PAPA: SAMARITANO E FERITE AFRICA IN LIBRO SU GESU'
CITTA' DEL VATICANO - Al Samaritano "si spezza il cuore e il dolore lo prende nelle viscere" alla vista di un uomo abbandonato mezzo morto sulla strada tra Gerusalemme e Gerico: quanto poco rende la traduzione "ne ebbe compassione" di fronte a quel dolore delle viscere. All'Africa abbiamo inferto "ferite spirituali" esportando il nostro cinismo: dobbiamo donarle "beni materiali", ma anche cambiare il nostro "stile di vita". C'é anche una profonda lettura della parabola del buon Samaritano nel "Gesù di Nazaret", il primo libro da papa di Joseph Ratzinger: annunciato da tempo, verrà presentato alla stampa il 13 aprile e sarà in libreria il 16, in coincidenza con l'ottantesimo compleanno del papa teologo. Sulle orme di Gesù, dal battesimo nel Giordano alla Trasfigurazione sul Tabor, Benedetto XVI analizza Cristo per coglierne gli aspetti storici e religiosi, in una sua personale ricerca del "volto del Signore" per la quale non pone alcun atto di magistero: "ognuno - avverte - è libero di contraddirmi". Ha iniziato a lavorare all'opera nel 2003, da quando è stato eletto le ha dedicato tutti i momenti liberi, e ne pubblica i primi dieci capitoli.
Edito in Italia dalla Rizzoli, alla quale la Libreria editrice vaticana ha affidato anche i diritti e la diffusione all'estero, il libro sarà presentato dal card.Christoph Schoenborn, arcivescovo di Vienna e discepolo di papa Ratzinger, da Daniele Garrone, decano della Facoltà valdese di Teologia di Roma, e dal filosofo Massimo Cacciari. Il Samaritano, dunque, come icona della compassione, attraverso cui "Cristo ci insegna che non si tratta più di stabilire chi tra gli altri sia il mio prossimo. Si tratta di me stesso. Io devo diventare il prossimo, così l'altro conta per me come 'me stesso'". Una parabola la cui "attualità" è "ovvia": "i popoli dell'Africa derubati ci guardano da vicino. Noi abbiamo portato loro il cinismo di un mondo senza Dio, dove contano potere e profitto". Ma la prossimità dobbiamo provarla anche verso "vittime della droga, del traffico di persone, del turismo sessuale, persone distrutte nel loro intimo, che sono vuote pur nell'abbondanza di beni materiali". E anche questa l'alienazione di cui Marx ha fornito una descrizione "drastica", " non ha raggiunto la vera profondità, perché - osserva il Papa - ragionava solo nell'ambito materiale, ha tuttavia fornito una chiara immagine dell'uomo che è caduto vittima dei briganti".
Nella situazione culturale attuale, con fenomeni alla Dan Brown, la distanza fra il Gesù storico e il Cristo della fede é diventata sempre più grande, e si è diffusa la impressione che sappiamo ben poco di certo su Gesù e che solo più tardi la fede nella sua divinità ha plasmato la sua immagine. Il Papa nel libro ha tenuto conto di tutti i risultati della ricerca moderna per presentare il Gesù dei Vangeli come il vero Gesù storico "come una figura sensata e convincente a cui possiamo e dobbiamo fare riferimento con fiducia e su cui abbiamo ben motivo di poggiare la nostra fede e la nostra vita cristiana". E il Papa tornato teologo tende la mano a quanti vorranno con lui ricercare il volto autentico di Cristo.