Il ministero degli Esteri russo: "Domani non accadrà niente"
05.04.2007 FONTE: Pravda.ru
"I nostri contatti con la controparte americana non lasciano intendere che domani gli Stati Uniti attacchino l'Iran", ha dichiarato il funzionario del ministero degli Esteri russo Aleksandr Losiukov, commentando la notizia secondo la quale venerdi' 6 aprile alle 4 di mattina prendera' il via l'aggressione militare statunitense nei confronti della Repubblica islamica.
"Sono piu' che sicuro del fatto che domani non accadra' nulla di tutto cio' e a tale proposito non vedo la ragione per la quale si debba creare un panico del genere. Non esiste nessun fatto concreto, nessuna testimonianza che lasci intendere che cio' possa accadere", ha sottolineato l'alto funzionario russo.
Ricordiamo che in precedenza i mass-media sia russi che stranieri, citando una fonte anonima dell'intelligence militare russa, avevano diffuso la notizia secondo la quale venerdi' 6 aprile alle 4 di mattina, gli Stati Uniti avrebbero dato il via ad un'operazione militare nei confronti dell'Iran della durata minima di 12 ore e denominata in codice "Bite" (Morso), che prevedeva un attacco aereo nei confronti dei siti nucleari iraniani al fine di bloccare a lungo termine il programma nucleare della Repubblica islamica.
Va considerato, in relazione a quanto dichiarato dall'alto funzionario russo, che la liberazione dei 15 marinai britannici da parte delle autorita' iraniane ha contribuito ad affievolire la tensione attorno al possibile attacco statunitense, privando inoltre gli Stati Uniti di almeno un pretesto per aggredire l'Iran.
Nonostante le affermazioni del ministero degli Esteri russo, altre fonti sostengono pero' che il Pentagono abbia solamente rinviato l'aggressione militare nei confornti dell'Iran.
Ad esempio il quotidiano del Kuwait "Arab Times", citando fonti governative anonime di Washington, sostiene che gli Stati Uniti attaccheranno i reattori e gli impianti nucleari dell'Iran entro la fine del mese. Il giornale kuwaitiano afferma inoltre che alcuni dipartimenti della Casa Bianca avrebbero gia' preparato il discorso con cui il presidente americano Bush annuncera' e spieghera' all'opinione pubblica americana e mondiale, presumibilmente a seguito della prima offensiva aerea, i motivi che hanno indotto gli Stati Uniti ad attaccare l'Iran.
Di opinione leggermente diversa rispetto a quella del quotidiano del Kuwait e' invece il direttore dell'Accademia delle Scienze armena Ruben Safrastian, il quale in occasione di una conferenza stampa tenutasi nella capitale armena Erevan, ha dichiarato che non e' in previsione, perlomeno nell'immediato futuro, un'attacco statunitense nei confronti dell'Iran.
"Esiste la guerra d'informazione in grado di manipolare l'opinione pubblica verso l'inevitabilita' del conflitto, cosiccome esiste un pressing diplomatico. Ma fino alla fine di maggio, cioe' quando scadra' l'ultimatum dell'ONU, gli Stati Uniti non ricorreranno alla forza nei confronti dell'Iran. A fine maggio nel Golfo Persico giungera' la terza flotta statunitense la quale, secondo quanto dichiarato dal Pentagono, dovrebbe sostituire quella attualmente dislocata. Non va inoltre dimenticato il fatto che l'isolamento dell'Iran non ha ancora raggiunto il livello desiderato dagli Stati Uniti", ha dichiarato Safrastian.
Inoltre il direttore dell'Accademia delle Scienze armena ha aggiunto che l'America farebbe bene a tenere presente l'esperienza storica millenaria dell'Iran. "L'Iran non e' l'Iraq e Mahmoud Ahmadinejad non e' Saddam Hussein. Ecco cosa deve considerare in primo luogo l'amministrazione americana", ha sottolineato Safrastian.