Robert Faurisson, Il revisionismo di Pio XII, Edizioni all'insegna del Veltro,pp. 108, € 15,00
Favorevoleagli Alleati e soccorrevole verso gli ebrei, Pio XII era anche revisionista. È proprio il suo scetticismo di revisionista, e non una comuneignoranza dei fatti, che spiega il suo silenzio sul preteso sterminio fisico degli ebrei, sulle pretese camere a gas naziste e sui pretesi sei milioni di vittime ebree di ciò che si chiama oggi “l’Olocausto” o “la Shoah”.
Per coloro che lo desiderano, il solo mezzo per riabilitare la memoria del loro “papa oltraggiato” è quello di parlare il linguaggio della verità verificabile, dell’esattezza storica o, semplicemente, dei fatti.
In tal modo, si darà il caso che essi difenderanno le vittime, che si contano oggi a miliardi, della “mistificazione del XX secolo” (Arthur Robert Butz).
In appendice:
· Un falso: “la preghiera di Giovanni XXIII per gli ebrei”
· Secondo il Talmud, Gesù è immerso, per l’eternità, in escrementi in ebollizione
· Sei domande a Giovanni Paolo II a proposito di Edith Stein
· Una lettera di Henri Roques a Henri Amouroux
Robert Faurisson, nato nel 1929, ha insegnato letteratura francese moderna e contemporanea alla Sorbona; poi, all’Università di Lione 2, ha messo a punto un insegnamento di “critica di testi e documenti (letteratura, storia, mezzi di comunicazione)”.
Nell’ambito del revisionismo letterario, egli ha pubblicato in particolare A-t-on lu Rimbaud? (Jean-Jacques Prévert, 1961; 3a edizione, La Vieille Taupe, 1991) e A-t-on lu Lautréamont? (Gallimard, 1972). Nel campo del revisionismo storico egli ha pubblicato in particolare Mémoire en défense contre ceux qui m’accusent de falsifier l’histoire (La Vieille Taupe, 1980) e, in quattro volumi, Écrits révisionnistes (1974-1998) (edizione privata, 1999).