Sondaggio Ipr Marketing per Repubblica.it: centrodestra al 48% senza Casini
Ma il partito dell'ex presidente della Camera, assieme a Follini, non paga lo "strappo"
Cdl, cinque punti di vantaggio
ma la vera incognita è al centro
Nell'Unione la difficoltà - ma anche la scommessa - si chiama Partito democratico
di MARCO BRACCONI
Pier Ferdinando Casini
LA Cdl al 48 per cento. L'Unione al 43. Il Centro al 7. E' questa la fotografia della forza elettorale dei tre schieramenti in campo secondo l'ultima rilevazione di Ipr marketing sulle intenzioni di voto. Una istantanea scattata dopo lo "strappo" di Pier Ferdinando Casini sull'Afghanistan e la nuova fiducia al governo, nel mezzo di una fase politica dove molto si muove in modo ancora nebuloso e confuso.
Il primo dato sensibile messo in luce dal sondaggio Ipr per Repubblica.it è la conferma del vantaggio della Casa delle libertà (An, Lega, FI, Dc, Nuovo Psi e Mussolini) sull'Unione. Lo schieramento oggi all'opposizione godrebbe del 48% dei voti, quello che governa il Paese del 43%. Il secondo elemento di interesse è la sostanziale tenuta dell'Udc, che non sembra pagare in termine di consensi la rottura con gli alleati. Il terzo - ed è un a conferma anche questa - è la difficoltà dei due partiti che stanno per dare vita, con una complessa e perfino dolorosa transizione, al Partito Democratico.
Vincere comunque. "Vinceremmo anche senza l'Udc", sostiene Silvio Berlusconi. E' una affermazione che i dati Ipr non avvalorano né smentiscono. La ex Cdl, grazie soprattutto alla crescita di Forza Italia, è infatti maggioranza relativa, ma non assoluta. E la tenuta dell'ex alleato Casini, che assieme a Follini supera di qualche decimale il risultato ottenuto alle politiche 2006 (7% contro il 6,8%), dimostra che in determinate condizioni - con una nuova legge elettorale, per esempio - il progetto centrista può frenare la corsa alla rivincita dell'ex premier. Le cui valutazioni sui numeri, pur non essendo campate in aria, peccano forse di eccessivo ottimismo.
Ciò malgrado i dati ribadiscono la "dipendenza" del Polo dalla "sua" creatura politica: la crescita dello schieramento e il conseguente vantaggio sull'Unione dipendono infatti esclusivamente dalla crescita di Forza Italia, oggi al 27% rispetto al 23,7% della scorsa primavera. Il "barometro" del consenso della ex Cdl, insomma, resta legato a doppio filo al successo del partito del Cavaliere.
L'incognita centrista. Le variabili sono numerose. Dalla legge elettorale al profilo che si darà il partito democratico. Dalla tenuta dei due leader in campo, Prodi e Berlusconi, all'esito delle prossime consultazioni elettorali. Ma per il progetto politico dell'Udc i dati Ipr sono incoraggianti. Con il 7% raggiunto assieme a Follini sembra intanto scongiurata l'emorragia di consensi auspicata dagli ex alleati dopo la rottura. A ciò si aggiunga un certo disorientamento degli elettori cattolici del centrosinistra (si vedano le percentuali del futuro Pd), che sembra lasciare ampi margine di manovra per il futuro.
I voti "sottovuoto". I dati Ipr dicono che tra i partiti dell'Unione la difficoltà - ma anche la scommessa - si chiama Partito democratico. E' infatti al partito che ancora non c'è, ma di cui si parla come se già esistesse, che mancano i voti necessari a tenere testa al centrodestra: mentre le altre formazioni del centrosinistra fanno registrare oscillazioni poco significative, Margherita e Ds navigano attorno a un deludente 25 per cento (alle politiche 2006 era il 31,3%).
E' un dato che va comunque pesato con grande prudenza, proprio in ragione della transizione incorso da diversi mesi. Al di là delle considerazioni più propiamente politiche - dal tasso di "riformismo" dell'alleanza di governo alle polemiche sulle questioni eticamente sensibili - è assai probabile che in questa fase di passaggio l'elettorato Ds-Dl sconti una certa aliquota di disorientamento. Non è un caso che il sondaggio non attribuisca a nessun altro partito della coalizione i consensi perduti dall'Ulivo. Voti che sembrano restare "sottovuoto", in una zona grigia e in attesa di futura collocazione.
(3 aprile 2007)