si sa già qualcosa di questo film?
E' interessante o è la solita cazzata con i comunisti buoni e solidali e i fasci brutti e cattivi?
si sa già qualcosa di questo film?
E' interessante o è la solita cazzata con i comunisti buoni e solidali e i fasci brutti e cattivi?
Mah...vedendo il trailer non mi è sembrato male...poi boh...
ho visto il trailer quando avevo visto 300, mi sembrava una mezza cazzata e in effetti lo sarà, ma mi sembrava anche che presentasse i fascisti come esseri umani, quindi sarei curioso di vederlo...da quello che ho capito è la storia di due fratelli, un brigatista e un fascista...
in realtà è praticamente il contrario, Alvise...mi pare che il film dipinga il comunista come un estremista invasato (e infatti è un brigatista) mentre il fascista sembra più un tipo tranquillo e un po' cazzaro ma simpatico, quindi alla fine il fascista è presentato meglio...donne a parte
per sapere di che parla il film basta leggere il libro " il fasciocomunista".. è liberamente ispirato a quello, io so.
ossia il protagonista "accio" prima è un fascista, poi cambia idea e diventa comunista.
ahhhh non sapevo questa cosa...non l'avevo capito dal trailer...bè cmq me lo vedrò probabilmente.
Penso che il libro e il film divergano notevolmente nella trama.
LIBRO
E' il 1962 e "Accio" ha 12 anni. E' in seminario - sognava di fare il missionario - ma ora s'è stufato e vuole tornare a casa, a Latina. Lì, però, non lo accolgono troppo volentieri: sette tra fratelli e sorelle, più un padre operaio e madre in crisi di nervi. E allora scappa da casa, non va più a scuola, s'iscrive al MSI. Gira con la catena sotto l'impermeabile, entra ed esce dalla questura, lo espellono dall'MSI, entra nel Movimento Studentesco, diventa maoista... Antonio Pennacchi racconta la storia di un eroe istintivo, stupido, goffo, attaccabrighe, arrogante, sentimentale.
FILM
Mio fratello è figlio unico - ambientato a Latina, Roma e Torino tra gli anni ’60 e ’70 - è la storia di due fratelli dominati da uno strano modo di volersi bene: a schiaffi, a spintoni, a pugni. Accio (Elio Germano) e Manrico (Riccardo Scamarcio) sono diversi in tutto, uno fascista e l’altro comunista, uno moderato e l’altro estremista, uno chiuso nel bozzolo di un’ideologia che gli impedisce di vedere il mondo come è, l’altro disponibile a ammorbidire la propria visione del mondo a favore di una vitalità totale. A renderli vicini è una sorta di ‘energia’ che li porta a battersi l’uno contro l’altro, un’energia che è giovinezza, voglia di esistere, di essere considerati, di essere amati. Infatti, in questa famiglia dove ci si accapiglia su tutto, c’è un nucleo affettivo misterioso, poiché quei due fratelli che crescono in perenne conflitto, senza comprendersi, in realta’ si amano disperatamente. E ci parlano di un Paese non riconciliato, non pacificato, ossessionato dalla ricerca di una identità che non riesce mai a diventare ascolto dell’altro, confronto vivo con chi è altro da noi. Accio e Manrico finiscono per riconoscersi simili solo nel finale, proprio quando si rendono conto di essere radicalmente e per sempre diversi l'uno dall'altro. Solo allora realmente si “toccano”. E mentre si perdono eccoli lì che si ritrovano, irriducibili eppure, per la prima volta, davvero fratelli.
Conosci il prezzo di ogni cosa e il valore di nessuna
ieri sera ho visto una specie di spettacolo su questo discorso....
confermo che i comunisti (SCAMARCIO ) sono belli e fighi pieni di donne ...
i fascisti invece sono i soliti sfigati che fanno i saluti romani e gridano duce duce per sentirsi realizzati...e poi anche il fratello fascista, ovviamente altrimenti non sarebbe stato così buono, diventa comunista ...
Quando è che qualcuno di voi diventa un regista importante e fa un film come sideve sugli scontri negli anni 70( dalle imagini che ho visto pure gli scontri sono ridicoli , solo spinte niente cazzotti e sprangate,forse avevano paura di farsi male)