onde evitare errori o sporcarlo con mie interpretazioni, lo riporto qua paro paro... leggilo con attenzione.
Quando l'ho letto io, mi è parso allucinante che un'importante società nella distribuzione abbia dovuto spiegare gli oggettivi impedimenti alla realizzazione del corner... la campagna massiccia evidentemente ha colpito i diretti concorrenti
FARMACI DA BANCO NEI SUPERMERCATI: UNA "LIBERALIZZAZIONE" MIRATA
fonte: Esselunga News numero di Marzo 2007
L'enorme propaganda fatta al Decreto Bersani del luglio 2006, che consentirebbe la vendita di tutti i medicinali da banco fuori dalle farmacie, ha
generato una forte domanda nella clientela, alla quale dobbiamo dare una risposta.
Queste disposizioni, definite "liberalizzazione" del mercato dei farmaci, in realtà
presentano vincoli strutturali e organizzativi che non consentono di liberalizzare il mercato e, soprattutto, che impediscono una diffusione capillare del servizio.
UNA SERIE DI VINCOLI
La normativa prevede che la vendita dei farmaci debba essere effettuata
nell'ambito di un apposito reparto e alla presenza e con l'assistenza di almeno un farmacista iscritto all'Ordine dei Farmacisti.
APPOSITO REPARTO
E' obbligatoria la predisposizione di un apposito spazio, dedicato esclusivamente ai medicinali da banco, che devono essere chiaramente separati così da escludere la commistione con altri tipi di prodotti ed essere inaccessibili quando il farmacista è assente.
Questo obbligo rende possibile la realizzazione di questo reparto di vendita
soltanto in esercizi di grandi dimensioni quali gli ipermercati, il che esclude pressochè tutti i negozi Esselunga.
Questo "privilegio" che di fatto la legge riserva alle grandi superfici di vendita costituisce pertanto
un oggettivo ostacolo alla libera concorrenza, poichè impedisce alle catene con negozi medi e piccoli di vendere medicinali da banco.
PRESENZA DEL FARMACISTA
La presenza del farmacista è obbligatoria. I punti vendita della Grande Distribuzione sono generalmente aperti per 13 ore giornalieri (6 giorni alla settimana, spesso anche la domenica). La presenza continua del farmacista comporta dunque la presenza a rotazione di 3 o 4 farmacisti, tenuto conto anche delle aperture festive e delle ferie.
DI CHE COSA STIAMO PARLANDO?
I farmaci da banco più venduti in Italia riguardano le malattie da raffreddamento, i disturbi gastrointestinali e gli analgesici. Seguono i dermatologici, le vitamine, gli integratori e le medicine per l'apparato circolatorio.
Gli articoli liberalizzati del Decreto sono oltre 2.300, che comprendono però, per esempio: 16 tipi di Talco mentolato, 77 di Glicerolo, 11 di Cebion, 21 di Paracetamolo, 88 di Sodio Cloruro... eccetera.
Nella realtà, gli articoli che si possono ragionevolmente mettere in vendita e che coprono i più importanti principi attivi sono circa 200, suddivisi in:
- GASTRO-INTESTINALI (imodium, guttalax, citrosodina)
- ANALGESICI-ANTIREUMATICI (aspirina, moment, lasonil)
- INTEGRATORI (betotal, cebion, polase)
- SISTEMA RESPIRATORIO (fluimucil, benagol, vicks sinex)
- DERMATOLOGICI (polaramin, cicatrene)
- CALMANTI E DISASSUEFANTI (valeriana dispert, nicorette)
- OFTALMICI (imidazyl, stilla)
- GINECOLOGICI (tantum rosa)
- SISTEMA CIRCOLATORIO (essaven gel, preparazione H)
Si stima che ogni giorno questo "reparto parafarmacia" possa vendere al massimo 250 pezzi,
con uno spazio dedicato che, nei negozi di medio-piccole dimensioni, andrebbe a scapito di interi reparti alimentari.
Tutti questi motivi ci mettono nell'impossibilità di fruire di questa "liberalizzazione" e di soddisfare le legittime aspettative dei nostri gentili Clienti.
LE ORIGINI DEL DECRETO
L'autorità
Antitrust, dal 1998, ritenne ingiustificata l'esclusiva delle farmacie per la vendita dei farmaci da banco, e nel 2005 reputò improrogabile la liberalizzazione della vendita di questi farmaci presso la distribuzione moderna.
Nell'orientamento dell'Antitrust il diritto dei consumatori di accedere liberamente e direttamente ai farmaci di automedicazione non deve essere condizionato all'intermediazione del farmacista, e auspica addirittura la vendita tramite distributori self-service o via internet.
La proposta che invano è stata portata avanti nel corso degli ultimi mesi anche da
Federdistribuzione (la federazione che rappresenta gran parte della distribuzione moderna) è la seguente: i farmaci da banco, essendo medicinali che per la loro composizione e il loro obiettivo terapeutico sono concepiti per essere utilizzati senza l'intervento del medico, potrebbero essere venduti liberamente, senza la presenza obbligatoria del farmacista.
La posizione di
Federfarma, la federazione nazionale che rappresenta le farmacie private, in una lettera aperta al Ministro Bersani datata luglio 2006, propone che i medicinali da banco possano essere venduti in tutti gli esercizi commerciali anche senza la presenza obbligatoria del farmacista. Nonostante questi orientamenti e le raccomandazioni dell'Autorità Antitrust,
il Decreto Bersani è sostanzialmente identico al progetto di legge redatto nel 2005 da Coop; l'obbligo della presenza del farmacista iscritto all'Ordine e la necessità di un apposito reparto nascono con tale progetto di legge. Quindi
una legge pensata ad hoc per gli ipermercati, che nel caso di Coop sono 75.
I FARMACI DA BANCO ALL'ESTERO
I medicinali da banco sono venduti fuori dalle farmacie in Inghilterra, Irlanda, Olanda, Svizzera, Norvegia, Danimarca, Germania... negli Stati Uniti i farmaci da banco sono acquistabili nei drugstore e nei supermercati ormai da decenni. E senza la presenza del farmacista.
IL FUTURO
Il fatto che la legge sia redatta in tal modo, che Coop abbia subito predisposto i reparti prescritti in molti ipermercati assumendo un numero adeguato di farmacisti (in questo seguita da altri gestori di grandi superfici) e che Coop già gestisca molte vere e proprie farmacie, lascia pensare che a queste "parafarmacie" sarà consentita la vendita di tutti i farmaci.
Rimangono dunque poche speranze che si giunga a una vera liberalizzazione dei farmaci da banco. Spiacenti, non potremo dunque per ora offrirvi questo servizio.