Giordano non sa di avere ragione

Bisogna sostenere la richiesta di Rifondazione sui salari. Con altri argomenti


Luca di Montezemolo sostiene che le maggiori entrate disponibili nel 2007 dovrebbero andare a riduzione del deficit pubblico. Secondo l’onorevole Franco Giordano, segretario generale di Rifondazione Comunista, è facile parlare per chi ha la pancia piena. Per Giordano, questi fondi debbono essere destinati a facilitare la conclusione positiva dei negoziati sui rinnovi contrattuali. Ci sembra che Giordano abbia ragione anche se, forse, per motivi diversi da quelli che lui enuncia. Infatti in Italia i salari sono generalmente bassi rispetto alla media dei paesi avanzati. Non ci riferiamo ai lavoratori della legge Biagi, ma essenzialmente ai compensi medi riguardanti i lavoratori a tempo indeterminato. All’epoca del changeover lira-euro hanno subito uno schiacciamento in termini di potere di acquisto reale e non sono successivamente cresciuti in maniera sensibile, data la pressione della competizione internazionale imposta dall’euro alto e dal cambio artificiale delle monete asiatiche. Ne è risultata una sorta di anemia nella domanda interna per consumi di massa sicché la spinta all’economia italiana è interamente affidata alle esportazioni e a quel poco di investimenti che tali circostanze comportano. Per altro aumentare i salari tout court, in questa situazione, significa spesso rischiare la perdita di competitività. Di qui l’obiettiva difficoltà del negoziato su scala nazionale, completamente centralizzata fra sindacati e controparti dei datori di lavoro. Tuttavia una via di uscita ci sarebbe mediante la riduzione dei pesi fiscali sul costo del lavoro, nell’area dell’Irap e dei contributi sociali non destinati al finanziamento delle pensioni e della cassa integrazione. Se il governo destinasse cinque miliardi quest’anno e altri cinque aggiuntivi l’anno prossimo alla riduzione di quattro punti del cuneo fiscale, su tutta la linea (non con i metodi dirigisti a favore delle imprese di cui alla finanziaria 2007), lo spazio per miglioramenti salariali sarebbe maggiore. Probabilmente la crescita dell’economia migliorerebbe. E parte della perdita di gettito sarebbe poi recuperata. La riduzione delle imposte sul lavoro è una ottima ricetta di economia sociale di mercato.

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