Non credo che ne godano neanche loro...
Che azzo c'è da innovare su una sedia o su altre migliaia di beni di consumo prodotti in Italia se ti copiano anche i prodotti enogastronomici?!
Il treno delle nuove tecnologie l'abbiamo perso da quando le aziendine strozzate dalle tasse e dalla burucrazia facevano fatica a tirare avanti giorno per giorno, altro che "ricerca".
Però, un piccolo imprenditore, per quanto incapace, non è stato condannato a mantenere aperta la sua azienda a vita per dare lavoro agli operai.
Se questi ultimi sono tanto bravi ad innovare, hanno sempre la possibilità di aprire una attività e far morire i cinesi
Provare per credere.
Scusate aiutatemi a capire che io in economia sono negato...
Nel paese A c'e' un certo costo della vita, e gli stipendi sono piu' o meno proporzionati ad esso, una sedia costa 50 euro.
Nel paese B il costo della vita e gli stipendi sono 1/10, fare una sedia costa 5 euro.
La qualita' della vita dipende almeno in parte dal rapporto reddito/costo della vita.
Finche' ciascuno si compra solo le sue sedie, non succede niente.
Invece quelli del paese A cominciano a comprare sedie dal paese B, perche' anche aggiungendo i costi di trasporto sono sempre economiche, diciamo 10 euro.
Non vendendo piu', quelli del paese A che fanno sedie restano disoccupati.
A questo punto cosa si fa? O si lascia morire di fame i sediaioli, o l'economia del paese A si aggiusta, per esempio si abbassano gli stipendi medi. Ovviamente questo non piace agli abitanti A, ma nello stesso tempo si e' abbassato il loro costo della vita (le sedie costano meno), quindi la qualita' della vita non cambia. Il problema e' che tutti nel paese A vogliono sedie meno care, ma nessuno vuole stipendi piu' bassi...
Capisco che il mio ragionamento e' estremamente infantile, ma piu' o meno... Comunque non capisco come si possa impedire che questo accada. Forse se si potesse imporre un adeguamento del valore delle 2 monete?
Capisco, ma ci sono anche ditte che vorrebbero vendere in Italia... il pasto che consumano gli agenti di polizia nelle caserme.
5 Euri il costo medio;
i cinesi forniscono il pasto a 0,90 centesimi, assicurando di non cucinare "animali da compagnia" o roditori, ma pretendono di importare tutto dai paesi dell'estremo oriente.
Su, usate il "brand" Tod's e Ferrari!
Non solo nessuno vuole che gli calino salari e stipendi, ma neanche lo Stato che li taglieggia per circa il 50% intende rinunciare.
Ci sarebbe ancora una differenza della qualità della vita nostra rispetto a chi è ben felice di avere un semplice pasto al giorno e una bici usata per sentirsi felice come non mai.
Scusate, ma questo problema che per insormontabile, è stato regolato fino a pochi anni fa dalle BARRIERE DOGANALI.
C'erano anche tra paesi europei fino a che non sono diventate inutili perché lo stile di vita si equivaleva;
ci sono ancora per chi va a Livigno (zona franca al confine con la Svizzera) a fare il pieno e ad acquistare sigarette, profumi, alcolici, zucchero e qualche altro bene di consumo: al ritorno ce sta il finanzino alla frontiera che può controllare o meno, a sua discrezione, ed obbligarti a lasciare i generi acquistati in esubero nel cassonetto della munnezza.
Altro che Cina!
benissimo, in questo caso si estendono i diritti sindacali: si pretende un controllo da parte dei lavoratori della qualita' delle mense. Se non e' di buon livello non si stipula il contratto. Se la mensa fa schifo si sciopera..
Come vedi la soluzione la si trova nel modo esattamente opposto a quello che auspichi tu.
PS nella mia azienda c'e' un accordo aziendale proprio di questo tipo.
il brand GEOX è italiano
ma le scarpe son fatte in Vietnam e in Cina
quindi l'occupazione è là.
qui ci sono gli utili.
buon per Moretti Polegato.
male x il settore calzaturiero italiano, da anni in crisi profonda.
e se vai a fare un giro in quel di Barletta, o di Macerata, te ne rendi conto.
Il punto fondamentale per vincere, o magari anche solo competere, in un mercato globale, è appunto quello di delocalizzare le mansioni a basso valore aggiunto (in questo caso del tuo esempio fare le scarpe, fisicamente) e mantenere il controllo di tutti quei settori dove il valore aggiunto è molto elevato (in questo caso engineering di processo, design, innovazione sui materiali, marketing retail merchandise ecc ecc).
Uno stato che vuole compensare i posti persi nella produzione delle scarpe deve investire tantissimo nella qualificazione del personale: portare questi operai che erano impiegati a fare fisicamente le scarpe ad un livello dove siano in grado di utilizzare macchine a controllo numerico o altri compiti molto specializzati (e quindi con alto valore aggiunto).
In questa maniera potremmo esportare "lavori di basso profilo e basso stipendio" e mantenere in Italia un' occupazione elevata e soprattutto di qualità migliore.
Non è che bisogna essere dei geni per capirlo: basta copiare quello che stanno facendo negli altri stati...
A parte il fatto che Geox ha anche un paio di stabilimenti in Italia, lo so benissimo che il settore calzaturiero, delle rubinetterie, manifatturiero e' in crisi, come so benissimo che battere i cinesi sul costo del lavoro e' impossibile.
A questo punto o metti i dazi, e conservi una industria manifatturiera decotta e che non ha alcun interesse a innovare (ci sono i dazi!) oppure investi su nuovi prodotti, sul design, ricerca e sviluppo (come fanno gli americani)
io opto per la seconda opzione perche' ovviamente fare il designer e/o un ricercatore e' meglio che fare l'operaio alle presse.