Originariamente Scritto da
Gioàn Padàn
"E' diventato un partito di Palazzo, autoreferenziale, che fa solo gli interessi dei poteri forti. Molto interessato ai consigli di amministrazione e poco agli interessi della gente. La Lega è nata contro lo strapotere dei partiti, ora è diventata come gli altri". L'ex assessore alla Sanità della Lombardia Alessandro Cè, intervistato da Affari, spara a zero sul Carroccio, partito che ha lasciato per aderire al gruppo misto in consiglio regionale. E sull'alleanza con Forza Italia dice: "Questo abbraccio senza condizioni è assolutamente negativo. Gli azzurri sono troppo attenti agli interessi delle corporazioni, delle lobby e delle clientele. Per la Lega è un abbraccio mortale".
Si è sentito scaricato dalla Lega?
"Macché. Ho deciso io di uscire dal partito. E' una cosa ben diversa".
Lei ha parlato di un partito schiavo delle lobby. A che cosa si riferisce in particolare?
"Quando si parla di politica, o si fa l'interesse del cittadino oppure quello delle lobby e delle corporazioni. Su questo tema è chiaro dove si è schierato il partito e dove mi sono schierato io. Nessuno ha spiegato come mai si è aperto a una fondazione bancaria un servizio di emergenza-urgenza come quello del 118. E' una scelta senza significato e che nasconde grossissimi rischi".
Quali?
"In un settore di interesse pubblico non si può pensare che ci sia una compartecipazione al governo da parte di un soggetto privato. E' impensabile".
Lei che cosa ha fatto per dissuadere il partito?
"Ho posto la domanda più volte al partito, ma non ho ottenuto nessuna risposta. Io ho dato mille motivazioni. Perseguo gli interessi del cittadino, mentre il partito pensa ad altro".
Lei ha dichiarato che il partito ha ceduto alle pressioni di Roberto Formigoni sul 118. Perché?
"Non è la prima volta che succede. Quando ero capogruppo alla Camera ebbi un diverbio con il mio stesso partito".
Che cosa accadde?
"Io e altri deputati leghisti ci battevamo contro l'atteggiamento arrogante delle banche ai danni delle imprese e dei risparmiatori truffati con gli scandali Parmalat, dei bond argentini e dalla questione Fazio. Nel caso del governatore della Banca d'Italia il partito ci ha scaricato e ha difeso Fazio. Quei deputati che lottavano dalla parte dei cittadini, compreso il sottoscritto, non furono ricandidati alle elezioni politiche".
Com'è cambiata la Lega in questi anni?
"E' diventato un partito di Palazzo, autoreferenziale, che fa solo gli interessi dei poteri forti. Molto interessato ai consigli di amministrazione e poco agli interessi della gente. Ho lottato per anni, ma ho dovuto prendere atto che il partito non è coerente con quello che dice ai suoi elettori, li ha traditi. Io non mi sono più sentito di rimanere in un partito che racconta determinate cose e fa il contrario di quello che dice. La Lega era nata contro lo strapotere dei partiti ora è diventato come gli altri".
Nel partito è in corso una sorta di diaspora. E' uscito prima Pagliarini, poi una serie di deputati, ora lei. La colpa è anche di Umberto Bossi?
"E' chiaro che le responsabilità ricadono sul vertice. Io sono uscito quando ho avuto la certezza che il vertice non ragiona ponendo al centro i cittadini".
Ha influito anche la malattia di Bossi...
"Questo non lo so. Ho sempre avuto un ottimo rapporto con lui. Certo, il rapporto si è incrinato nel momento in cui non siamo più stati in sintonia. Lui avrà le sue motivazioni e io ho le mie".
Come giudica l'operato del leader lombardo Giorgetti?
"Non voglio entrare nella critica personale. Sta di fatto che le decisioni finali sono incoerenti rispetto al programma con cui ci si presenta davanti agli elettori. Certo, chi sta al vertice della Lega se accetta le decisioni vuol dire che condivide una certa china. Pensavo ci fosse uno spazio per un cambiamento di rotta, ma questo pertugio si sta affievolendo sempre di più. Non c'è più spazio per coloro che vorrebbero cambiare linea e che vorrebbero fare politica vera".
C'è il rischio che il Carroccio scompaia?
"Questo abbraccio senza condizioni con Forza Italia è assolutamente negativo. Gli azzurri sono troppo attenti agli interessi delle corporazioni, delle lobby e delle clientele. Per la Lega diventa un abbraccio mortale. Questa scelta è stata strumentale ma deve rimanere tale per ottenere determinati obiettivi altrimenti si rischia di essere omologati a una forza politica che non ha ideali".
Davide Boni ha dichiarato che lei spara su chi le ha dato da mangiare fino a due giorni fa...
"Voglio solo ricordare che ho fatto il medico per 25 anni e né io né mia moglie avevamo bisogno della Lega per vivere discretamente. Ho aderito al partito per scelta politica. Non so cosa facesse Boni prima di entrare in politica, magari ce lo dica così tutti esauriamo le nostre curiosità. Comunque gli consiglierei di astenersi dal fare certe dichiarazioni".
Daniele Riosa