Questo articolo di Daniele Scalea (che è un eurasiatista e dunque direi piuttosto vicino alle idee nazionalbolsceviche) è di un anno fa circa:
"I Limonovcy ed i .diritti civili.
di Daniele Scalea
Aleksandr Dugin, in qualità di dirigente del Me.dunarodnoe
Evrazijskoe Dvi.enie ("Movimento Internazionale Eurasiatista", MED), aveva
annunciato la propria volontà di creare un "fronte anti-arancione", un’alleanza
dei movimenti patriottici russi per combattere gli occidentalisti che minacciano
colpi di stato per il 2008 (data delle elezioni presidenziali, cui non potrà
partecipare Vladimir Putin). Negli ultimi tempi dalle parole si sta passando ai
fatti, con sempre più numerosi episodi di contrapposizione diretta tra gli
eurasiatisti e gli atlantisti russi: il caso più eclatante è di questo mese.
Il 2 aprile a Samara (grande città alla confluenza del fiume omonimo
con la Volga, non lontano da Toljatti) alcuni movimenti "orangisti" avevano
organizzato un comizio per protestare contro la politica del presidente Putin.
Insieme alla sedicente "associazione per i diritti civili" Golos (che in russo
significa "voto" ma anche .voce.) era presente il Partito Nazional-Bolscevico (PNB), il quale in realtà non è né partito né
nazionalbolscevico. Infatti, il PNB non s’è mai visto riconoscere lo status di partito politico dalle autorità russe, ed anzi è
in corso un contenzioso giuridico sulla sua messa al bando.
La formazione nazionalbolscevica fu creata dallo stesso Dugin, ma ben presto l’ideatore del neoeurasiatismo
abbandonò la propria creatura in polemica col co-fondatore Eduard Limonov. Bizzarro intellettuale, già esule a New
York, Limonov ha tradito l’originaria idea nazionalbolscevica portando il PNB su posizioni sempre più estremiste e
filoccidentali. Esso ha dimostrato di fare presa sui più giovani, grazie ad un sapiente utilizzo di simboli, slogans ed azioni
dimostrative spettacolari. Un esempio di queste ultime è l’assalto al Ministero della Salute, avvenuto lo scorso anno: un
atto assolutamente inutile ch’è costato la prigione ai suoi giovanissimi autori, istigati da Limonov. Sempre nel 2005 il
PNB è stato messo fuori legge con l’accusa d’aver pianificato una sovversione di potere in Kazakistan (il locale
presidente, Nursultan Nazarbaev, è il più convinto assertore dell’integrazione eurasiatica), benché Limonov abbia
presentato ricorso contro la decisione del tribunale. Recentemente, all’interno del "Partito" stesso le acque si sono
agitate, giacché molti militanti non condividono l’impostazione filoccidentale e la collaborazione coi neoliberali, cardini
della dirigenza di Limonov: tant’è vero che alcuni nazionalbolscevichi, fuoriusciti dal PNB e guidati da Maksim .urkin,
hanno partecipato insieme al Evrazijskij Sojuz Molodë.i ("Unione della Gioventù Eurasiatica", ESM) al corteo patriottico
anti-orangista.
Nei pressi di piazza Kujby.ev, gli attivisti dell’ESM, i nazboly di .urkin ed altri militanti patriottici si sono scontrati
con gli occidentalisti limonovcy (così sono chiamati i seguaci del PNB) e di Golos. Gli arancioni erano già preparati
all’attacco, e si sono difesi con l’ausilio di pistole ad aria compressa e mazze. Malgrado ciò, i patrioti hanno avuto la
meglio: alcuni limonovcy se la sono immediatamente data a gambe, mentre il "golosita" Aleksandr La.mankin, afferrato
per i capelli, è stato buttato con la faccia su sterco di cane. Tra i patrioti solo il capo dei nazboly anti-Limonov, Maksim
.urkin, ha avuto la peggio, essendo immediatamente preso di mira dagli ex compagni con alcune scariche al volto di
Aprile 2006 . Anno 2, Numero 4 15
pistola ad aria compressa. Ben presto è però intervenuta la polizia a sedare lo scontro. Tra i fermati vi sono il dirigente
locale dell’ESM Valerij Mantrov, il capo dei nazboly Maksim .urkin, i limonovcy Il’ja Gurev e Maksim Kalač, e il dirigente
del Golos Aleksandr La.mankin; tutti sono stati rilasciati dopo tre ore.
Benché piuttosto limitato nelle dimensioni, lo scontro ha destato viva impressione nella Federazione Russa. S’è
trattato, indubbiamente, d’un assaggio di quanto molti s’aspettano per il 2008, e cioè un tentativo di "rivoluzione colorata"
nella Federazione Russa che potrebbe riportare al potere i neoliberali - che la popolazione ricorda con odio, ancora
memore della fame, della criminalità e dell’umiliazione nazionale provocati dal loro governo. Samara ha dimostrato che ci
sarà qualcuno pronto a fronteggiare gli agenti dell’atlantismo con le loro stesse armi, così da mandare in fumo i (non
troppo) segreti piani imperialisti per la Russia."
Infine vorrei anche ricordare che tra i miti dello stesso Limonov ci sono contemporaneamente Stalin, Bakunin, Evola e Mishima (Yukio Mishima, lo scrittore, filosofo e poeta giapponese che si suicidò in diretta televisiva con il rito classico samurai per protesta nei confronti del Giappone del dopoguerra e dello stravolgimento della sociatà feudale giapponese). Ora senza nulla togliere a Yukio Mishima che rimane assieme a Yasunari Kawabata e Kenzaburo Oe uno dei più grandi scrittori giapponesi del Novecento, ma sia lui che soprattutto Evola mi sembrano piuttosto in contrasto con il marxismo.
A luta continua