Originariamente Scritto da
Palvesario
1) Mi piace l'idea che traspare in Tolkien di cultura comunitaria. Mi piace che ogni popolo abbia una sua cultura e non siano omogeneizzati in un unico pastone che poi è inculturale come quello orchesco. Alla fine degli orchi non dice quasi mai nulla, come se non avessero un passato da rivendicare (anche se poi effettivamente sono almeno 2 i gruppi orcheschi).
Tutto ciò è di dx o di sx? Sicuramente a destra è un tema sentito a cui sono arrivati prima, ma anche a sx la sfida alla globalizzazione alienante costringe a ripensare l'internazionalismo in una chiave di "tutti uniti nelle differenze".
MA IN REALTA' SI TRATTA DI COMUNITA'CHE INTERAGISCONO IN MANIERA ASSOLUTAMENTE LIBERA, E INTERCULTURALE. E' SEMPRE LA STORIA DEL BICCHIERE MEZOZ PIENO E MEZZO VUOTO, MA IN REALTA' NEL SIGNORE DEGLI ANELLI APPAR EUN MODO MULTIFORME DI CREATURE DIVERSISISSIME LE UNE DALLE ALTRE CHE INTERAGISCONO, SI MESCOLANO, VIVONO MISSIONI E AVVENTURE INCREDIBILI, RINUNCIANO AL LORO STATUS DI IMMORTALI PER VIVERE CON ESSERI UMANIM, E SI DISEGNA L'UMANITA' NON GERARCHICAMENTE ORDINATA COME FINE PIU' ALTO PER L'UOMO STESSO
2) Mi piace moltissimo (da occhi lucidi davvero) che il nano e l'elfo (due culture tradizionalmente differenti e ostili reciprocamente) ad un certo punto collaborino e, anzi, leghino tra loro più di tutti gli altri. Questa è la proiezione nel microcosmo affettivo del punto precedente, ed è raccontato con una maestria davvero incommensurabile. Essere uniti nelle proprie differenze. Mi capitò di pensarci durante una di quelle interminabili notti a Venaus di qualche anno fa: essere a fianco di un giovane (in questo caso della lega) che come me si opponeva al Sauron-TAV.
INFATTI, QUINDI IL COMUNITARISMO COME BASE DELL'INTERCULTURALISMO.
3) Mi piace la comunità degli hobbit perché è reale. Più reale di quanto non si pensi. Mi piace perché nell'idea di comunità che di solito ci si crea in testa (che sia comunitù di classe urbana, comunità contadina o comunità etnica), poi si sottendono tutti i piccoli screzi, le incomprensioni, gli odi accumulati ed ereditati, insomma si idealizza un modello che poi nella realtà è messo a repentaglio molto di più dalle cazzatine di tutti i giorni che da chissà quale costrutto socio-politico-antropo-economico.
Tolkien invece è serio, e quando descrive la comunità hobbit attraverso una festa di compleanno (che dura centinaia di pagine e non capivo perché un episodio così marginale fosse così lungamente descritto) e lo fa attraverso tutti i piccoli ciocchi tra le famiglie, che non aspettano altro che riemergere. Tolkien ci sembra dire: attenzione ragazzi, la comunità è bella, ma non è il paradiso, non è un meccanismo perfetto, bisogna sempre vigilarci sopra perché il rischio che degeneri è forte. Bisogna occuparsi sempre della Res Pvblica aggiungo io.
COMPLETAMENTE D'ACCORDO
4) Mi piace che la comunità degli hobbit è chiusa, ostile verso il diverso, sembra una specie di paesello di piccoli borghezio. Mi piace che però un manipolo di questi piccoli uomini porti a termine la quest più ardua della terra di mezzo, vedendo cose che tutti gli altri insieme non hanno mai visto. Interessante il fatto che traspare da tutto ciò: essere chiusi senza una visione collettiva paga nel piccolo-medio termine, però è la visione globale e cooperativamente organizzata che poi paga nel lungo, garantendo a tutti la prosperità.
ATTENZIONE PERO' NON CI SONO SOLO GLI HOBBIT, CI SONO TANTE ALTRE COMUNITA' ...
5) Condivido con Tolkien l'amore per la natura e il rispetto per essa, modulato secondo criteri diversi in termini di comunità. Se gli elfi vivono praticamente in simbiosi, gli uomini di Gondor no, con tutte le sfumature di mezzo. Però la critica all'industrialismo progressista c'è ed è evidente, e io da critico verso questo modello di produzione, la condivido.
SI' LA POSIZIONE DI TOLKIEN è QUESTA. NON LA CONDIVIDO IN TOTO, CI SI DEVE SPORCAR ELE MANI COL PROGRESSO INDUSTRIALE, PERCHè OLTRE AD AVERE PUNTI OSCURI,E NOTEVOLI, E' L'UNICA VIA ATTRAVERSO LA QUALE COSTRUIRE UNA SOCIETA' NELLA QUALE TUTTI GLI ESSERI VIVENTI POSSANO VIVERE. SIAMO TANTISSIMI, E UN RITORNO AL PASSATO SAREBBE CATASTROFICO. QUESTO NON VUOL DIRE NON VEDERE LE CONTRADDIZIONI PROFONDE DEL MODELLO INDUSTRIALE CAPITALISTA.
6) Mi piace il filo conduttore di fondo della compagnia dell'anello: la cooperazione, la solidarietà. Sono uomini liberi che decidono liberamente di combattere. Non sono coattamente obbligati a farlo come dalla controparte. E la cooperazione, la solidarietà sono davvero il filo conduttore della compagnia, perché quando decade questo (per colpa dell'anello che ammalia, vedere il punto successivo), la compagnia si sfascia.
LA SOLIDARIETA'? SI, MA A ME SEMBRA CHE IL VALORE PRINCIPALE SIA L'AMICIZIA, UN VALORE PIU' INDIVIDUALE, MA NON MENO PREZIOSO.
7) Tante sono le interpretazioni che si sono date dell'anello e di Sauron. Sauron URSS, Sauron USA, Sauron nazista...Io non so bene chi sia Sauron con chiarezza, potrebbe essere benissimo l'URSS e non mi sconvolgerebbe affatto, anzi, però l'anello ho ben chiaro cosa è: l'anello è il potere, la sua bramosia, ed è una cosa che non può essere combattuta con lo metodo.
Il potere, come forma strutturale-organizzativa della società non produce nulla di buono: è imperialista, totalitario e totalizzante, uniformante e violento. Meglio le piccole comunità associate a sto punto sembra trasparire, nonostante i legami tra le comunità non siano sempre idilliaci e creino uno scompenso che, prima di "mettersi in modo" in maniera funzionale, rischia di mettere a rischio tutta l'avventura (ricordo che il primo libro termina veramente in malo modo).
NO, L'URSS NON C'ENTRA NULLA E TOLKIEN LO HA AFFERMATO A CHIARE LETTERE:
Quella che può sembrare l'analogia più significativa, tra Mordor e Unione Sovietica, è smentita da Tolkien nella lettera 229 (La realtà in trasparenza): «La localizzazione di Mordor all'est è dovuta semplicemente alle necessità geografiche del racconto, all'interno del mio sistema mitologico. La fortezza originaria del Male era (come vuole la tradizione) a nord; ma dato che venne distrutta e sepolta sotto il mare, doveva esserci una nuova fortezza, lontana dai Valar, dagli elfi e dalla potenza marinara di Númenor».
NIENTE URSS DUNQUE
In questi primi punti che ho delineato, per lo più sociali, non rientrano tutti quelli invece legati al rapporto personale dei vari personaggi che offrono migliaia di spunti di ispirazione, su un numero di temi enorme: coraggio, gloria, amicizia, amore...
In definitiva io la morale "sociale" che traggo dal SdA è che la miglior convivenza possibile è quella delle comunità solidali tra loro, in un rapporto paritario e cooperativo, senza perdere però la propria identità. Forse è la mia "curvatura" del libro, ma così mi piace immaginarla.
SONO D'ACCORDO