ROMA - Forti perdite, ma si allontana il rischio di una pesante svalutazione della flotta, quindi di una ricapitalizzazione. Il consiglio di amministrazione di Alitalia ha dato prime indicazioni sui conti di un 2006 difficile, che verranno chiusi il 23 maggio: conferma che il quadro è delicato, con perdite ante imposte per 405 milioni (261 più del 2005), ma lancia nuovi segnali di maggiore ottimismo sul 2007. Notizie rassicuranti sul valore della flotta, il tema più delicato sul fronte dei conti: il cda ha "ritenuto di non poter procedere" ad una svalutazione del valore in bilancio degli asset aziendali. Da settimane si rincorrevano indiscrezioni sul rischio di pesanti svalutazione che, sommate alle perdite, avrebbero potuto imporre una ricapitalizzazione, e nel momento più inopportuno, durante la gara del Tesoro per la cessione ai privati del controllo della compagnia.
La soglia di perdite da non superare è di 432 milioni (un terzo del capitale): se il risultato negativo a fine anno dovesse essere più alto, senza svalutazioni, anche considerando le stime più pessimistiche, la compagnia dovrebbe riuscire ad evitare la ricapitalizzazione utilizzando risorse disponibili per 158 milioni. Formalmente il discorso non è chiuso: la compagnia tirerà le somme a maggio con la chiusura dell'esercizio, e dovrà superare l'esame dei revisori dei conti. Negli ultimi quattro mesi del 2006 Alitalia, senza considerare le imposte ha perso 130 milioni di euro (93 in più rispetto all'ultimo trimestre del 2005), ha registrato un risultato operativo negativo per 92 milioni (in peggioramento di 84 milioni), e ricavi del traffico in aumento del 2,3%, a 1,102 miliardi. Nei 12 mesi, il risultato operativo è peggiorato di 218 milioni, con un dato negativo per 266 milioni. Aumentano i ricavi del traffico (+3,7%) a 4,373 miliardi. C'é più fiducia sull'anno in corso. Dopo aver esaminato il budget 2007 e le previsioni per i primi 4 mesi dell'anno, il Cda, "avendo preso atto della proiezione in miglioramento dell'attività industriale nei confronti del 2006", ritiene "di poter conseguire nel 2007 un risultato operativo in miglioramento rispetto a quello del 2006, che potrà risultare positivo con il realizzarsi delle operazioni straordinarie previste in budget". Operazioni straordinarie che restano al momento "congelate" in attesa dell'esito della gara per la privatizzazione. Intanto, le risorse in cassa sono "sufficienti alla copertura dei fabbisogni generati dalla gestione operativa e finanziaria per un arco temporale di ben oltre 12 mesi a partire da fine marzo".
Come era prevedibile, nel 2006 la compagnia non ha centrato l'obiettivo di concludere la fase di risanamento avviata nel 2005. Che è stato un anno difficile era noto. Un anno, indica la compagnia, "caratterizzato da crescenti problematicità, complessità e gravità". Per una serie di fattori negativi che il nuovo Cda presieduto da Berardino Libonati, al vertice della compagnia dal 22 febbraio, ha ricapitolato indicando l'aumento del prezzo dei carburanti (+16% in media rispetto al 2006, per 147 milioni in più), il "parziale mancato raggiungimento degli obiettivi di riduzione degli altri costi" (ridotti di solo 8 milioni), la "fortissima crescita della pressione dei vettori low cost nel mercato domestico ed internazionale". Sotto accusa anche "la conflittualità sindacale" che, indica la compagnia, generando ripetute turbative, in specie sulla regolarità e sulla affidabilità commerciale, ha procurato perdite di provento nel 2006 stimate in circa 100 milioni di euro e danni all'immagine di Alitalia ed al rapporto con la clientela".