Mi piacerebbe che i Conservatori si esprimessero qui sulla loro opinione a riguardo della missione militare in corso a Kabul e nell'Afghanistan occidentale.
Che ne pensate? Come procede? E' stato giusto intervenire?
si
no
Mi piacerebbe che i Conservatori si esprimessero qui sulla loro opinione a riguardo della missione militare in corso a Kabul e nell'Afghanistan occidentale.
Che ne pensate? Come procede? E' stato giusto intervenire?
Bisognava intervenire come siamo intervenuti. Senza attaccare nessuno ma garantendo sicurezza ai civili. Ora la situazione è cambiata, ma dobbiamo restare a maggior ragione, sebbene non abbiamo gli strumenti per garantire ciò che abbiamo garantito finora. Servono più mezzi e più uomini.
Ovviamente era sacrosanto intervenire,e sarebbe giusto rimanerci fino alla scomparsa dell'ultimo Talebano.
Dico "sarebbe" perchè in realtà come sappiamo i soldati italiani non sono impegnati come gli altri paesi a combattere direttamente contro i guerriglieri e i terroristi.
Il nostro governo in realtà non ha la minima intenzione di assumersi questa responsabilità,per non rischiare una spaccatura a sinistra;intanto i soldati americani,inglesi,canadesi e di altri paesi rischiano la pelle e si vedono costretti a combattere seriamente per il controllo del territorio.
Il voto del Senato di ieri ha visto l'opposizione(quella vera,non quella dei traditori del patto con gli elettori)astenersi sul decreto;tuttavia non bisogna assolutamente credere che lo scopo fosse quello di ritirare i soldati -da tutte le aree del globo,poi,non solo dall'Afghanistan!-
No,lo scopo era quello di ottenere(ma è stato inutile)un preciso impegno del governo per l'invio di un migliore armamento,e la possibilità di impegnarsi per un cambiamento delle regole di ingaggio,in modo tale da assicurare una difesa attiva.
Così non è stato,al di là di ordini del giorno che sono carta straccia.
Inoltre,non è stato possibile dire sì e sostenere un governo che tratta con i tagliagole e invita terroristi a conferenze di pace.
Dunque,la scelta dell'astensione non mira certo al ritiro dei soldati,bensì ad un rafforzamento della loro presenza su quel territorio.
Sarebbe stato molto semplice,con una bocciatura del decreto,predisporre in tempi brevi un altro decreto o disegno di legge per garantire gli stipendi ai soldati.
Con un altro governo!
Ora rimaniamo in Afghanistan,sperando che non accada nulla.
Purtroppo temo che,considerata anche la debolezza dell'Italia in campo internazionale (criticata da tutti,presa in giro persino dall'Olanda),i terroristi ne approfitteranno. La guerriglia talebana si avvicina.
Ho fatto pubblica ammenda per aver appoggiato l'intervento in Iraq ubriacandomi di balle neocon. Non faccio lo stesso per l'Afghanistan (il caso è evidentemente diverso) ma la cocente delusione irachena mi ha indotto a essere molto più prudente: è un lucido ragionamento politico e non già una posizione assunta sull'onda dell'emozione. In futuro appoggerò un intervento armato su cento, solo ed esclusivamente quelli dettati da limpide motivazioni e non da furori ideologici in stile "export-democracy". Per intenderci: assolutamente favorevole se c'è da massacrare i Janjaweed in Darfur; contrarissimo se vogliono continuare a esportare la "democrazia" petrolifera sulla pelle dei nostri ragazzi.
Non vado per niente orgoglioso del fatto che i militari italiani si siano trasformati in crocerossine impegnate a mettere cerotti in giro per il mondo (con ingiustificabile spreco di denari pubblici) e pretendo che tornino subito a casa.
Rivoglio la Realpolitik uccisa dall'Utopia: sono un Conservatore.
C'è da dire però che l'intervento in Afghanistan, lungi dal voler "esportare democrazia" tout court, è stato mirato alla distruzione delle basi logistiche di Al Quaeda.
E' grazie all'intervento militare degli alleati se oggi Bin Laden, se non già sepolto sotto qualche tonnellata di roccia, deve nascondersi correndo da un buco all'altro, se il mullah Omar non fa più vedere il suo brutto muso in tv, se l'intera organizzazione di Al Quaeda deve ancra riprendersi dallo schock.
La cosa che più fa specie, è che in tutto ciò il contributo militare italiano NON E' STATO SUFFICIENTE! I soldati italici non hanno potuto fare appieno il loro dovere perché non sufficientemente armati, ingarbugliati da regole di ingaggio inefficaci e sciocche.
Che fare dunque, ora? Io penso che la soluzione non possa venire tanto dal campo quanto dalla politica. Sì, ma da quella NAZIONALE. Prima cade Prodi, prima si potrà ricominciare a discutere in modo serio delle missioni all'estero.
Come di quella, dispendiosissima, che ci vede osservatori inermi di ciò che succede al confine tra Libano e Israele.
Qualcuno può dirmi l'utilità pratica dei soldati italici quale sia?
L'Afghanistan ha formulato sostenuto e posto in essere gli attacchi dell'11/9.
E' stato attaccato in base all'art 5 NATO con autorizzazione ONU e successiva risoluzione 1378 per la formazione di un nuovo governo democratico.
Dal 2001 ad oggi l'obiettivo è sempre lo stesso: individuare ed eliminare i terroristi di Al Qaeda e i loro sostenitori. Il processo evidentemente non è ancora completo e, data la sacrosanta legittimità dell'intervento, è necessario vincere le resistenze interne e inviare più soldati più aerei più carri per terminare la missione, contemporaneamente offrendo copertura e appoggio alle nuove istituzioni afghane.
sante parole.Era sacrosanto intervenire, e bisogna rimanere là finché l'ultimo talebano non sarà sparito
sparito è cmq un eufemismo.
sventrato o messo in ceppi è più corretto.
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P R I M O_M I N I S T R O_D I _P O L
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Presidente di Progetto Liberale