Voto in aula, Storace sfida l’Unione: «Si tratta solo se non blinda il testo»
di Marianna Bartoccelli

Roma - «Gli ordini del giorno servono soltanto a fissare l’asticella dei 158 voti politici della maggioranza. Vincere su questo serve soltanto ad avere un titolo in più sui giornali. La questione è soprattutto di contenuto. Che l’aula accetti qualcuno dei nostri emendamenti e modifichi così alcune linee del decreto legge».
Così il senatore di An Francesco Storace si smarca dal dibattito politico della Cdl, in attesa del voto di martedì prossimo sulle missioni militari e avanza la sua proposta con piglio pragmatico.
Senatore, considerare inutili gli ordini del giorno avanzati dalla Cdl vuol dire votare si senza nessuna discussione?
«Assolutamente no. Il problema è un altro. Parlando con chiarezza, se il governo vuole i nostri voti non può farlo a scatola chiusa. Le condizioni delle nostre missioni sono diventate diverse, soprattutto in Afghanistan, e allora che accetti qualcuno dei 31 emendamenti presentati che servono a rendere più funzionali le nostre missioni militari».
Ma questo vuol dire allungare i termini, il decreto dovrà tornare alla Camera...
«E allora? Il voto finale deve arrivare entro il giorno 1 e c’è tutto il tempo, se siamo d’accordo».
Lei ha già presentato 13 emendamenti, quali i principali?
«Non sono soltanto miei, ma sono stati firmati da tutto il gruppo di An. Abbiamo chiesto a proposito della Conferenza di pace che venga inserita la «partecipazione di soggetti riconosciuti come interlocutori dal legittimo governo afghano, cioè Karzai. Talebani sì o no, non è un nostro problema. Vogliamo che tra gli obiettivi della missione venga inserita la lotta al narcotraffico attraverso la distruzione delle produzioni di oppio. Inoltre chiediamo che la data di scadenza della missione sia modificata in relazione a quella stabilita dal Governo in sede Nato che è sino al 31 dicembre 2011».
Martedì non si vota solo per la missione in Afghanistan...
«Infatti abbiamo presentato emendamenti anche per la missione in Libano chiedendo di modificare la data, non più 31 dicembre, ma anticiparla al 31 agosto, data di scadenza della missione Unifil. Ed a proposito della Conferenza sui diritti umani delle donne e dei bambini chiediamo di inserire elementi precisi per combattere l’analfabetismo, che è all’85% per le donne, la violenza domestica, contrastare la vendita delle giovani donne per i matrimonio disapplicando così alcune norme di tipo religioso.»
Non le pare di avere messo molta carne al fuoco?
«Visto che il governo ci fa sapere che non ci saranno dimissioni di alcun tipo anche se i suoi voti sono sotto la soglia del 158 politico, facciamo pesare i nostri eventuali voti favorevoli».
Casini parla di ordine del giorno da approvare in cambio del proprio sì...
«Spero che capisca che è finito il tempo in cui ci si può differenziare. Se la Cdl non fosse disponibile a discutere di nessuno dei nostri emendamenti avrei qualche problema a dare il mio voto. Lo ripeto, votare gli odg non serve a nulla. Di emendamenti utili ce ne sono una trentina, possibile che non ce ne sia nemmeno uno da essere accolto?».