Parlerò al plurale perchè non si pensi che la "vocina" della mia coscienza non sia fastidiosa; vorrei però che l'argomento sul quale vi inviterei a riflettere, fosse affrontato con la più sincera onestà di chi poi ammette che -molto più spesso di quanto sia pur ragionevole supporre- quella, è la vocina della sacrosanta verità!!!
Si tratta della legalità; una faccenda trita e ritrita, sulla quale politologi, giuristi, opinionisti, giornalisti e perfino politici si esprimono vibratamente e spesso (segnatamente in occasione di scandalose quanto sorprendenti notizie criminose in danno dell'erario, che "meravigliano"
l'onesto cittadino comune).
Se dovessi finalmente ascoltare la voce del grillo, nel ricordare che tutte le volte che mi è capitato di entrare negli Uffici della P.A. per risolvere un problema ne sono uscito almeno con due ulteriori e con la sensazione di aver dovuto interloquire con una controparte semmai attenta a ravvisare intoppi, piuttosto che ad aiutare il cittadino a rimuoverli lecitamente, dovrei confessarmi che -tutto sommato- è la P.A. che ci meritiamo! Perchè, onestamente, ricordo che rivolgendomi all'amico in servizio presso quell'Ufficio ho poi risolto agevolmente quel problema!
Vedete, siamo onesti però: in nuce la corruttela (di tutti, perchè credo che tutti -forse, Dio mi perdoni, anche il Papa ha dovuto o deve disturbare il classico "amico") è già ravvisabile nello stile cennato; chi di noi, per sè o per un proprio congiunto od amico, non ha mai cercato la famigerata "raccomandazione"? Chi di noi (se esistesse, vorrei onestamente conoscerlo)può onestamente affermare di essere senza peccato e di poter dunque scagliare la prima pietra? Allora, come possiamo -salendo in cattedra nella condizione professionale delle indicate categorie od anche come docente, magistrato, burocrate o quant'altro- e, "meravigliandoci" dello scandalo scoperto (quando scoppiò il caso del Pio Albergo Trivulsio, tutti rimanemmo assurdamente attoniti e sconcertati, quasi volendo confessare "bugiarda" ignoranza che potesse esistere un tale malcostume), indicarne presuntuosamente il rimedio!!
Finchè esisterà qualcuno di noi che crederà di potersi escludere da un tale radicato modo di vivere, non credo si possa sperare nella rimozione del problema; finchè archivieremo tali considerazioni con la colorita ma complice
riflessione "ma in che mondo vive" (ciò che, purtroppo, essendo molto più semplice è anche più probabile e forse lo farò anch'io), dovremo però avere onesta consapevolezza della sua inrisolvibilità!
Si, partecipiamo pure -da esperti "professori" di turno- alle tavole rotonde, alle sfilate, ai convegni sul delicatissimo tema della legalità; facciamolo pure, ma solo con l'intimo convincimento di aver imbrogliato chi ci ascolta e, soprattutto, noi stessi!!!