centrodestra, nella passata Legislatura, ha rincorso le emergenze, lasciandosi guidare dai personalismi, e per questo non è riuscito a realizzare la riforma che a gran voce aveva promesso.
Del resto, l’ estemporaneità delle scelte ha comportato il caro prezzo della bocciatura anche di provvedimenti significativi e interessanti, e la recente vicenda dell’incostituzionalità della legge “Pecorella” ne è la testimonianza più lampante.
L’esperienza dovrebbe, quindi, insegnare, specialmente a chi di quest’argomento si occupa sistematicamente, che nel fronteggiare le contingenze si rischia di perdere di vista che la vera emergenza è l’intero meccanismo giudiziario.
E’, dunque, da apprezzare il tentativo, purtroppo sempre faticoso, di raccogliere le forze di opposizione attorno ad un “progetto giustizia”, per gettare le basi di una riforma sostanziale cui ispirare la linea politica di un futuro governo.
Sono svariati gli aspetti che possono rappresentare il momento di sintesi delle idee dei diversi partiti.
Ad esempio il problema della separazione dei poteri, che molti, autorevolmente, reputano questione più urgente della stessa separazione delle carriere e, del resto, sin dai tempi di tangentopoli il rischio dell’egemonia della magistratura sulla politica è sempre stato effettivo e tangibile.
Ed è pur vero che siffatta questione sembra negli ultimi tempi essere suffragata da atteggiamenti di rottura da parte soprattutto di alcuni PM, come ha dimostrato, in particolare, l’episodio della “circolare Maddalena”.
Peraltro, da tempo, vi è chi, su questo sito ed anche altrove, giustamente sostiene che, in via sempre più esplicita, i magistrati si stiano raccogliendo attorno ad un loro partito, con finalità palesemente “deviate” dalla mera applicazione delle leggi al caso concreto.
Gli spunti che emergono dal dibattito interno al Centrodestra offrono, in ogni caso, un’alternativa di ben altro spessore rispetto all’ossequiosa restaurazione Mastelliana, che, comunque, ha da subito manifestato le proprie scarse prospettive di riuscita.
Oggi più che mai l’opposizione ha il dovere di ricompattarsi intorno all’idea della separazione delle carriere, che rappresenta il necessario presupposto per ricondurre la magistratura al rispetto degli altri poteri costituzionali, evitare singolari prese di posizione come la “circolare Maddalena” e curare la patologia del partito dei giudici.
L’impegno in battaglie estemporanee, per quanto giuste e fondate che siano, non deve, dunque, distogliere l’attenzione dai veri obbiettivi.
da: www.giustiziagiusta.info
Invito tutti i lettori di POL ad inoltrare al garante una e-mail con richiesta di dimissioni.
L'indirizzo è garante@garanteprivacy.it (si tratta di un recapito pubblico, pubblicizzato nel sito del garante stesso).
Perchè tutta sta censura ? Perchè , spiegatecelo una volta per tutte.
Siamo ospiti , ve ne siamo grati , ma perchè censurate solo noi ?????
Sputtanopoli
Scritto da Fabio Raja
lunedì 19 marzo 2007
E così il frettoloso e maldestro tentativo di zittire la cosa si è trasformato in un boomerang e quella che poteva essere tranquillamente archiviata come una goliardata, una maniera forse innocente e sicuramente imprudente, di concludere una serata è diventata un “affaire” che rischia di coinvolgere l’intero esecutivo ed uno dei più importanti gruppi editoriali del paese.
Credo, onestamente, che non potesse esserci modo peggiore di gestire la cosa. Il provvedimento “ad Sircanam” del Garante della privacy, l’intervento censorio dell’ordine dei giornalisti ed il tentativo d’imporre il bavaglio all’informazione non potevano non alimentare il dibattito, mantenere accesa l’attenzione e indurre il “mastino” Belpietro a non abbandonare la preda, ma anzi, ad affondare ancor più profondamente i denti nella carne.
In fin dei conti cosa mai aveva fatto il povero Sircana? Si dice che si sia intrattenuto a parlare per qualche istante con un travestito, cosa che chissà quante volte gli succede a Montecitorio, quando incontra l’Onorevole Luxuria, senza che nessuno abbia a ridirci sopra. Solidarizziamo con l’uomo trascinato in una vicenda più grande di lui e comprendiamo lo strazio che lo ha costretto al ricovero in ospedale dopo una nottata, che immaginiamo, di tregenda e che gli è valso il paterno e bonario rimbrotto del Presidente del Consiglio che, con quella scherzosa minaccia di mandargli la visita fiscale, ha voluto maliziosamente insinuare che quel suo “essere malato” era piuttosto un “darsi malato”. Non si “preoccupasse” l’onorevole che a sistemare le cose ci avrebbe pensato la famiglia.
E la famiglia ci ha subito pensato, con che risultati, credo, sia proprio il povero Sircana a dolersene. Oggi apprendiamo che quelle foto erano state acquistate, per una cifra esorbitante, da una delle testate del gruppo editoriale “Rizzoli-Corriere della Sera”, ma mai pubblicate. E’ legittimo chiedersi perché? E’ legittimo immaginare che se ne volesse fare un uso, diciamo così, non perfettamente ortodosso? Una "puttanata" rischia di diventare un "affaire" emblematico di un governo ormai alla deriva, in balia d’ogni venticello e prossimo ad affondare nel mare di sputtanopoli.
http://www.legnostorto.com/index.php...16189&Itemid=1
.
A fool and his money can throw one hell of a party.
Ormai è chiaro come il sole che splende sui colli ecc. ecc.
Le foto esistono, ma nessuno le pubblica perchè temono
la galera (ma in fondo cosa sono 2 anni con la condiziona-
le contro una soddisfazione come quella di sputtanare un
amante di travoni ?) ...
Che gente, che politici, che traviati ... a proposito Malik,
il sottoscritto non è mai "andato a pu**ne e ovviamente
neppure a travoni ... aveva ragione il Führer...alle rauss!
Jackal
(i.f.p.)
Non ricominciare con le tue paranoie. Il perchè te l'ho spiegato qui:
http://www.politicaonline.net/forum/...d.php?t=332019