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Seeee, vabbè, la RSI era socialista. Ma quanto siete patetici. Il 25 Aprile non farete festa nelle fogne? Che peccato. Noi invece celebreremo la liberazione.
Io personalmente andrò al museo Cervi, che c'è la Banda Bassotti!
Antiglobal: fino a prova contraria quello che viola il regolamento e le scelte dell'amministrazione sei tu ogni volta che cerchi di lanciare una ridicola provocazione.
C'è di male che ha fatto un copia-incolla kilometrico. I suoi ultimi interventi in questo forum sono su questo stile: aprire un thread del genere, finger di voler un dialogo. Preferisco che posti due righe scritte di suo pugno allegate a un link. Sarebbe un intervento già più tollerabile.
Io inserisco tutto perchè altrimenti mi sembra di fare pubblicità e basta...
Comunque ci penserò.... però l'importante è che chi è interessato può salvarsi e leggersi il contenuto di questo saggio... credo che il tema sia moooolta interessante.
saluti
Dai te la posto anche qui Combat: volendo intanto distinguere tra il nazionalbolscevismo del primo Novecento e quello molto molto molto molto molto ambiguo (perchè voglio usare un eufemismo) di oggi partorito da Dughin e Limonov (e quest'ultimo ti ricorderei è pure filoatlantista oggi), già allora Lenin bollò il nazionalbolscevismo come "una pioggia che da terra pretende di arrivare sino al cielo".
Un dubbio non ti viene forse?
A luta continua
Interessante, condivido parte dell'analisi ma io ho conclusioni diametralmente opposte. Giustamente fai notare gli elementi nazionali sia nel sistema staliniani ("socialismo IN UN SOLO PAESE") sia in quelli nazionalsocialisti italiano e tedesco. Io penso che sia stato proprio questo il limite di queste due esperienze (principalmente di quelle nazifasciste).
Il Capitale ha sfruttato le differenze? Certo, ma Stalin e Hitler mica hanno litigato sulla teoria: hanno litigato sui confini delle rispettive aree di influenza. Come fai a metterti d'accordo con uno che crea un apparato teorico (teoria della razza) per spiegarti che tu in quanto slavo devi essere sottomesso a lui?
Personalmente, pur essendo un fervente antfascista, riconosco che se al nazifascismo togli il nazionalismo, il militarismo, il maschilismo, le teorizzazioni della violenza (e della razza, ove presenti).. resta il socialismo.
Per quanto riguarda la lotta tra lavoro e capitale.. credo che non sia affatto finita. Viviamo una fase di sconfitta storica del lavoro, ma non è la prima. Anche dopo la Comune di Parigi sembrava tutto finito: l'esperienza autogestita si era rivelata fallimentare, e il Capitale contrattaccò militarmente ma soprattutto socialmente. A quei tempi, l'arma del Capitale fu la stessa di adesso: l'inclusione nel capitalismo di masse precapitaliste, che ai tempi comprendevano anche gli italiani, e ora sono gli indiani e i cinesi.
Ora che non c'è più lo spauracchio sovietico, il capitale gongola e lavora alla parificazione del costo del lavoro-merce in tutto il mondo, come ovvio in virtù delle regole di mercato. A un certo punto, le condizioni di vita qui saranno molto peggiorate, mentre quelle del proletariato "neoincluso" smetteranno di migliorare. E allora sarà di nuovo un ciclo "di sinistra".