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  1. #31
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    qui stiamo parlando di dove nacque ed in che contesto il nazismoo.che come tutti sanno,tranne gli ignoranti come lei,nacque in contesto occidentale,cristiano,borghese.
    le sue elucubrazioni mentali sul mufti in realtà sono solo un goffo tentativo di nascondere la realtà.peraltro mal riuscito.non risulta in alcun documento storico che ad auscwhitz ci fossero kapò islamici.nè che a norimberga tra i criminali nazisti ci fossero islamici.in quanto ai lavoratori arabi che conosco,sono certamente migliori di lei.ma tanto,ci vuole poco
    Le mie elucubrazioni mentali le sono evidentemente ignote, in quanto non ho mai parlato di auschwitz, di Kapò, nè tantomeno di Kapò islamici, che non sono mai esistiti in nessuna parte al mondo. E' esistita invece un'intera brigata islamica delle SS in Bosnia, durante la guerra quando le forze dell'asse penetrarono nei balcani. Non perchè sono state costrette ad arruolarsi in cambio di un miserabile piatto di minestra per non morire di fame. Ma perchè avevano una comune unità di intenti. Per cui la invito a ragionare sui fatti e non sui comodi schemi mentali prodotti dalle anime belle. Quanto al resto e' ovvio che il nazismo è nato in occidente, non certo grazie alla cultura cristiana, ma in aperta contrapposizione ad essa come chiaramente si evince dai contenuti etici e morali delle due dottrine.

  2. #32
    .... .....
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    Chi è più cattivo..Bush che spappola la testa con i bombardamenti aerei..o i feroci talebani che tagliano la testa col coltellaccio..?
    Bè..i talebani sono più ecologici..e di questi tempi..non è un demerito...
    Bisogna dare all'uomo non ciò che desidera..ma ciò di cui ha bisogno...
    (la via diretta non è la più breve)

  3. #33
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    Citazione Originariamente Scritto da contericci Visualizza Messaggio
    Le mie elucubrazioni mentali le sono evidentemente ignote, in quanto non ho mai parlato di auschwitz, di Kapò, nè tantomeno di Kapò islamici, che non sono mai esistiti in nessuna parte al mondo. E' esistita invece un'intera brigata islamica delle SS in Bosnia, durante la guerra quando le forze dell'asse penetrarono nei balcani. Non perchè sono state costrette ad arruolarsi in cambio di un miserabile piatto di minestra per non morire di fame. Ma perchè avevano una comune unità di intenti. Per cui la invito a ragionare sui fatti e non sui comodi schemi mentali prodotti dalle anime belle. Quanto al resto e' ovvio che il nazismo è nato in occidente, non certo grazie alla cultura cristiana, ma in aperta contrapposizione ad essa come chiaramente si evince dai contenuti etici e morali delle due dottrine.
    ma nemmoeno per sogno.il nazismo è nato proprio dal cristianesimo,ne è il figllio degenere,ma i cromosomi ci sono tutti.

  4. #34
    Giuliano_IMP
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    Citazione Originariamente Scritto da gattolaceleste Visualizza Messaggio
    ma nemmoeno per sogno.il nazismo è nato proprio dal cristianesimo,ne è il figllio degenere,ma i cromosomi ci sono tutti.

    Assolutamente sbagliato. Se intendi con "nazismo" il nazional-socialismo tedesco, esso ha un carattere originario assolutamente pagano ed anticristiano. Che strada facendo abbia dovuto adeguarsi al fatto di essersi trovato ad affrontare la effettuale cristianizzazione secolare della "bestia nordica", questo semmai fa onore ai suoi capi e dirigenti (per aver scelto un cammino pragmatico)...Putroppo circolano molti luoghi comuni attorno a queste questioni...



    Giuliano l'Apostata

  5. #35
    Giuliano_IMP
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    Citazione Originariamente Scritto da gattolaceleste Visualizza Messaggio
    qui stiamo parlando di dove nacque ed in che contesto il nazismoo.che come tutti sanno,tranne gli ignoranti come lei,nacque in contesto occidentale,cristiano,borghese.
    le sue elucubrazioni mentali sul mufti in realtà sono solo un goffo tentativo di nascondere la realtà.peraltro mal riuscito.non risulta in alcun documento storico che ad auscwhitz ci fossero kapò islamici.nè che a norimberga tra i criminali nazisti ci fossero islamici.in quanto ai lavoratori arabi che conosco,sono certamente migliori di lei.ma tanto,ci vuole poco
    Purtroppo per te , le tue conoscenze riguardo al nazismo derivano dalla storiografia marxista che ha mistificato parecchio (ad essere benevoli) riguardo ad esso.
    Bisogna leggere anche qualcosa d'altro oltre agli scritti di gente "parte in causa". E' come se ci si volesse "informare" sulla questione olocaustica leggendo gli scritti di Wiesel o della Arendt.....


    Giuliano l'Apostata

  6. #36
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    Pantano afghano
    Riferire alle Camere per recuperare la credibilità perduta

    Le dichiarazioni del premier afgano Karzai sulle modalità del sequestro Mastrogiacomo hanno clamorosamente smentito la versione che ci era pervenuta dal governo attraverso le parole del ministro degli Esteri D'Alema. Eluso il problema specifico nel suo discorso al Senato, il ministro degli Esteri, in una trasmissione televisiva, aveva detto che la decisione di liberare i talebani era stata del governo afghano nella sua piena autonomia. Karzai ha dichiarato, al contrario, che l'Italia, per ragioni di politica interna, aveva chiesto al suo paese di rimettere in libertà i terroristi e, visto che il governo di Kabul non aveva certo gradito una tale soluzione, Karzai ha non solo fatto sapere il suo fastidio - assicurando che mai più una tale eventualità si sarebbe potuta ripetere - ma ha anche fatto arrestare il mediatore di Emergency, considerato un "facilitatore talebano".



    In questo caso ci si consenta una parentesi per commentare gli appelli di Gino Strada in televisione: il fatto che tale personaggio portasse due milioni di dollari in consegna, piuttosto che fuggire per un viottolo laterale, non significherebbe un bel niente, perché sempre il denaro finirebbe nelle sue tasche.

    Tornando a Karzai, il suo punto di vista è chiaro ed obbligato: la liberazione dei terroristi in cambio di un ostaggio non doveva farsi e non si ripeterà, viste soprattutto le pretese dei talebani, che avevano in mano ancora l'interprete di Mastrogiacomo.

    Sia chiaro che non vogliamo fare nessuna strumentalizzazione di questa vicenda, abbiamo il massimo rispetto per il tentativo del governo di voler salvare la vita al giornalista italiano e siamo certi anche della sua buona fede nella vicenda. Ma un errore c'è stato, gravissimo e pesantissimo, e nessun altissimo senso di coesione nazionale può evitare che sia posto all'attenzione dell'analisi politica. L'errore di pensare che cedendo al ricatto di un'organizzazione terroristica si risolvessero i problemi, invece che aumentarli, e drammaticamente.

    Intanto Mastrogiacomo è vivo, ma il suo interprete è stato ammazzato. C'è da chiedersi se non vi sia stato un calcolo cinico in questo, sapendo che il governo Karzai non avrebbe trattato per l'ostaggio afghano dopo aver ceduto per liberare quello italiano. E sinceramente non siamo in grado di dire che, prendendo atto della riluttanza del governo afghano, il governo italiano si sarebbe dovuto preoccupare di trovare una sintonia con lo stesso, per evitare strappi dolorosi, lasciando a rischio la vita dello stesso Mastrogia-como.

    Abbiamo salvato una vita preziosa, ne abbiamo persa un'altra e molte altre restano a rischio comunque. Non vogliamo discutere questa scelta del governo, che può avere una sua ragione fondata: anche se non sul rischio di una crisi dello stesso, ovviamente, e speriamo che in questo Karzai si sia sbagliato. Ma allora è il metodo che non ha convinto, il mediatore scelto, il volere mettere con le spalle al muro il governo afghano, come dimostra la sua reazione di queste ore. E non ha convinto la politica di cedere al ricatto in maniera così clamorosa, con tanto di segretario del principale partito di maggioranza che chiede di aprire un tavolo di pace con i tagliagole, che la pace non la vogliono. Fossero stati solo due milioni di dollari, avremmo anche potuto far finta di niente, ma qui il prezzo è troppo alto. Incluso il fatto che il ministro degli Esteri italiano venga smentito - e clamorosamente - da un governo amico su un aspetto così delicato ed imbarazzante come quello della liberazione dei talebani. Anche qui possiamo capire che il ministro degli Esteri non si senta obbligato a dire la verità. Ma egli può tacere, piuttosto che ricorrere alla menzogna. Perché quando un ministro della Repubblica mente, e la sua menzogna viene accertata, occorrerebbe che ne traesse le debite conseguenze. Altrimenti si intende che menta Karzai, e questo provoca ulteriori complicazioni sul piano internazionale. Noi crediamo che, a fronte di una situazione tanto complessa ed incresciosa, il presidente del Consiglio debba venire a riferire alle Camere per spiegare e cercare di fare capire cosa davvero è successo, se vi riesce. Dubitiamo che a questo punto sia facile risalire il precipizio di perduta credibilità internazionale in cui il paese è stato sciaguratamente e incautamente gettato.

    Roma, 10 aprile 2007

    tratto da http://www.nuvolarossa.org/modules/n...p?storyid=3685

  7. #37
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    Questione aperta
    Se la verità di Karzai e quella di D'Alema non coincidono

    Era più che opportuno che il governo, attraverso il ministro degli Esteri, avvertisse l'esigenza di venire a rispondere al Parlamento su una questione che ha messo in dubbio la credibilità stessa ed il prestigio internazionale del Paese, come quella relativa alla vicenda del sequestro e della liberazione del giornalista Mastrogiacomo. Siamo dunque lieti che abbia rotto gli indugi e compreso di non potersi sottrarre al confronto parlamentare.



    Ovviamente siamo ben consapevoli della necessità di salvare le vite umane quando è possibile - lo diciamo all'onorevole Rutelli - ed avvertiamo il bisogno di ottenere un'alta coesione nazionale di fronte alla minaccia del terrorismo. Ma a volte abbiamo il dubbio che nella maggioranza si comprenda fino in fondo quale sia davvero la posta in gioco in frangenti tanto drammatici come gli attuali. Notiamo che, se è stata salvata la vita di Mastrogiacomo - e ne siamo felici - è stata persa la vita del suo interprete e quella del suo autista, e temiamo che finché il terrorismo talebano non sarà estinto, molti altri cittadini afghani perderanno la loro.

    Per ciò che riguarda le modalità della liberazione di Mastrogiacomo, è indispensabile che si sappia quali siano le condizioni che i talebani hanno posto per il rilascio. Perché sulla base delle dichiarazioni rese dal rappresentante del governo alla Camera all'indomani della liberazione - "noi abbiamo adempiuto a tutte le condizioni dei talebani" - viene da pensare che di condizioni non ci fosse certo solo quella della liberazione dei prigionieri talebani. Ci chiediamo quali fossero allora "tutte le condizioni per il rilascio" di Mastrogiacomo e, se fra queste, ve ne fosse anche una relativa alla richiesta di un riconoscimento politico - la proposta di una eventuale futura iniziativa di pace rivolta al gruppo fondamentalista in questione.

    Per un partito che si è forgiato nell'antifascismo come il nostro, non si può istituire una conferenza di pace con i talebani. Con i talebani si istituisce un processo di Norimberga. Perché di fronte al mullah Dadullah, financo Hermann Goering appare una personcina ragionevole.

    Oltre alla vicenda relativa alle modalità con cui è avvenuto il sequestro Mastrogiacomo, vi è anche una questione molto delicata, relativa alle parole del ministro degli Esteri italiano. L'onorevole D'Alema ha infatti detto, in una popolare trasmissione televisiva, che la decisione di liberare i talebani è stata una mossa autonoma del governo Karzai e che il governo italiano non ha avuto contatti diretti con i talebani. Sulla base delle dichiarazioni rese dallo stesso Karzai venerdì scorso, dovremmo credere invece che non sia stato affatto così, e cioè, che al contrario di quello che ha detto l'onorevole D'Alema, le pressioni del governo italiano siano state tali da indurre il governo afghano a liberare i prigionieri talebani. Perché, come Karzai ha appunto dichiarato, se il governo afghano fosse stato davvero autonomo nelle sue decisioni, consapevole dei rischi a cui si sarebbe esposto, mai avrebbe liberato i prigionieri talebani in questione. Sarebbe allora una testimonianza importante, da parte del ministro degli Esteri, una risposta su questo punto, che fosse molto circostanziata, perché altrimenti saremmo costretti a pensare che il ministro degli Esteri italiano, frequentando gli studi televisivi, parlasse con leggerezza, o, ancora peggio, che il capo di un governo amico stia mentendo sui rapporti con il nostro governo.

    Vi è infine un nuovo aspetto inquietante, sul quale vorremmo sentire l'opinione del governo, relativo all'incarcerazione in Afghanistan del mediatore o di uno dei mediatori di Emergency. Il governo italiano ritiene plausibile l'ipotesi di collusione fra questo membro dell'organizzazione non governativa ed i talebani, o ritiene che il governo afghano abbia commesso - o stia commettendo - un madornale errore? Perché altrimenti, se non è un madornale errore del governo afghano sostenere la tesi di un collegamento fra Emergency ed i talebani, è stato peggio che un madornale errore, quello del governo italiano, di appoggiarsi ad una struttura come Emergency per una vicenda di delicatezza tale da compromettere - e speriamo non irrimediabilmente - la stessa credibilità dell'azione del nostro governo: per il passato, e soprattutto per il futuro.

    Roma, 11 aprile 2007

    tratto da http://www.pri.it

 

 
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