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  1. #41
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    Predefinito Rif: Turchia: 40 arresti per golpe?

    Citazione Originariamente Scritto da larth Visualizza Messaggio
    ostridicolo:


    e per forza.... gli avevano dato un sacco di botte ....

    ....avresti " sottoscritto" anche tu che nemmeno c' eri ...iaociao:

    :


    Ah già. Alla Turchia niente botte quindi nessuna ammissione. Ottimo ragionamento ostridicolo:ostridicolo:
    La Vita è troppo breve per non essere Italiani!

  2. #42
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    Predefinito Rif: Turchia: 40 arresti per golpe?

    Dopo il recente annuncio di un tentato golpe da parte di ex alti ufficiali dell'esercito la Turchia si ritrova a dover uscire da una pericolosa fase di stallo.
    Scritto per noi da
    Luca Bellusci



    Dopo la chiusura molto contestata del partito filo-curdo Dtp, e il recente annuncio di un tentato golpe da parte di ex alti ufficiali dell'esercito, la Turchia si ritrova a dover fare una scelta di misura, per uscire da una pericolosa fase di stallo.


    Alta tensione. Il primo ministro turco, in visita ufficiale in Spagna per incontrare Zapatero, presidente di turno del Consiglio dell'Unione, ha annunciato la scoperta di un tentato colpo di Stato organizzato da alti membri dell'esercito e da esponenti del mondo accademico e della comunicazione in Turchia. L'operazione "Bayloz" (Martello) prevedeva una serie di attentati da compiere in moschee e altri luoghi pubblici per creare un clima di sfiducia nei confronti del governo, guidato dal partito filo-islamico Giustizia e Sviluppo (Akp).

    Nei mesi scorsi già alcuni giornali (Taraf) avevano ipotizzato un coinvolgimento diretto di una certa parte dell'esercito nel filone giudiziario denominato "Ergenekon", che come obiettivo primario prevedeva la destituzione dell'attuale governo, per ristabilire un ordinamento di stampo prettamente nazionalista. Nelle indagini preliminari del Tribunale di Istanbul risultano indagati alti ufficiali dell'esercito come l'ex comandante dell'Aviazione Ibrahim Firtina e l'ex comandante della Marina Ozden Ornek. Il caso fa seguito a numerosi arresti, effettuati nei mesi precedenti, che hanno coinvolto diverse figure della nomenclatura militare e politica turca, accusate dal governo di condurre attività sovversive contro lo Stato. Solo ieri l'ex capo della Marina e dell'Aviazione sono stati rilasciati.


    Il ruolo dell'esercito. Da sempre l'esercito ha avuto un ruolo importante nella storia della Turchia ed è stato autore di ben tre colpi di Stato (1960, 1971, 1980). Garante del secolarismo e della laicità dello Stato, rappresentante dello spirito nazionalista, ispirato ai valori lasciati in eredità da Kemal Ataturk, oggi l'esercito turco detiene un ruolo chiave anche nella politica interna ed estera della Turchia, entrando molte volte in collisione con la parte islamica moderata, attualmente al governo. Proprio questo rapporto conflittuale sarebbe la causa delle tensioni che si registrano in tutto il Paese e che di fatto condannano la Turchia ad uno status quo che le impedisce di realizzare alcune delle riforme necessarie in un'ottica europea.

    Di recente è stato siglato il Protocollo sulla Cooperazione per la Sicurezza e l'Ordine Pubblico (EMASYA) che limiterà le operazioni militari nelle zone urbane. Questa è solo l'ultima di una serie di riforme che hanno come fine ultimo quello di depotenziare l'influenza dei militari nelle scelte politiche del paese. Esempio eclatante è stato il tentativo di sottoporre i militari al giudizio dei tribunali civili, fallito per la dura opposizione di partiti nazionalisti, come il Cumhuriyet Halk Partisi (Chp), molto legati all'esercito.


    Le riforme del sistema giudiziario. La questione legata alle riforme costituzionali promosse da Erdogan è al centro di aspri dibattiti. Nel vortice interno non è solo l'esercito a creare forti tensioni con il governo, ma anche la magistratura ha non pochi problemi a digerire la proposta di riforma giudiziaria promosse dall'Akp, che negli intenti andrebbe a modificare la Costituzione vigente nel tentativo, finora mancato, di rientrare in tutti i parametri stabiliti dall'UE, in vista di una futura adesione. Lo stesso presidente Abdullah Gul, nei giorni scorsi, è intervenuto nel tentativo di conciliare il governo e il sistema giudiziario, ai ferri corti dopo il caso dell'arresto del Procuratore capo Ilhan Cihaner. Il Consiglio Supremo dei Giudici e Pubblici ministeri (HSYK) ha reagito con forza alla arresto ed ha destituito dal loro incarico il Procuratore capo Osman Sanal e altri tre funzionari di Erzurum, provincia dell'Anatolia orientale. In risposta al HSYK, il governo ha accusato la magistratura di voler creare i presupposti per un colpo di stato giudiziario. Insomma un clima tutt'altro che sereno.


    La "questione curda". Nell'ultima conferenza sull'Unione Europea, la Turchia e i curdi, tenutasi presso il Parlamento Europeo il 3 febbraio scorso, la questione curda e il dialogo politico tra le parti è stata al centro del dibattito a cui hanno preso parte Leyla Zana e l'ex presidente del Dtp Ahmet Turk; la risoluzione finale afferma come sia prioritaria per la Turchia una riforma sostanziale della carta costituzionale, che salvaguardi i diritti civili e delle minoranze. L'apertura democratica nei confronti della minoranza curda in Turchia è in una fase molto delicata. Dopo la chiusura del Dtp, con i relativi disordini seguiti alla sentenza, anche il nuovo partito filo-curdo Bdp ha avuto degli scontri con la magistratura e la situazione non sembra andare verso una soluzione a breve termine.

    Le mancate promesse di coinvolgimento della minoranza curda nel processo di riforme democratiche hanno esacerbato la comunità e come diretta conseguenza hanno creato un clima di sfiducia verso l'operato del governo. Uno degli aspetti principali su cui poggia la protesta della comunità curda è la legge antiterrorismo che prevede il carcere duro anche per i minori di 18 anni; a tal proposito, Human Rights Association (HD) denuncia che nel corso del 2009 nella città di Adana sono stati arrestati per reati di terrorismo 3,155 minori, in maggioranza curdi. Intanto, a tenere alta l'attenzione sulla questione è intervenuto un giovane curdo, con passaporto siriano, che martedì scorso ha voluto emulare il ben più noto giornalista iracheno nell'ormai classico "lancio della scarpa", questa volta contro Erdogan in visita ufficiale a Siviglia.

    PeaceReporter - Turchia al bivio

 

 
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