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  1. #1
    Hanno assassinato Calipari
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    "Il programma YURI il programma"
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    Predefinito Mini impianti eolici, in Puglia sono una realtà

    http://www.repubblica.it/2007/03/sez...co-italia.html

    Gli impianti a vento da 20KW potrebbero dare un importante contributo ambientale e occupazionale
    Ogni regione ha però regole sue: molte sono complesse e di difficile applicazione

    Piccole pale non crescono
    il mini eolico frenato da troppe norme

    Eccezione positiva la Puglia: grazie alle nuove norme, moltiplicate le installazioni
    Da Legambiente e imprese produttrici la proposta di un protocollo per semplificare le procedure
    di VALERIO GUALERZI

    ROMA - Il vento c'è sempre stato, la tecnologia è da un bel po' che è matura e da circa un anno ci sono anche gli incentivi giusti. Eppure il mini eolico in Italia continua ad essere semiclandestino e ben pochi conoscono le opportunità di risparmio che questa forma di piccola produzione distribuita di energia è in grado di fornire (vedi la scheda per il dettaglio). A frenarne il decollo è soprattutto la mancanza di una normativa unica, in grado di rendere le procedure semplici e uguali in tutto il territorio.

    Così come avviene per il grande eolico, sono soprattutto il caos e le lungaggini burocratiche a ostacolare le potenzialità delle fonti rinnovabili. Rispetto agli impianti di taglia industriale, il mini ha infatti il vantaggio di non essere invasivo e di adattarsi bene a zone di scarso pregio paesaggistico, come aziende agricole e zone artigianali (guarda le foto). Caratteristica che permette di aggirare anche le resistenze di spesso malintese esigenze di tutela ambientale. A costringere la diffusione del mini eolico a cifre da supernicchia sono però i bastoni normativi gettati tra le ruote di chi vorrebbe abbracciare un modello energetico più sostenibile, tanto per il proprio portafoglio che per la salute del Pianeta.

    Parlare di eolico di piccola taglia significa riferirsi a torri alte non più di trenta metri, capaci di produrre una potenza fino a 20 kilowatt. Impianti che trovano la loro installazione ideale in aziende agricole, zone artigianali, piccoli distretti industriali, campeggi e agriturismi dove il vento soffia mediamente a una velocità di sei metri al secondo. Condizione piuttosto diffusa in molte zone appenniniche e del Mezzogiorno. Per una società o un piccolo imprenditore dotarsi di una di queste torri significa fare un investimento di circa 50 mila euro ripagabile nel giro di 5-6 anni, trasformandosi poi per un periodo altrettanto lungo in una fonte di risparmio (sulla bolletta energetica) e di guadagno (grazie al meccanismo dei certificati verdi).

    Eppure si tratta di un passo che ancora in pochi fanno, con la significativa eccezione della Puglia. La forza e la costanza del vento che soffia sul tacco d'Italia ovviamente svolgono un ruolo importante, ma la discriminante rispetto al resto del Paese è un'altra. "La verità è che in nessuna altra regione installare una torre eolica è semplice come in Puglia", spiega Marcello Garavaglia, responsabile vendite della Blu Mini Power, una delle due aziende italiane leader nella produzione e commercializzazione di impianti di piccola taglia. "Solo la situazione toscana - osserva - è paragonabile a quella pugliese, con le procedure affidate ai comuni di appartenenza, ai quali è sufficiente la dichiarazione d'inizio lavori. Per il resto siamo di fronte a pratiche onerose, in continua evoluzione e di competenza delle regioni".

    Nella speranza di sbloccare questa situazione gli imprenditori che operano nel settore delle fonti rinnovabili e gli ambientalisti che hanno a cuore lo sviluppo dell'energia pulita hanno stretto un'alleanza, stilando un protocollo rivolto alle regioni per l'adozione di una procedura unica semplificata. "In gran parte d'Italia - ricorda Edoardo Zanchini, responsabile per le politiche energetiche di Legambiente - anche per l'installazione di una singola torre in aree prive di vincoli ambientali la procedura è tale da obbligare a studi, verifiche e approfondimenti che rendono i progetti costosissimi e comunque inutili per interventi che hanno un limitatissimo impatto sul territorio". "Le prime risposte dagli enti locali alla nostra iniziativa - spiega Zanchini - sono state incoraggianti, ma di strada da fare ne rimane ancora molta. Il primo passo sarà probabilmente l'istituzione di un tavolo di livello governativo per fissare le linee guida delle rinnovabili".

    Le potenzialità del piccolo eolico, per le sue stesse caratteristiche, sono difficilmente quantificabili, anche se parlare di un obiettivo di mille MW di potenza installata non appare del tutto campato in aria. Ma la preoccupazione di Legambiente non è solo di carattere ecologista. "Il nostro paese - dice ancora Zanchini - ha l'opportunità di sviluppare e diffondere brevetti, di far crescere un importante settore industriale che riguarda la meccanica, i materiali, l'elettronica e le vernici". Un meccanismo virtuoso che si è effettivamente messo in moto lì dove il mini eolico ha trovato le condizioni per svilupparsi.

    In Puglia, ad esempio, è nata la Jonica Impianti, cooperativa pioniera del settore e oggi detentrice di diversi brevetti, così come ha preso corpo un piccolo ma significativo indotto del settore. "Fare delle cifre è difficile, ma sicuramente si è messo in moto un circolo virtuoso dal punto di vista occupazionale e tutto su base locale in zone altrimenti spesso svantaggiate", spiega Rosario Mineo, direttore commerciale della Eneric, una Srl di Bisceglie che distribuisce e installa mini impianti eolici e che per il prossimo anno ha in preventivo l'installazione di una ventina di torri nella sola zona della Daunia.

    "In Puglia - dice - siamo tre o quattro imprese a svolgere questo tipo di lavoro e ognuna impiega una decina di persone. A queste vanno aggiunti poi tutti quei lavoratori che vengono coinvolti ogni qual volta si chiude un contratto: operai edili per le opere civili, geometri per i progetti, tecnici per le pratiche burocratiche, senza contare le possibilità di assunzione che si aprono per quelle aziende che grazie al mini eolico si trovano a migliorare i loro bilanci". Una dinamica che se assecondata da norme e incentivi adeguati secondo Legambiente su scala nazionale può coinvolgere qualche migliaio di persone.

    (16 aprile 2007)

  2. #2
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    Citazione Originariamente Scritto da yurj Visualizza Messaggio
    http://www.repubblica.it/2007/03/sez...co-italia.html

    Gli impianti a vento da 20KW potrebbero dare un importante contributo ambientale e occupazionale
    Ogni regione ha però regole sue: molte sono complesse e di difficile applicazione

    Piccole pale non crescono
    il mini eolico frenato da troppe norme

    Eccezione positiva la Puglia: grazie alle nuove norme, moltiplicate le installazioni
    Da Legambiente e imprese produttrici la proposta di un protocollo per semplificare le procedure
    di VALERIO GUALERZI

    ROMA - Il vento c'è sempre stato, la tecnologia è da un bel po' che è matura e da circa un anno ci sono anche gli incentivi giusti. Eppure il mini eolico in Italia continua ad essere semiclandestino e ben pochi conoscono le opportunità di risparmio che questa forma di piccola produzione distribuita di energia è in grado di fornire (vedi la scheda per il dettaglio). A frenarne il decollo è soprattutto la mancanza di una normativa unica, in grado di rendere le procedure semplici e uguali in tutto il territorio.

    Così come avviene per il grande eolico, sono soprattutto il caos e le lungaggini burocratiche a ostacolare le potenzialità delle fonti rinnovabili. Rispetto agli impianti di taglia industriale, il mini ha infatti il vantaggio di non essere invasivo e di adattarsi bene a zone di scarso pregio paesaggistico, come aziende agricole e zone artigianali (guarda le foto). Caratteristica che permette di aggirare anche le resistenze di spesso malintese esigenze di tutela ambientale. A costringere la diffusione del mini eolico a cifre da supernicchia sono però i bastoni normativi gettati tra le ruote di chi vorrebbe abbracciare un modello energetico più sostenibile, tanto per il proprio portafoglio che per la salute del Pianeta.

    Parlare di eolico di piccola taglia significa riferirsi a torri alte non più di trenta metri, capaci di produrre una potenza fino a 20 kilowatt. Impianti che trovano la loro installazione ideale in aziende agricole, zone artigianali, piccoli distretti industriali, campeggi e agriturismi dove il vento soffia mediamente a una velocità di sei metri al secondo. Condizione piuttosto diffusa in molte zone appenniniche e del Mezzogiorno. Per una società o un piccolo imprenditore dotarsi di una di queste torri significa fare un investimento di circa 50 mila euro ripagabile nel giro di 5-6 anni, trasformandosi poi per un periodo altrettanto lungo in una fonte di risparmio (sulla bolletta energetica) e di guadagno (grazie al meccanismo dei certificati verdi).

    Eppure si tratta di un passo che ancora in pochi fanno, con la significativa eccezione della Puglia. La forza e la costanza del vento che soffia sul tacco d'Italia ovviamente svolgono un ruolo importante, ma la discriminante rispetto al resto del Paese è un'altra. "La verità è che in nessuna altra regione installare una torre eolica è semplice come in Puglia", spiega Marcello Garavaglia, responsabile vendite della Blu Mini Power, una delle due aziende italiane leader nella produzione e commercializzazione di impianti di piccola taglia. "Solo la situazione toscana - osserva - è paragonabile a quella pugliese, con le procedure affidate ai comuni di appartenenza, ai quali è sufficiente la dichiarazione d'inizio lavori. Per il resto siamo di fronte a pratiche onerose, in continua evoluzione e di competenza delle regioni".

    Nella speranza di sbloccare questa situazione gli imprenditori che operano nel settore delle fonti rinnovabili e gli ambientalisti che hanno a cuore lo sviluppo dell'energia pulita hanno stretto un'alleanza, stilando un protocollo rivolto alle regioni per l'adozione di una procedura unica semplificata. "In gran parte d'Italia - ricorda Edoardo Zanchini, responsabile per le politiche energetiche di Legambiente - anche per l'installazione di una singola torre in aree prive di vincoli ambientali la procedura è tale da obbligare a studi, verifiche e approfondimenti che rendono i progetti costosissimi e comunque inutili per interventi che hanno un limitatissimo impatto sul territorio". "Le prime risposte dagli enti locali alla nostra iniziativa - spiega Zanchini - sono state incoraggianti, ma di strada da fare ne rimane ancora molta. Il primo passo sarà probabilmente l'istituzione di un tavolo di livello governativo per fissare le linee guida delle rinnovabili".

    Le potenzialità del piccolo eolico, per le sue stesse caratteristiche, sono difficilmente quantificabili, anche se parlare di un obiettivo di mille MW di potenza installata non appare del tutto campato in aria. Ma la preoccupazione di Legambiente non è solo di carattere ecologista. "Il nostro paese - dice ancora Zanchini - ha l'opportunità di sviluppare e diffondere brevetti, di far crescere un importante settore industriale che riguarda la meccanica, i materiali, l'elettronica e le vernici". Un meccanismo virtuoso che si è effettivamente messo in moto lì dove il mini eolico ha trovato le condizioni per svilupparsi.

    In Puglia, ad esempio, è nata la Jonica Impianti, cooperativa pioniera del settore e oggi detentrice di diversi brevetti, così come ha preso corpo un piccolo ma significativo indotto del settore. "Fare delle cifre è difficile, ma sicuramente si è messo in moto un circolo virtuoso dal punto di vista occupazionale e tutto su base locale in zone altrimenti spesso svantaggiate", spiega Rosario Mineo, direttore commerciale della Eneric, una Srl di Bisceglie che distribuisce e installa mini impianti eolici e che per il prossimo anno ha in preventivo l'installazione di una ventina di torri nella sola zona della Daunia.

    "In Puglia - dice - siamo tre o quattro imprese a svolgere questo tipo di lavoro e ognuna impiega una decina di persone. A queste vanno aggiunti poi tutti quei lavoratori che vengono coinvolti ogni qual volta si chiude un contratto: operai edili per le opere civili, geometri per i progetti, tecnici per le pratiche burocratiche, senza contare le possibilità di assunzione che si aprono per quelle aziende che grazie al mini eolico si trovano a migliorare i loro bilanci". Una dinamica che se assecondata da norme e incentivi adeguati secondo Legambiente su scala nazionale può coinvolgere qualche migliaio di persone.

    (16 aprile 2007)
    Qui mi piaci e mi inviti a nozze . Provincia di Savona comune di Cairo Montenotte torri eoliche preventivate 12 , concesse 6 . Comune di Stella (paese del buonanima di Sandro Pertini) preventivate 6 , concesse 3 .
    Ma chi sarà mai stato a tagliare in maniera così decisa le richieste di una fonte inesauribile e ad inquinamento ZERO ?
    Risposta : quel fenomeno del segretario regionale all'ambiente FRANCO ZUNINO DI RIFONDAZIONE COMUNISTA !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
    Motivazione ? Inquinamento visivo ................... Epico .........
    Naturalmente il progetto per una centrale A CARBONE sempre a Cairo Montenotte va avanti .....................

  3. #3
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    tutto ok,però attenzione al nascente ecobusinesse con tutto il corollario di corruzione,tangenti ai politici ecc..

  4. #4
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    Citazione Originariamente Scritto da yurj Visualizza Messaggio
    http://www.repubblica.it/2007/03/sez...co-italia.html

    Gli impianti a vento da 20KW potrebbero dare un importante contributo ambientale e occupazionale
    Ogni regione ha però regole sue: molte sono complesse e di difficile applicazione

    Piccole pale non crescono
    il mini eolico frenato da troppe norme

    Eccezione positiva la Puglia: grazie alle nuove norme, moltiplicate le installazioni
    Ah, carino! In Molise stanno facendo un piagnisteo vergognoso per 4 pale eoliche che dovrebbero mettere a tre km dalla spiaggia nella zona di confine con l'Abruzzo! Il bello è che dicono: " perché non le mettono in Puglia? ".

  5. #5
    etr500av
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    Sono orribili, hanno devastato il paesaggio, non capisco come gli ambientalisti possano permettere tali scempi....
    La cosa assurda è che gli ambientalisti e i verdi (che in puglia sono al potere) non dicono nulla, invece se si parla raddoppiare la statale 275, arteria fondamentale del salento, che con i mille incorci e passaggi nei paesi ha causato decine di morti, li invece si disperano per non farla realizzare, giustificandosi con in fatto che taglia il territorio... Invece i campi eolici??? In confronto stuprano l'ambiente e sono visibile da km!!!


  6. #6
    .... .....
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    Citazione Originariamente Scritto da etr500av Visualizza Messaggio
    Sono orribili, hanno devastato il paesaggio, non capisco come gli ambientalisti possano permettere tali scempi....
    La cosa assurda è che gli ambientalisti e i verdi (che in puglia sono al potere) non dicono nulla, invece se si parla raddoppiare la statale 275, arteria fondamentale del salento, che con i mille incorci e passaggi nei paesi ha causato decine di morti, li invece si disperano per non farla realizzare, giustificandosi con in fatto che taglia il territorio... Invece i campi eolici??? In confronto stuprano l'ambiente e sono visibile da km!!!


    Il punto è semplice...preferite una centrale eolica o una atomica o una a carbone..oppure stare al buio o comprare energia dall'estero.?
    Alla fine si farà quello che vuole la gente..e tutta non sarà così fessa da prendere nel proprio teritorio le centrali che producono per i posti..che le hanno rifiutate...
    Bisogna dare all'uomo non ciò che desidera..ma ciò di cui ha bisogno...
    (la via diretta non è la più breve)

  7. #7
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    Citazione Originariamente Scritto da etr500av Visualizza Messaggio
    Sono orribili, hanno devastato il paesaggio, non capisco come gli ambientalisti possano permettere tali scempi....
    La cosa assurda è che gli ambientalisti e i verdi (che in puglia sono al potere) non dicono nulla, invece se si parla raddoppiare la statale 275, arteria fondamentale del salento, che con i mille incorci e passaggi nei paesi ha causato decine di morti, li invece si disperano per non farla realizzare, giustificandosi con in fatto che taglia il territorio... Invece i campi eolici??? In confronto stuprano l'ambiente e sono visibile da km!!!

    poi ci si abitua, ma l'impianto è attivo ? tutte le volte che passo in zona le pale sono sempre ferme.

  8. #8
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    Citazione Originariamente Scritto da frank 71 Visualizza Messaggio
    tutto ok,però attenzione al nascente ecobusinesse con tutto il corollario di corruzione,tangenti ai politici ecc..
    Perché preferisci che gli affari vadano male, che torniamo tutti all'età della pietra?

  9. #9
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    Citazione Originariamente Scritto da ConteMax Visualizza Messaggio
    Perché preferisci che gli affari vadano male, che torniamo tutti all'età della pietra?
    voglio sottolineare che è in atto una ricollocazione degli interessi verso l'area dell'ecobusinesse c.d sostenibile e c.d energie pulite.Interessi che riguardano soprattutto il mantenimento e sostentamento economico dei neoapparati di potere politico del ceto amministrativo che si sta consolidando con la svolta governista in tutti i partiti della sinistra.
    Le politiche in campo ambientale,voglio dire,che permettono spazi "vitali"per gli amministratori di sinistra e spazi di evidente strumentalizzazioni per potenziali introm issioni nella "spartizione della torta"per tutti i gruppi politici all'opposizione ,momentaneamente ,ma che aspirano al governo.

  10. #10
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    Citazione Originariamente Scritto da etr500av Visualizza Messaggio
    Sono orribili, hanno devastato il paesaggio, non capisco come gli ambientalisti possano permettere tali scempi....
    La cosa assurda è che gli ambientalisti e i verdi (che in puglia sono al potere) non dicono nulla, invece se si parla raddoppiare la statale 275, arteria fondamentale del salento, che con i mille incorci e passaggi nei paesi ha causato decine di morti, li invece si disperano per non farla realizzare, giustificandosi con in fatto che taglia il territorio... Invece i campi eolici??? In confronto stuprano l'ambiente e sono visibile da km!!!
    Si, hai ragione, sono proprio orribili e le loro pale potrebbero fare strage di poveri uccellini.

    Ma anche i tralicci degli elettrodotti sono orrendi, così come i pali del telefono, le antenne, le paraboliche, le macchine dei condizionatori, i pannelli pubblicitari, i ripetitori dei telefonini, i cavalcavia, strade e autostrade, i viadotti, le gallerie, gli ospedali (orrendo quello di Desenzano visto dalla penisola di Sirmione), le discariche, gli inceneritore (o termovalorizzatori).

    Insomma giovanotti, non potete pretendere di avere "galina, ovo, e cul caldo" come si dice a Verona.

    Se vi piacciono le comodità e la bella vita, se volete aumentare il numero di individui che calpestano il patrio suolo di questa gioconda penisola dovete per forza rassegnarvi a sfruttare l'ambiente scegliendo il male minore.

    Altrimenti non vi resta che fare come certe comunità degli USA: carrozza, cavallino, lavori manuali in campagna, niente divertimenti e amen.

    L'ambiente ringrazierebbe.

 

 
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