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Il libro nero di Roma antica raccoglie i ritratti in nero, come negativi non sviluppati, di famosi personaggi del mondo antico: pamphlet, stroncature, dossier che danno una immagine intenzionalmente unilaterale dei soggetti rappresentati, ben oltre la rinuncia a una qualsiasi obiettività. Sono falsi storici che però dipendono e discendono dalle fonti antiche, interpretate con la faziosità propria della damnatio memoriae, in modo da osservare il lato più oscuro dei protagonisti e le pagine più infelici della loro storia. A considerare questa galleria nasce il sospetto che i Romani della tarda repubblica e dell’impero fossero gentaglia da cui era preferibile tenersi alla larga. È una conclusione ingiusta, ovviamente, ma i pettegolezzi qui raccolti sembrano utili a ridimensionare l’immagine, che il classicismo retorico ha accreditato presso il pubblico, di eroi senza macchia, cittadini severi e integri, esempi talmente alti da intimidire chiunque volesse seguirli.
Giuseppe Antonelli, studioso del mondo antico, ha pubblicato con la Newton Compton Crasso (1987), Lucullo (1989, finalista al premio Strega), Roma tra Repubblica e Impero (1990), Mitridate (1993), Storia di Roma dalle origini alla fine della Repubblica (1994), Gaio Mario (1995), Clodia, Terenzia e Fulvia (1996), Catilina (1997), Scipione l’Africano (1999), Roma alla conquista del mondo antico (2001), Caligola (2001), Gli uomini che fecero grande Roma antica (2002), Silla (2004), Pompeo (2005) e Giulio Cesare (2005).