Risultati da 1 a 7 di 7

Discussione: Articolo 1

  1. #1
    Sardista po s'Indipendentzia
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    Articolo 1

    Il tema riguarda la revisione dello Statuto del Partito Sardo d’Azione.
    Dopo il XXX° Congresso nazionale, le cui aspettative hanno deluso una parte consistente del Partito, quello dell’adeguamento statutario è l’appuntamento più importante per la ridefinizione delle regole di partecipazione e democrazia interna. E non solo.

    Probabilmente non sarà possibile recuperare del tutto un coinvolgimento unitario fra l’attuale maggioranza alla guida del Partito e la minoranza, nel trovare una sintesi sulla linea politica, ma l’occasione di rinvigorire il nostro statuto potrebbe in qualche modo contribuire a sciogliere residue incertezze.
    Attraverso la riformulazione dell’articolo 1 in particolare, si dovrebbe uscire definitivamente da quella ambiguità (obiettivi) che anche l’ultimo Congresso non ha chiarito fino in fondo.

    Nella relazione di Efisio Trincas all’ultimo Consiglio nazionale si dice:
    Deve essere completato il processo di adeguamento dello Statuto da sottoporre al Consiglio Nazionale in tempi brevi e devono essere approvati i bilanci storici e di previsione, intervenendo nelle politiche di finanziamento del partito ripristinando anche il contributo finanziario degli eletti nelle pubbliche amministrazioni e dei nominati negli enti.”

    Ovviamente non va dimenticato che solo un Congresso può modificare lo Statuto, pertanto il Consiglio nazionale dovrà fissarne la data, più che discutere dell’articolato che la precedente o una nuova commissione dovrà rielaborare.

    Voglio qui ricordare che la tesi della Federazione di Oristano “In caminu po s’Indipendentzia”, maggioritaria al Congresso, conteneva (unica tra quelle presentate) una proposta di modifica dell’articolo 1, sintesi estrema della sua proposizione politica.

    Avendo personalmente formulato e portato all’approvazione della Federazione oristanese quella richiesta, intendo attraverso il forum motivare la proposta.

    Segue…

  2. #2
    Sardista po s'Indipendentzia
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    Rispondendo tempo addietro alla richiesta del forumista “festina lente”, in un altro trhead, avevo abbozzato un “escursus storico” delle modifiche all’articolo 1.
    Ripropongo quella breve ricostruzione, per poi entrare nel merito della proposta di modifica.

    L’articolo 1 dello statuto ha sempre rappresentato la “carta d’identità” del PSd’Az segnando, in alcuni momenti storici, evoluzioni ideologiche, direi dei veri e propri “strappi” col passato; determinando, attraverso il riflesso delle linee politiche scaturite dai Congressi, con una maggiore intensità e durata nel tempo, l’essenza del Partito.

    Si può dire, per quanto ne so, che siano state fondamentalmente due le circostanze in cui si sono verificati dei radicali “salti di qualità” nella sua formulazione.

    Il primo, nel 1968, sotto la spinta e l’influenza delle elaborazioni di Antonio Simon Mossa, in cui il concetto di “autonomia” (che, per quanto innocuo ed insignificante possa oggi sembrare, fu avversato da quasi tutti i partiti succursalisti italiani, gli stessi che contrastarono il concetto di federalismo di cui oggi si fanno confusamente paladini) fu accompagnato dall’aggettivo “statuale”.
    Infatti, al XVI° Congresso (Cagliari, 25 febbraio 1968), fu approvato l’articolo 1 che così recitava:

    Il Partito Sardo d'Azione è una libera associazione di tutti coloro i quali vogliono unirsi allo scopo di costituire una forza politica che abbia come meta l'Autonomia statuale della Sardegna - ben precisata costituzionalmente nell'ambito dello Stato Italiano concepito come Repubblica Federale - e che abbia per obbiettivo la libertà politica ed il progresso economico e sociale del Popolo Sardo, nello prospettiva della Confederazione Europea e Mediterranea.

    Mi pare evidente che “autonomia statuale” altro non sia se non una locuzione per indicare poteri legislativi assimilabili a quelli di uno Stato.

    Il testo verrà ulteriormente definito al XXVIII Congresso Generale (Oristano, 11 – 12 dicembre 1976):
    Il Partito sardo d'azione è una libera associazione di coloro i quali vogliano costituire una forza politica allo scopo di realizzare il progresso sociale ed economico del Popolo sardo e si propongano di condurre la Sardegna all'AUTONOMIA STATUALE, nell'ambito di un patto federativo con la Repubblica italiana e nella prospettiva di una Confederazione europea e mediterranea delle regioni e delle etnie.

    Le avvisaglie e le spinte indipendentiste si ebbero già al XIX° Congresso di Oristano del 1979, ma (pur presente) non ricordo se fu modificato lo Statuto.
    Comunque avevo già inserito nel forum le mozioni del XIX° e XX° Congresso, per ricordare quale fosse la linea politica inequivocabile

    L’impeto indipendentista si sprigionò come tutti sappiamo nel 1981, a Porto Torres.
    Ho vissuto intensamente quel Congresso; non ho però ritrovato il documento dello Statuto, ma la scrittura dell’articolo dovrebbe essere la seguente:

    Il Partito Sardo è una libera associazione di coloro i quali vogliano costituire una forza politica allo scopo di realizzare il progresso sociale ed economico dei popolo sardo e si propongano di condurre la Sardegna all’ indipendenza, condizione per un patto federativo con la Repubblica italiana o con altri stati europei e mediterranei su basi di parità e di interesse reciproco.

    Non ricordo in questo momento, se già al XXII° Congresso (Cagliari, 1-2 marzo 1986), o nello stesso Congresso di Porto Torres, l’articolo incominciò a subire lievi modifiche, come la “e” al posto di una “o” (su richiesta di Mario Melis), ma l’opzione dell’indipendenza è rimasta ferma:

    Il Partito Sardo d'Azione é una libera associazione di coloro i quali vogliano costituire una forza politica allo scopo di realizzare il progresso sociale e economico del Popolo Sardo e si propongano di condurre la Sardegna all’ indipendenza, condizione preliminare per un patto federativo con la Repubblica italiana e con altri Stati europei e mediterranei su basi di parità e di interesse reciproco nella prospettiva di un assetto federalista delle Regioni e delle Etnie europee e mediterranee.

    L’articolo 1, scarnificato successivamente, ha visto l’ultima modifica con il Congresso Straordinario di Sassari del 5-6 dicembre 1998, ed attualmente vigente:

    Art. 1 - IL PARTITO
    Il “Partidu Sardu - Partito Sardo d'Azione" è la libera associazione di coloro che si propongono, attraverso l’azione politica, di affermare la sovranità del popolo sardo sul proprio territorio, e di condurre la Sardegna all'indipendenza.


    Segue…

  3. #3
    Sardista po s'Indipendentzia
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    Due anni fa ho fatto parte della commissione (in rappresentanza della Federazione di Oristano) che ha predisposto le proposte di modifica allo statuto che avrebbero dovuto essere discusse ed approvate al Congresso programmatico di Tramatza (26 novembre 2005), sospeso per “allagamento”.
    Già in quelle proposte, l’articolo 1 prevedeva una piccola ma significativa modifica.
    Eccola:

    Art. 1 - IL PARTITO

    Il “Partidu Sardu - Partito Sardo d'Azione" è la libera associazione di coloro che si propongono, attraverso l’azione politica, di affermare la sovranità del popolo sardo sul proprio territorio, e di condurre la Nazione sarda all'indipendenza.

    La proposta di sostituire “Sardegna” con Nazione Sarda, fatta in commissione da Lorenzo Palermo, è stata subito da tutti accettata senza bisogno di spiegazioni.
    Riferirsi infatti genericamente alla Sardegna come entità geografica, risulta meno efficace e significativo sul piano politico rispetto al concetto di Nazione Sarda (peraltro già esplicitato nell’art. 3), decisamente più pregnante.

    Arrivo quindi al dunque, riportando il contenuto dell’ Allegato n. 1 della tesi “In caminu po s’Indipendentzia”:

    Proposta di modifica all’art. 1 del Partito

    Al fine della revisione dello Statuto, che verrà effettuata nel Congresso successivo, previsto nell’ordine del giorno del XXX Congresso Straordinario, la Federazione di Oristano propone per sancire la linea politica emergente dalla tesi la seguente modifica all’art. 1 dello Statuto:

    Il Partidu Sardu/Partito Sardo d’Azione è la libera associazione di coloro che si propongono, attraverso l’azione politica democratica e non violenta, di affermare la sovranità del popolo sardo sul proprio territorio, condurre la Nazione Sarda all’indipendenza e costruire il proprio Stato: la Repubblica sarda.

    Mi sono permesso di apportare una modifica formale e non sostanziale all’ultima parte.

    Partendo dal presupposto che il primo articolo dello statuto debba contenere i principali concetti fondanti dell’identità, del metodo e degli obiettivi politici del Partito, alcuni dei quali presenti nei successivi articoli, ritengo importante che siano manifestati contemporaneamente in quel contesto.

    Il metodo dell’azione politica non può che essere quello democratico, popolare, e che in ultima analisi si esercita nelle forme istituzionali.
    Scontato il concetto della non violenza, già presente nell’art. 4, che può essere esteso nelle forme della disobbedienza civile e della resistenza attiva e passiva. Senza scomodare Ghandi, da sempre Michele Columbu ha richiamato tali principi.

    Sull’affermazione della terminologia di Nazione sarda, non c’è bisogno di aggiungere altro.
    Ci appartiene da almeno 30 anni.

    E arriviamo all’ultima parte, la più “spinosa”, ma anche lo spartiacque tra la coerenza ideale e l’ambiguità negli obiettivi e conseguentemente nella prassi politica.
    Mi pare sia arrivato il momento di colmare quel vuoto che nel 1981 - ciascuno darà le proprie motivazioni al perché - non si ebbe la determinazione di adempiere, trasferendo la prospettiva della Repubblica sarda contenuta nella Mozione unitaria conclusiva, nell’articolo1.

    Provo ad immaginare la possibile obiezione: ma così si espone il Partito all’accusa di associazione tendente a violare “l’unitàdelloStato”, anche se in modo democratico e non violento. Chiedo scusa ma mi nci scapat s’arrisu.

    Il Popolo sardo delegò i rappresentanti del Partito Sardo d’Azione che parteciparono alla scrittura della Costituzione italiana; il Popolo sardo ha il diritto di determinare il proprio futuro.

    Sarà capace il Partito di mostrare “saldi rognoni”, approvando tali integrazioni?

  4. #4
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    Il Partidu Sardu/Partito Sardo d’Azione è la libera associazione di coloro che si propongono, attraverso l’azione politica democratica e non violenta, di affermare la sovranità del popolo sardo sul proprio territorio, condurre la Nazione Sarda all’indipendenza e costruire il proprio Stato: la Repubblica sarda.



    Eccellente.
    Non condivido il passaggio: "non violenta", poichè la moderazione dovrebbe essere oggi qualcosa di scontato che non và assolutamente reiterato, neppure sotto forma di negazione di inesistenti tendenze reazionarie.

    Come indipendentisti, azionisti e non, non abbiamo bisogno di fronte alla Natzione di negare qualcosa che non appartiene al nostro dna: La violenza.
    Reiterare, sarebbe sintomo di debolezza.

  5. #5
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    Eccellente.
    Non condivido il passaggio: "non violenta", poichè la moderazione dovrebbe essere oggi qualcosa di scontato che non và assolutamente reiterato, neppure sotto forma di negazione di inesistenti tendenze reazionarie.

    Come indipendentisti, azionisti e non, non abbiamo bisogno di fronte alla Natzione di negare qualcosa che non appartiene al nostro dna: La violenza.
    Reiterare, sarebbe sintomo di debolezza.
    Non sono d'accordo non c'è nulla di scontato. Verba volat scripta manet

  6. #6
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    Non sono d'accordo non c'è nulla di scontato. Verba volat scripta manet
    Non condivido, non è un contratto, è politica.
    In politica ogni etichetta affibbiata, anche per negazione, scaraventa l'immagine di un soggetto politico in ambiti predefiniti.
    Ad esempio, chi è oggi nel dibattito politico italiano (perchè nelle istituzioni italiane stiamo) che utilizza l'etichetta della non violenza come bandiera?
    Vogliamo mischiarci ad altre esperienze politiche? Scrivendole persino negli statuti?
    Perchè negare qualcosa che non ci è mai appartenuto?
    Il PSDAZ storicamente è stato un modello, credo che possa tornare ad esserlo, e per fare ciò, è bene evitare alcune attribuzioni che lo diluirebbero nell'ambiguo calderone della politica (talvolta radicale) velata della "non violenza".

  7. #7
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    Citazione Originariamente Scritto da Patriot - SRD Visualizza Messaggio

    Non condivido il passaggio: "non violenta", poichè la moderazione dovrebbe essere oggi qualcosa di scontato che non và assolutamente reiterato, neppure sotto forma di negazione di inesistenti tendenze reazionarie.

    Come indipendentisti, azionisti e non, non abbiamo bisogno di fronte alla Natzione di negare qualcosa che non appartiene al nostro dna: La violenza.
    Reiterare, sarebbe sintomo di debolezza.
    Citazione Originariamente Scritto da Patriot - SRD Visualizza Messaggio

    In politica ogni etichetta affibbiata, anche per negazione, scaraventa l'immagine di un soggetto politico in ambiti predefiniti.
    Ad esempio, chi è oggi nel dibattito politico italiano (perchè nelle istituzioni italiane stiamo) che utilizza l'etichetta della non violenza come bandiera?
    Vogliamo mischiarci ad altre esperienze politiche? Scrivendole persino negli statuti?
    Perchè negare qualcosa che non ci è mai appartenuto?
    Il PSDAZ storicamente è stato un modello, credo che possa tornare ad esserlo, e per fare ciò, è bene evitare alcune attribuzioni che lo diluirebbero nell'ambiguo calderone della politica (talvolta radicale) velata della "non violenza".

    Caro Rep, il significato da attribuire alla terminologia “non violenza”, mi sembrava abbastanza palese nel breve cenno del terzo post.
    Se lo rileggi, il senso non è quello, ovvio, della negazione del ricorso alla violenza, per i motivi che tu stesso hai esplicitato.
    Ho invece fatto riferimento all’art. 4 dello Statuto del Partito, comma quinto, che così recita:

    Il “ Partidu Sardu - Partito Sardo d'Azione" ....
    Rifiuta il primato della guerra nella risoluzione delle controversie e adotta la non violenza come metodo di lotta politica.


    Citando poi due nomi che ho ritenuto rappresentativi.

    Tempo fa cercai di approfondire l’argomento in questione, trovando in rete una quantità impressionante di informazioni in merito.
    Dai un’occhiata ad alcuni di questi siti, ti renderai conto che gli esempi ed esponenti della “non violenza” come metodo di lotta non appartengono al “calderone della politica (talvolta radicale)”, come tu lo hai definito.


    Dopodiché, il Sardismo si esprime quasi sempre in forme originali e peculiari, senza applicare pedissequamente esempi che appartengono ad altri contesti storico-geografici.

    “Nèmos si no sos sardos podet illiberare sa Sardinna dae su colonialismu pro nde fàghere un’isula zivile”.

 

 

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