Apu agatàu s’artìculu ki ndi kistionaìat, ma ligendiddu no narat nudda de LSC o atru standard.
Podit essi ki mi seu sballiàu.
Connoscèndi is maìstas s’at a podi cumprendi mellus.
S’artìculu, allòddu:
Arbus riscopre la lingua sarda.
L’UNIONE SARDA, 11 dicembre 2006
Arbus. Anche insegnanti e professionisti seguono il corso per imparare a parlare e a scrivere in limba
Alla riscoperta della lingua dei sardi
Trentadue arburesi a lezione di lingua sarda.
Una classe eterogenea per età, percorsi culturali e interessi ma unita da un’unica passione: la riscoperta del linguaggio nei suoi diversi aspetti. Si ritrovano ogni mercoledì, sui banchi di scuola, ospiti dell’Istituto per i servizi turistici di Arbus; ci sono insegnanti, impiegati comunali, liberi professionisti, studenti universitari: tutti seguono le lezioni tenute dalla giovane docente di linguistica sarda Noemi Sireus e dal tutor, la professoressa Maria Cristina Piras.
Gli allievi vengono avviati allo studio delle materie di base necessarie per una corretta esposizione della lingua sarda.
«Trattiamo i concetti generali di linguistica, fonetica, morfologia, sintassi, ortografia - afferma la docente - ma affronteremo anche la questione del vero sardo». In problema legato al fatto non si può parlare di una unica lingua sarda ma di alcune varietà che hanno tutte pari dignità».
Per Simona, la molla che l’ha spinta a iscriversi al corso è stata «oltre all’esigenza di riuscire a scrivere in modo corretto, anche la volontà di acquisire una padronanza delle varietà della lingua sarda in modo da poter distinguere con facilità le varie parlate della Sardegna».
Il corso di formazione linguistica, della durata di 50 ore, rientra nell’ambito di un progetto finanziato dalla legge che tutela le minoranze linguistiche.
«Un intervento – afferma l’assessore alla cultura Elisa Caddeo - necessario per la rinascita dell’uso della lingua locale».
Ad Arbus, secondo le indagini condotte dalla Consulta per la lingua e cultura, l’uso del sardo è particolarmente diffuso tra i sessantenni e oltre, mentre tende a diminuire man mano che si scende con l’età. I giovani parlano pochissimo il sardo se non limitatamente a progetti attuati nelle scuole dell’obbligo.
Lingua parlata dunque, ma quella scritta? La quasi totalità di coloro che parlano in sardo non lo utilizzano per scrivere, ad eccezione di alcuni appassionati che si dilettano a scrivere i loro versi in sardo. L’attività della Consulta si è rivelata essenziale e ha portato anche alla nascita del concorso letterario “Contus e contixeddus” e ad alcune ricerche sui toponimi e cognomi locali. Il progetto, finanziato con 13 mila euro, prevede l’istituzione di uno sportello linguistico aperto per 15 ore settimanali.
La scelta di utilizzare l’attività amministrativa quale volano trainante per un graduale riutilizzo della lingua sarda da parte dei cittadini arburesi è chiara: tutti i cittadini, giovani o adulti che siano, hanno un contatto più o meno frequente con gli uffici comunali.
La possibilità per i cittadini di poter formulare le proprie istanze anche in sardo e ricevere la documentazione richiesta, i certificati o altri atti amministrativi scritti sia in italiano che in sardo consentirà una diffusione capillare della lingua tra la popolazione arburese.