AUSTRALIA - Gruppi finanziari stanno facendo incetta dei diritti all’uso dell’acqua per l’irrigazione nell’assetata zona australiana attorno al fiume Murray. Li comprano dai contadini locali e il prezzo dei diritti per l’irrigazione è raddoppiato in pochi mesi. La finanza vede lontano, visto che l’Australia sarà , secondo il rapporto Stern sulla prospettiva di recessione economica legata al riscaldamento globale, il Paese più a rischio. Quest’anno ha fatto i conti con la peggiore siccità degli ultimi trent’anni: i raccolti disastrosi hanno abbassato dello 0,7% la crescita economica nel periodo fra il giugno 2006 e il giugno 2007. E ci saranno ripercursioni non solo per l’Australia, dato che il 70% della produzione agricola è destinata all’esportazione. Una delle corporation responsabili di questa operazione è la Macquarie Agribusiness, costola della Macquarie Bank, che ha comprato diritti all’uso di acqua per assicurarsi l’irrigazione dei redditizi campi di mandorli nella regione di Victoria. I diritti acquistati rappresentano il 20% del totale. Ma il maggior attore della speculazione è la company Timbercorp che possiede già 60 miliardi di litri d’acqua. E come se questi gruppi finanziari se la passassero male, tutti gli investimenti ricevono importanti sgravi fiscali se utilizzati per sviluppare coltivazioni di pomodori, avocadi, olive e noccioline. Il risultato: impennata del costo dell’acqua da irrigazione, prezzi della terra gonfiati e distorsioni delle quotazioni dei prodotti. Conseguenza: i piccoli agricoltori locali sono inesorabilmente spinti fuori dal mercato e vendono le proprietà.



da Sloweb