cmq dipende anche da chi lo indossa
cmq dipende anche da chi lo indossa
No... non pratico e non condivido l'autoflagellazione. Questo non mi impedisce di avere un rapporto con Dio, ma sono anche consapevole che l'autoflagellazione è presente in molte forme di ascetismo. Nel mio approfondimento del fenomeno sono arrivato alla conclusione che non si tratta di un fenomeno psicopatologico (come potrebbe essere il sado-masochismo), ma di un modo molto personale di rapportarsi alla sofferenza di Cristo. Comunque, per quanto ne so (e ti assicuro che non è poco) nessuno nell'Opus Dei impone o consiglia il cilicio, pur restando esso presente in alcuni membri della prelatura. Se vuoi parliamo dell' Opus Dei nel suo complesso, il chè mi sembrerebbe più giusto nei confronti dei suoi membri che parlare del solo cilicio.
Finalmente! E santIddio ci voleva tanto a dare una risposta così?
E quindi la discussione può continuare.
C'è bisogno di infliggersi del male fisico per avere un senso empatico con chi soffre? Non basta pensare a tutte le ingiustizie che esistono al mondo, da chi muore di fame a chi muore di malattie, a chi perde persone care, alle persone che versano in condizione di miseria o schiavitù?
Una religiosità buona avvicina al dolore con queste riflessioni, non con pratiche di autoflagellazione.
Tu ed io non le condividiamo, ma la differenza è che io voglio che tutti riflettano sull'ammissibilità di una cosa del genere, perché penso che qualche persona o peggio ancora i bambini, possa prenderle come esempio, quando gli si dice che persone come Escriva sono buoni esempi.
La buona religiosità combatte il male ed il dolore, cerca di evitarlo a sé stessi e agli altri.
Poi mi sapresti dire quale è il confine tra chi si flagella provandone piacere (come sadici e masochisti) e chi si flagella non provandone piacere? Davvero pensi che chi lo fa non ne tragga piacere, almeno incosciamente? Altrimenbti perché lo farebbe, visto che per conoscere il dolore basta riflettere e guardarsi intorno, invece che procurarselo di propria volontà?
Poi se la realtà dell'Opus Dei è quella che racconti tu, sono un po' meno indignato, anche se vorrei delle prove.
Il cristianesimo non elimina la sofferenza dal mondo, ma gli da senso. Questo non significa che il primo dovere del cristiano non sia dar da mangiare agli affamati, da bere agli assetati, visitare gli infermi e quindi compatire (patire con) chi soffre, ma significa comprendere il messaggio della passione di Gesù. Josè Maria Escrivà non è posto come modello per la pratica dell'autoflagellazione, ma per tutt'altro... dobbiamo a lui la concezione della santificazione per mezzo del proprio ruolo nella società, il proprio lavoro e calati nella vita quotidiana e non con un completo distacco da essa. Tale concezione in realtà era sempre stata presente nell'insegnamento della Chiesa, ma Escrivà ha contribuito ad attualizzarla.
Per il resto perdonami, ma penso che il cilicio sia più presente nella polemica della sinistra che nell'Opus Dei.
Secondo me dovreste allora raccontare e spiegare i lati positivi di Escriva, e criticare quel suo lato negativo relativo alle pratiche di autoflagellazione.
Se tu presenti Escriva ai tuoi figli come un santo, e poi i tuoi figli vengono anche a sapere che si autoflagellava e vogliono imitarlo?
E poi...Ma quale polemica della sinistra, ti prego lascia perdere queste stupidaggini...Le discussioni sono tra persone, non tra sinistra e destra.
Il disgusto verso le pratiche di autoflagellazione e verso le pratiche di sadismo e masochismo è trasversale, ed è ovvio che sia così.
certo.
infatti, riuscire a perdere dopo cinque anni di governo, con 6 televisioni su 7, un sacco di soldi che se "governi" in un certo modo ti arrivano, e se non ti arrivano c'e' zio silvio comunque, ha richiesto una notevole dose di inettitudine.
e' per questo che chi ha compiuto il capolavoro dovrebbe avere la decenza di dimettersi... e invece e' li a rodersi, e a sperare nella seconda chance.
come ebbe a dire indro montanelli, gli italiani sono vaccinati.
ho più volte espresso il mio parere sulla senatrice binetti,e lo ribadisco:se ne vada a casa,non ha nulla a che fare con la nostra cultura,con la cultura della sinistra italiana.