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Pensiero Nero
La Digos segnala come «materiale di assoluto interesse investigativo» un elenco di nomi e indirizzi sequestrati in casa dei due studenti universitari, Alfredo Mazzamauro e Amarilli Caprio, secondo l’accusa inviati da Padova aMilano «per cercare proseliti » alla Bocconi e alla Statale oltre che, appunto, «per svolgere inchieste preparatorie» di future «azioni dimostrative» o addirittura di «propaganda armata ».
Gli «obiettivi politici» erano annotati in un’agendina nera attribuita a Mazzamauro. Il primo è la sede milanese della Fiamma Tricolore: l’indirizzo risulta «strappato dal margine inferiore di un volantino» diffuso dallo stesso movimento di estrema destra. In un altro ritaglio sono trascritti a penna, in stampatello, i nomi e le abitazioni di Ettore Grancini, dirigente di Forza Nuova a Milano, e Duilio Canu, capolista lombardo di Alternativa sociale, la lista di Alessandra Mussolini. «Su una pagina bianca dell’agendina » compare un orario accanto all’indirizzo dell’Osteria della Graffignana, il ristorante dove lavorava Nico Azzi, un nome storico del terrorismo di destra: restò ferito nell’aprile 1973 mentre collocava una bomba sul treno Roma-Genova, nel tentativo di depistare le indagini su piazza Fontana. Condannato con sentenza definitiva, Azzi è morto due mesi fa. Altri possibili obiettivi dei neo-brigatisti erano annotati su «adesivi segna-pagina» in cima a quattro dei sedici quadri della «cartina topografica diMilano che correda l’agendina»: l’associazione Limes (da non confondere con l’omonima rivista), il ristorante Paradiso (che espone «un busto di Mussolini »), la palestra Doria-Spartacus (collegata all’ex neofascista dei Nar Lino Guaglianone) e la Bottega del Fantastico, nota libreria della destra radicale.
La Digos collega questa prima lista ai progetti delle Br di fare «azioni contro i fascisti» per guadagnare consensi a danno dell’estrema sinistra milanese, da loro giudicata con disprezzo «pacifista» e «legalista ». Gli stessi arrestati restavano però divisi tra chi proponeva «solo azioni dimostrative» e chi invece invocava il salto verso la «propaganda armata».