La Bonino: restiamo nell’esecutivo
• da Corriere della Sera del 1 aprile 2007, pag. 15
I radicali devono restare nella maggioranza, anche perché con un nuovo governo «Marini più Casini» le cose andrebbero assai peggio; e cercare di rafforzare il partito anche in vista del progetto della Rosa nel Pugno: che sarà magari «ibernata» ma certo non «sepolta». E la linea esposta ieri da Emma Bonino alla riunione del comitato nazionale straordinario dei radicali italiani, aperto ieri con la relazione della segretaria Rita Bernardini. Il ministro per le Politiche europee e il Commercio internazionale non ha girato intorno all'argomento: «Noi non siamo un'università o un centro studi: siamo un partito. E ogni partito politico deve fare i conti anche con i rapporti di forza». Il che significa che «non basta avere ragione: bisogna anche trovare i numeri per affermare le proprie ragioni». La leader richiama i radicali al realismo: «Lo sapevamo bene che saremmo entrati in una coalizione con statalisti e comunisti: ma il nostro posto resta lì. Fino a nuovo ordine è questo quello che dobbiamo fare». Questo, naturalmente, non vuol dire accettare ogni cosa senza fiatare. «Bisogna essere leali e non subalterni». Il che, ha chiarito Emma Bonino, «non significa che io sia cieca, sorda e muta. Semplicemente non chiedo le dimissioni di Romano Prodi tre volte al giorno, anche perché che cosa accadrebbe? Arriverebbe un governo Marini più Casini: è bene saperlo». Meglio considerare le cose con piglio pragmatico ed evitare il peggio. Del resto, la leader radicale ha insistito più volte sulla necessità di dare maggior forza ai radicali: «L'esigenza prioritaria è questa: rafforzare i radicali italiani. Anche in vista della nascita della Rosa nel pugno, che è un progeito ibernato ma che io non considero per niente sepolto».