http://www.repubblica.it/2007/03/sez...argherita.html

IL RETROSCENA. Riunione dai toni preoccupati dei firmatari
del manifesto dei cattolici democratici dopo la diffusione del testo dei vescovi
Il vertice dei 60 della Margherita
"Ma la nostra Nota è la Costituzione"


di GIOVANNA CASADIO



Vessilli della Margherita durante una manifestazione

ROMA - A memoria, nessuno dei presenti ricordava un richiamo all'obbedienza tanto perentorio da parte del Vaticano. Eppure nella saletta della Camera, i cattolico-democratici della Margherita riuniti per parlare della Nota della Cei, non mancavano certo d'esperienza in fatto di tensioni con la Chiesa ai tempi del divorzio o per l'aborto. C'erano Sergio Mattarella e Dario Franceschini, Antonello Soro e Gianclaudio Bressa, Franco Monaco e Francesco Saverio Garofani, Giorgio Merlo, Pierluigi Mantini: i parlamentari del "manifesto dei Sessanta" per la laicità e a favore dei Dico, che alla spicciolata si sono autoconvocati.

Pierluigi Castagnetti, l'ultimo segretario del Ppi prima dello scioglimento, è stato sentito al telefono.
"Una riunione? Macché un break di mezz'ora", si schermisce Soro, che è coordinatore della Margherita. Non c'è un comunicato alla fine, ciascuno farà una propria dichiarazione, ma la parola d'ordine è una sola: "Evitare lo scontro con il Vaticano, toni pacati e prudenza. Ma senza arretrare di un passo sull'autonomia della politica", né sulla legge per i Diritti dei conviventi. "Non possiamo accettare vincoli d'obbedienza alla Chiesa nell'azione politica, lo Stato è laico e la politica autonoma. La Costituzione è la nostra Nota vincolante", scandisce Dario Franceschini.

Con Rosy Bindi, la ministra autrice (con la ds Barbara Pollastrini) dei Dico parlano dopo il question-time a Montecitorio. Lei si sfoga: i vescovi non si rendono conto che è più pericoloso quanto previsto dal manifesto per il Family day, cioè un contratto tra conviventi che è un simil-matrimonio però privato, piuttosto della soluzione trovata con i Dico. "Il disegno di legge del governo, i cosiddetti Dico è ispirato ai principi dei vescovi", dichiarerà poi. Parole calibrate, d'accordo con la collega Pollastrini, a difesa della legge sulle unioni civili che punta alla "tutela delle persone e non delle coppie" etero e omosessuali. Le reazioni sono improntate tutte a questo concetto: i Dico "non prevedono alcuna equiparazione tra famiglia e coppie di fatto né etero né omosessuali" bensì il riconoscimento di diritti dei conviventi.

dcmaxversion = 9dcminversion = 6DoOn Error Resume Nextplugin = (IsObject(CreateObject("ShockwaveFlash.ShockwaveFl ash." & dcmaxversion & "")))If plugin = true Then Exit Dodcmaxversion = dcmaxversion - 1Loop While dcmaxversion >= dcminversion

Si cerca di passare sopra all'accusa di "politici incoerenti" che la Cei del neo presidente Angelo Bagnasco, gli rivolge. La fibrillazione è alta tra i cattolici dell'Ulivo. La riunione nella saletta del gruppo ex Margherita - ora Ulivo, in attesa di diventare Partito democratico - è tesa. Qualcuno osserva: i vescovi, almeno "questi" vescovi stanno esagerando. Bressa cita Moro: "Il legislatore ha solo nella Costituzione la sua Nota impegnativa - ribadisce - Se si impedisce al politico cattolico di svolgere fino in fondo la sua funzione se ne inibisce il compito. Le interferenze sono inaccettabili. E i vescovi si stanno occupando troppo del nostro mestiere di legislatori e troppo poco del loro".

"Non c'è però nessuna scomunica nella Nota - osserva Garofani - E io comunque non mi sento affatto incoerente o disobbediente". Soro ricorda che nel merito non c'è una grande novità rispetto a quanto il Vaticano ha già fatto sapere: "Le leggi ricadono nell'ambito della mediazione. D'altra parte ci si dice che non dobbiamo legalizzare le coppie di fatto anche omosessuali? Noi non l'abbiamo fatto. Si parla di tutela dei conviventi? Quello che abbiamo fatto". Preoccupati i "Sessanta" per il Partito democratico che in questo momento è "come una cristalleria".

Il governo ha fatto la sua parte, ora "spetta al Parlamento e tutto è in movimento", commenta Franco Monaco per il quale non c'è il "pentimento" di nessuno dei cattolico-democratici. Tuttavia sotto il pressing della Chiesa, qualcuno "potrebbe vacillare". Il ministro Beppe Fioroni, ruiniano di ferro, molto legato alle gerarchie e che sfilerà al Family day, difende i Dico e la posizione equilibrata del suo partito, la Margherita.

Franca Bimbi, anche lei cattolica di Dl, riflette: "Comunque vada in Parlamento, quella della Chiesa è una battaglia persa, o attraverso i Dico o attraverso il cambiamento del codice civile, la barriera giuridica della famiglia fondata sul matrimonio è caduta da un pezzo". E Castagnetti rincara: "Il tono è paterno e comprensivo, è impegnativa per i laici credenti". I Ds, partner con la Margherita nel Partito democratico, affidano al cristiano-sociale Mimmo Lucà l'analisi più articolata:"Attenzione e rispetto per la Nota della Cei ma non si possono negare i diritti". Esultano invece i Teodem (Bobba, Carra, Binetti, Baio, Calgaro) che si riuniscono nel pomeriggio: "Siamo in linea con il documento Cei". Al Senato si comporteranno di conseguenza. Soddisfatto anche l'Udeur: "La Nota è di conforto alla nostra azione, no ai cattolici a tempo determinato".


(29 marzo 2007)