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COMMISSIONE PARLAMENTARE ANTIMAFIA: VARATO CODICE PER LE AMMINISTRATIVE: NO A CANDIDATI IMPUTATI NELLE LISTE
All’unanimità la Commissione approva il codice di autoregolamentazione per i partiti

(Apcom) - La commissione parlamentare Antimafia, riunita oggi a Palazzo San Macuto, ha approvato all’unanimità il codice di autoregolamentazione dei partiti per la scelta dei candidati alle elezioni amministrative (comunali, provinciali e circoscrizionali). I partiti, le formazioni politiche e le liste civiche che aderiscono al codice approvato dall’Antimafia si “impegnano a non presentare come candidati alle elezioni dei consigli provinciali, comunali e circoscrizionali” soggetti nei cui confronti (alla data di pubblicazione della convocazione dei comizi elettorali) sia stato emesso un decreto che dispone il giudizio o nei cui confronti sia stata emessa una misura cautelare personale (non revocata né annullata) oppure che si trovino in stato di latitanza o di esecuzione di pene detentive.
Il codice impegna i partiti anche a non candidare soggetti che siano stati condannati con sentenza anche non definitiva, vale a dire che siano stati rinviati a giudizio per delitti di mafia, di estorsione e usura, di riciclaggio di denaro illecito, di trasferimento fraudolento di valori, di traffico illecito di rifiuti.
Il codice di autoregolamentazione approvato dalla Commissione antimafia, composto in tutta da tre articoli, si applica - per i partiti che lo adotteranno “anche alle nomine di competenza del sindaco e del presidente della Provincia” (art.2).

L’articolato prevede (art.3) che nel caso in cui i partiti, le formazioni politiche e le liste civiche decidano di candidare persone rinviate a giudizio per reati di mafia, si “impegnano a rendere pubbliche le motivazioni” per le quali hanno deciso “di discostarsi dagli impegni assunti con l’adesione al codice”.
Se sara’ approvato dai partiti, il codice potrà essere utilizzato già in vista delle prossime elezioni amministrative in programma in Sicilia de 13 e del 14 maggio, e in quelle previste nel resto d’Italia il 27 e 28 maggio quando alle urne andranno circa 11 milioni e 900 mila cittadini.
Le Province interessate al voto sono Vercelli, Como, Varese, Vicenza, Genova, La Spezia, Ancona e Ragusa. Si voterà anche in 1.022 Comuni, 156 in Sicilia, 29 capoluoghi di Provincia.

Un codice di autoregolamentazione dei partiti per la scelta dei candidati alle amministrative fu varato già sedici anni fa dalla Commissione parlamentare antimafia presieduta da Gerardo Chiaromonte. Il documento fu approvato nel corso della nona legislatura il 23 gennaio 1991 e impegnava i partiti che lo avrebbero adottato a non candidare alle amministrative persone condannate con sentenza passata in giudicato. Era l’alba delle inchieste di Mani Pulite e di Tangentopoli quando un semplice avviso di garanzia poteva decretare la fine di una carriera politica o le dimissioni di un ministro.

La principale novita’ del Codice approvato oggi dalla Commissione antimafia presieduta da Francesco Forgione sta nella non candidabilita’ dei rinviati a giudizio: il “sistema di cautele” attualmente in vigore (il Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali) prevede infatti, da un lato, la non candidabilita’ per i soli soggetti condannati in via definitiva e, dall’altro, la sospensione dalla carica per i soggetti raggiunti da provvedimenti giudiziari non definitivi.

“Il presente Codice - si legge nella relazione introduttiva - diviene, quindi, il mezzo anticipato per contribuire alla trasparenza, alla tutela e e alla libera determinazione degli organi elettivi locali, troppo spesso eterodiretti e condizionati dagli inquinamenti mafiosi: l’obiettivo e’ quello di impedire che il procedimento di selezione democratica dei rappresentanti delle comunita’ territoriali e di individuazione degli amministratori locali subisca alterazioni ad opera di fattori, esterni al quadro degli interessi locali e riconducibili alla criminalita’ organizzata”.