C'è una cosa da mettere nel conto: un limite invalicabile rappresentato dalle risorse che il pianeta potrà ancora fornire ad una popolazione globalizzata in continua crescita.
Se si continuerà ad utilizzare le fonti energetiche a basso costo per produrre "beni di consumo" -come richiesto dal "mercato"- invece di investire in nuove tecnologie atte ad uno sviluppo sostenibile, l'umanità potrebbe ritrovarsi con la pancia vuota e le discariche piene.
Potranno bastare i capitali accumulati a dare un futuro all'umanità?
So per certo che non mi piacerebbe uno stato mondiale che batte moneta, credo che la situazione ottimale sia un sistema monetario privo di banche centrali, dove la moneta sia emessa da banche private, monete in concorrenza tra loro, offerte sul mercato come sono offerti un qualsiasi bene o servizio.
Penso inoltre che non debba essere lo stato ad occuparsi di energia ma i privati, così come credo che gli stati dovrebbero occuparsi poco di politiche sociali. Anche quelle ambientali le lascerei risolvibili dal mercato, v. teorema di coase. http://it.wikipedia.org/wiki/Teorema_di_Coase.
MA questi sono solo miei "gusti" personali.
Credo che sia inevitabile che si vada verso pochi macro-stati, credo che prima che si arrivi ad un unico stato mondiale però si colonizzerà la luna, che magari poi dichiarerà l'indipendenza...
"Se gli Americani consentiranno mai a banche private di emettere il proprio denaro, prima con l'inflazione e poi con la deflazione, le banche e le grandi imprese che ne cresceranno attorno, priveranno la gente delle loro proprietà finché i loro figli si sveglieranno senza tetto nel continente conquistato dai loro padri. Il potere di emissione va tolto via dalle banche e restituito al popolo, al quale esso appartiene propriamente." Thomas Jefferson (1776)
In realtà, mi aspetto nel XXI secolo:
- una tendenza alla crescita del costo aggregato del lavoro, a causa dei limiti che incontrerà prima o poi la delocalizzazione delle imprese rispetto all'urbanizzazione e alla sindacalizzazione e politicizzazione delle masse proletarie mondiali (asintote secolare della proletarizzazione, secondo Wallerstein);
- una tendenza alla crescita del costo aggregato dei materiali e dei processi di produzione, a causa dell'effetto combinato dell'esaurimento delle risorse, della sostituibilità limitata delle tecnologie e dei mutamenti climatici;
- una tendenza alla crescita del costo aggregato del welfare, a causa della mobilitazione sindacale e politica delle masse proletarie e dell'abbandono che si verificherà presto o tardi delle politiche liberiste, i cui effetti deflattivi a lungo termine - con connesso rischio di Grande Depressione - sono sempre più chiari;
- si dovrà verificare se, dalla crisi dello Stato-Nazione si uscirà con uno Stato mondiale democratico, federale e plurinazionale interventista in economia, col sostegno dei movimenti new global o si ritornerà verso il feudalesimo con la disaggregazione degli Stati.
La tendenza secolare alla caduta del saggio di profitto aggregato mondiale è comunque inevitabile a causa dell'esplosione dei costi. Con gli Stati Nazione in crisi sarà sempre più difficile controllare la situazione.
Quello che è certo, quindi, è la fine dell'economia-mondo capitalista.
Credo sia una sciocchezza.
Un certo F. Von Hayek, premio nobel per l'economia ha scritto un bel saggio sulla denzazionalizzazione della moneta e sull'emissione di monete in concorrenza tra loro dalle banche private.
Non mi piace per niente il monopolio delle banche centrali.
Già da tempo conosciuto ed appezzato nonposso far altro che quotarlo e consigliarlo!
Carissimo, l'idrogeno non è una fonte di energia, ma un semplice "vettore" di energia: sarebbe come dire che il futuro sarà basato sulle batterie, fingendo di non sapere che devono essere caricate.
in un prossimo futuro, più che di energia da fusione nucleare, mancherà quella cosa banalissima che chiamiamo ACQUA.
E di questo passo potrebbe mancare anche l'ARIA!