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  1. #1
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    Predefinito Due decenni dopo la partenza delle truppe sovietiche dall’Afghanistan

    Il 15 febbraio [1989] rappresenta per me una data amara e fatale. Esattamente 21 anni fa Gorbaciov e compagnia ritirarono le nostre truppe dall’Afghanistan, rinnegando i nostri fratelli, abbandonandoli a morte certa, tradendo coloro che avevano creduto in noi e che avevamo sostenuto e amato. Non è un segreto che quando le nostre truppe abbandonarono ordinatamente l’Afghanistan, la popolazione locale piangeva. Sapevano cosa li attendeva.


    Gorbaciov non solo ha tradito i nostri amici. Ha tradito i militari, tutti coloro che erano morti, tutti coloro che avevano difeso il confine meridionale del nostro paese dal terrorismo internazionale, da gente selvaggia e spietata, dall’Impero del Male, gli Stati Uniti d’America.

    Abbiamo ripudiato noi stessi, inferendo un terribile colpo al nostro paese, vanificando tutti gli sforzi e le perdite subite dal nostro esercito per vincere questa guerra non solo con i dušman (1), ma con l’Occidente che li ha sostenuti e tutti i radicali musulmani che non conoscevano problemi di soldi, armi o truppe.

    I nostri soldati e ufficiali hanno compiuto il loro dovere professionale, creando alla nostra frontiera meridionale uno stato stabile, filo-sovietico, filo-russo. I nostri ingegneri, medici e specialisti costruirono un paese moderno laddove non c’era niente. Un paese che non aveva bisogno più nemmeno delle nostre truppe, ma solo di armi, denaro e specialisti. E’ quanto fanno gli Stati Uniti in mezzo mondo. Ma non facemmo nemmeno questo. Abbiamo tradito tutti per vivere tranquilli.

    Il nostro esercito vinse quella guerra. Ma gli Stati Uniti si considerano i vincitori. Ed è vero. Hanno perso sul campo di battaglia, come in passato fecero in Vietnam, Corea e ovunque abbiano tentato entrare in combattimento con noi. Ma con il tradimento, la corruzione e la slealtà vinsero eccome. Come sempre ricorsero alla bassezza della natura umana e alla fine vinsero. Da dove siamo usciti noi, sono entrati loro. Un luogo sacro non è mai vuoto. Siamo partiti dall’Afghanistan e ora ci sono gli americani. Ce ne siamo andati dall’Europa orientale e ora ci sono gli americani. Ce ne siamo andati dalla Georgia e anche lì ora ci sono gli americani.

    Nessuno può dubitare che se ce ne fossimo andati dalla Cecenia, cosa per cui si sono impegnati i nostri nemici esterni e interni, ora laggiù ci sarebbe una base americana.

    Hanno usato la guerra per instillare il senso di disfattismo. Hanno fatto ricorso a tutto, dai film alle canzoni melanconiche di Rosenbaum come “Black Tulip” (Tulipano nero). Sono sicuro che la Grande Guerra Patriottica non era meno terribile, ma a nessuno venne in mente di convertire in inni canzoni come questa: “Stalin diede l’ordine l’ordine alle artiglierie” o “I carristi sovietici stanno annientando il nemico”, diamine queste si che erano vere canzoni. Per questo la nostra vittoria è stata indiscutibile e non ha lasciato spazio ai dubbi.

    Naturalmente, nessuno può attendersi scuse dai traditori. Sono occupati a fare la pubblicità alle borsette di lusso, alle pizzerie, a dare conferenze e ricevere premi come “miglior tedesco”. Ma vorrei dire a tutti quelli che sono caduti in questa guerra, a tutti coloro che ci sono passati attraverso, che non lo fecero invano. Stavate difendendo la nostra Patria e la sapeste difendere. Vinceste il più terribile e pericoloso dei nemici e ora che ha mostrato completamente i suoi artigli, lo può vedere tutto il mondo. Noi, l’intero paese vi è debitore e non è colpa nostra se i dirigenti di allora hanno reso vano il vostro sacrificio.

    Vorrei chiedere perdono a Najibullah (2), impiccato ai cancelli dell’ambasciata italiana. Vorrei chiedere perdono a Honecker, che perseguitato in tutto il mondo non ha potuto morire nel suo paese, a Ceacescu, che non osarono giudicare e che venne fucilato, non si sa da chi, in una cantina. Vorrei chiedere perdono a tutti i nostri amici in tutto il mondo, che sono stati traditi dai dirigenti di allora (non oso chiamarli NOSTRI dirigenti).

    Non fummo noi a tradirvi. Noi vi ricordiamo, siamo addolorati e faremo tutto il possibile perché il nostro paese torni ad occupare un posto degno nel mondo e mai dimentichi o abbandoni i suoi amici.

    Molto di questo si sta già facendo. Ci sono motivi per essere ottimisti. E nel mentre,

    Gloria eterna agli eroi!

    Nessun oblio, né perdono per i traditori!

    Note:

    1. Così è come in lingua dari, le truppe sovietiche e il governo afgano si riferivano ai mujaheddin. (In dari, significa traditore)

    2. Quarto presidente della Repubblica Democratica dell’Afghanistan
    Due decenni dopo la partenza delle truppe sovietiche dall’Afghanistan Egemonia e Rivoluzione

  2. #2
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    Predefinito Rif: Due decenni dopo la partenza delle truppe sovietiche dall’Afghanistan

    purtroppo il ritiro dall'Afghanistan era inevitabile, la crisi economica e poi il disastro di chernobyl avevano reso il mantenimento dell'armata rossa in aiuto dei compagni afgani insostenibile.
    Dannato Barone Rosso.

  3. #3
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    Predefinito Rif: Due decenni dopo la partenza delle truppe sovietiche dall’Afghanistan

    Citazione Originariamente Scritto da morfeo Visualizza Messaggio
    purtroppo il ritiro dall'Afghanistan era inevitabile, la crisi economica e poi il disastro di chernobyl avevano reso il mantenimento dell'armata rossa in aiuto dei compagni afgani insostenibile.
    Penso che sia soprattutto questo il motivo del ritiro delle truppe sovietiche dall' Afghanistan...Perchè pure Gorbaciov appena eletto segretario generale del PCUS come prima mossa di politica estera nominò il leggendario generale Zaicev , che fu a capo del corpo di spedizione sovietico in Cecoslovacchia nel 1968, a capo della campagna afghana con il chiaro obiettivo di sconfiggere definitivamente i mujaeddin entro 1-2 anni...Zaicev e Varennikov, il delegato dello stato maggiore sovietico a Kabul dalla fine del 1984, idearono una nuova tattica che per poco non piegò totalmente i mujaeddin , ma rimaneva il problema di chiudere il confine afghano-pakistano da cui provenivano i rifornimenti soprattutto americani e pakistani per i mujaeddin , cosa per cui ci sarebbe voluto o un raddoppio delle truppe sovietiche in Afghanistan o un massiccio attacco al Pakistan...Ma proprio in quel momento decisivo in cui quasi sicuramente i leader sovietici stavano pensando a quelle due opzioni (Gorbaciov minacciò più volte il dittatote pakistano Zia che di fatto stava muovendo guerra contro l' URSS e che non avrebbe tollerato oltre, alludento a un possibile massiccio attacco sovietico nel cuore del Pakistan) , aprile 1986 ci fu il disastro di Cernobyl che impiegò qualcosa come 500000 soldati dell' Armata Rossa oltre a immense risorse economiche...A questo punto la decisione di andarsene dall' Afghanistan del Politburo di 6 mesi dopo era quasi inevitabile...Pure Reagan disse che se una cosa del genere fosse accaduta negli USA, avrebbe dovuto fermare totalmente la corsa agli armamenti...

  4. #4
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    Predefinito Rif: Due decenni dopo la partenza delle truppe sovietiche dall’Afghanistan

    Citazione Originariamente Scritto da Murru Visualizza Messaggio
    Penso che sia soprattutto questo il motivo del ritiro delle truppe sovietiche dall' Afghanistan...Perchè pure Gorbaciov appena eletto segretario generale del PCUS come prima mossa di politica estera nominò il leggendario generale Zaicev , che fu a capo del corpo di spedizione sovietico in Cecoslovacchia nel 1968, a capo della campagna afghana con il chiaro obiettivo di sconfiggere definitivamente i mujaeddin entro 1-2 anni...Zaicev e Varennikov, il delegato dello stato maggiore sovietico a Kabul dalla fine del 1984, idearono una nuova tattica che per poco non piegò totalmente i mujaeddin , ma rimaneva il problema di chiudere il confine afghano-pakistano da cui provenivano i rifornimenti soprattutto americani e pakistani per i mujaeddin , cosa per cui ci sarebbe voluto o un raddoppio delle truppe sovietiche in Afghanistan o un massiccio attacco al Pakistan...Ma proprio in quel momento decisivo in cui quasi sicuramente i leader sovietici stavano pensando a quelle due opzioni (Gorbaciov minacciò più volte il dittatote pakistano Zia che di fatto stava muovendo guerra contro l' URSS e che non avrebbe tollerato oltre, alludento a un possibile massiccio attacco sovietico nel cuore del Pakistan) , aprile 1986 ci fu il disastro di Cernobyl che impiegò qualcosa come 500000 soldati dell' Armata Rossa oltre a immense risorse economiche...A questo punto la decisione di andarsene dall' Afghanistan del Politburo di 6 mesi dopo era quasi inevitabile...Pure Reagan disse che se una cosa del genere fosse accaduta negli USA, avrebbe dovuto fermare totalmente la corsa agli armamenti...
    si ma non credo che attaccare il packistan fosse una cosa fattibile, a parte che era sempre un paese con il l'atomica, e poi le catene di rifornimenti avrebbero avuto dei problemi nelle comunicazioni anche il confine tra i 2 stati e difficile da controllare anche se hai entrambe le sponde.
    poi l'india come si sarebbe comportata?
    Dannato Barone Rosso.

  5. #5
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    Predefinito Rif: Due decenni dopo la partenza delle truppe sovietiche dall’Afghanistan

    Citazione Originariamente Scritto da morfeo Visualizza Messaggio
    si ma non credo che attaccare il packistan fosse una cosa fattibile, a parte che era sempre un paese con il l'atomica, e poi le catene di rifornimenti avrebbero avuto dei problemi nelle comunicazioni anche il confine tra i 2 stati e difficile da controllare anche se hai entrambe le sponde.
    poi l'india come si sarebbe comportata?
    Negli anni 80 il Pakistan non era ancora dotato di armi nucleari, dal 1998 lo fu
    Per quanto riguarda l' India, nella metà degli anni 80 era il paese al mondo , al di fuori del campo socialista , più amico dell' Unione Sovietica, ci fu pure una missione spaziale congiunta sovietico-indiana a suggellare questa amicizia
    Molto probabilmente l' India avrebbe partecipato all' attacco dell' odiato vicino insieme ai sovietici

  6. #6
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    Predefinito Rif: Due decenni dopo la partenza delle truppe sovietiche dall’Afghanistan

    TORNEREMO, MURRU!

  7. #7
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    Predefinito Rif: Due decenni dopo la partenza delle truppe sovietiche dall’Afghanistan

    Citazione Originariamente Scritto da Murru Visualizza Messaggio
    Il 15 febbraio [1989] rappresenta per me una data amara e fatale. Esattamente 21 anni fa Gorbaciov e compagnia ritirarono le nostre truppe dall’Afghanistan, rinnegando i nostri fratelli, abbandonandoli a morte certa, tradendo coloro che avevano creduto in noi e che avevamo sostenuto e amato. Non è un segreto che quando le nostre truppe abbandonarono ordinatamente l’Afghanistan, la popolazione locale piangeva. Sapevano cosa li attendeva.


    Gorbaciov non solo ha tradito i nostri amici. Ha tradito i militari, tutti coloro che erano morti, tutti coloro che avevano difeso il confine meridionale del nostro paese dal terrorismo internazionale, da gente selvaggia e spietata, dall’Impero del Male, gli Stati Uniti d’America.

    Abbiamo ripudiato noi stessi, inferendo un terribile colpo al nostro paese, vanificando tutti gli sforzi e le perdite subite dal nostro esercito per vincere questa guerra non solo con i dušman (1), ma con l’Occidente che li ha sostenuti e tutti i radicali musulmani che non conoscevano problemi di soldi, armi o truppe.

    I nostri soldati e ufficiali hanno compiuto il loro dovere professionale, creando alla nostra frontiera meridionale uno stato stabile, filo-sovietico, filo-russo. I nostri ingegneri, medici e specialisti costruirono un paese moderno laddove non c’era niente. Un paese che non aveva bisogno più nemmeno delle nostre truppe, ma solo di armi, denaro e specialisti. E’ quanto fanno gli Stati Uniti in mezzo mondo. Ma non facemmo nemmeno questo. Abbiamo tradito tutti per vivere tranquilli.

    Il nostro esercito vinse quella guerra. Ma gli Stati Uniti si considerano i vincitori. Ed è vero. Hanno perso sul campo di battaglia, come in passato fecero in Vietnam, Corea e ovunque abbiano tentato entrare in combattimento con noi. Ma con il tradimento, la corruzione e la slealtà vinsero eccome. Come sempre ricorsero alla bassezza della natura umana e alla fine vinsero. Da dove siamo usciti noi, sono entrati loro. Un luogo sacro non è mai vuoto. Siamo partiti dall’Afghanistan e ora ci sono gli americani. Ce ne siamo andati dall’Europa orientale e ora ci sono gli americani. Ce ne siamo andati dalla Georgia e anche lì ora ci sono gli americani.

    Nessuno può dubitare che se ce ne fossimo andati dalla Cecenia, cosa per cui si sono impegnati i nostri nemici esterni e interni, ora laggiù ci sarebbe una base americana.

    Hanno usato la guerra per instillare il senso di disfattismo. Hanno fatto ricorso a tutto, dai film alle canzoni melanconiche di Rosenbaum come “Black Tulip” (Tulipano nero). Sono sicuro che la Grande Guerra Patriottica non era meno terribile, ma a nessuno venne in mente di convertire in inni canzoni come questa: “Stalin diede l’ordine l’ordine alle artiglierie” o “I carristi sovietici stanno annientando il nemico”, diamine queste si che erano vere canzoni. Per questo la nostra vittoria è stata indiscutibile e non ha lasciato spazio ai dubbi.

    Naturalmente, nessuno può attendersi scuse dai traditori. Sono occupati a fare la pubblicità alle borsette di lusso, alle pizzerie, a dare conferenze e ricevere premi come “miglior tedesco”. Ma vorrei dire a tutti quelli che sono caduti in questa guerra, a tutti coloro che ci sono passati attraverso, che non lo fecero invano. Stavate difendendo la nostra Patria e la sapeste difendere. Vinceste il più terribile e pericoloso dei nemici e ora che ha mostrato completamente i suoi artigli, lo può vedere tutto il mondo. Noi, l’intero paese vi è debitore e non è colpa nostra se i dirigenti di allora hanno reso vano il vostro sacrificio.

    Vorrei chiedere perdono a Najibullah (2), impiccato ai cancelli dell’ambasciata italiana. Vorrei chiedere perdono a Honecker, che perseguitato in tutto il mondo non ha potuto morire nel suo paese, a Ceacescu, che non osarono giudicare e che venne fucilato, non si sa da chi, in una cantina. Vorrei chiedere perdono a tutti i nostri amici in tutto il mondo, che sono stati traditi dai dirigenti di allora (non oso chiamarli NOSTRI dirigenti).

    Non fummo noi a tradirvi. Noi vi ricordiamo, siamo addolorati e faremo tutto il possibile perché il nostro paese torni ad occupare un posto degno nel mondo e mai dimentichi o abbandoni i suoi amici.

    Molto di questo si sta già facendo. Ci sono motivi per essere ottimisti. E nel mentre,

    Gloria eterna agli eroi!

    Nessun oblio, né perdono per i traditori!

    Note:

    1. Così è come in lingua dari, le truppe sovietiche e il governo afgano si riferivano ai mujaheddin. (In dari, significa traditore)

    2. Quarto presidente della Repubblica Democratica dell’Afghanistan
    Due decenni dopo la partenza delle truppe sovietiche dall’Afghanistan Egemonia e Rivoluzione
    Perchè travisare i fatti in questo modo?

    Breznev fece invadere l'afganista per aggiungere un altro paese all'impero e non per far piacere al popolo afgano.

    Gorbaciov si trovò a gestire una situazione insostenibile interna ed internazionale sia sul piano economico che politico-sociale.

    Credo che sia stato il miglior leader che l'uione sovietica abbia avuto dal 1917.

    Evitò il tracollo completo che l'implosione dell'impero avrebbe consentito,riuscì in un dialogo cogli USA che guardavano più alla spallata
    definitiva che ad accordi bilaterali, traghettò verso una possibile democrazia il paese della dittatura e mise le basi per una ripresa dell'economia di cui la russia oggi gode.

    Cosa si potrebbe chiedere di più ad uno statista?

    Vent'anni fa, oggi.
    Prova a fare un bilancio, un serio confronto fra la situazioe d'allora e quella attuale.
    Sicuramente la russia non al top ,rimangono molte cose da fare ma la strada é quella giusta, almeno nelle grandi linee.

    Una malinconica rievocazione di quello che fu, fatta da persone nostalgiche
    di una certa ideologia mi fa venire in mente quando da noi si sentiva dire:
    " quanto c'era lui, caro lei"!

    Io non ho rimpianti dei tempi di "LUI" e non vedo il motivo per cui si possa rimpiangere un breznev oppure andropov.

  8. #8
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    Predefinito Rif: Due decenni dopo la partenza delle truppe sovietiche dall’Afghanistan

    Citazione Originariamente Scritto da Stalinator Visualizza Messaggio
    TORNEREMO, MURRU!
    mi fai morire
    Ultima modifica di msdfli; 27-02-10 alle 12:44

  9. #9
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    Predefinito Rif: Due decenni dopo la partenza delle truppe sovietiche dall’Afghanistan

    Citazione Originariamente Scritto da yure22 Visualizza Messaggio
    Gorbaciov si trovò a gestire una situazione insostenibile interna ed internazionale sia sul piano economico che politico-sociale.

    Credo che sia stato il miglior leader che l'uione sovietica abbia avuto dal 1917.
    tutte queste simpatie per rinnegati e traditori....

  10. #10
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    Predefinito Rif: Due decenni dopo la partenza delle truppe sovietiche dall’Afghanistan

    Citazione Originariamente Scritto da yure22 Visualizza Messaggio
    Perchè travisare i fatti in questo modo?

    Breznev fece invadere l'afganista per aggiungere un altro paese all'impero e non per far piacere al popolo afgano.

    Gorbaciov si trovò a gestire una situazione insostenibile interna ed internazionale sia sul piano economico che politico-sociale.

    Credo che sia stato il miglior leader che l'uione sovietica abbia avuto dal 1917.


    Io non ho rimpianti dei tempi di "LUI" e non vedo il motivo per cui si possa rimpiangere un breznev oppure andropov.

    NON AVEVO LETTO QUESTE STRONZATE... MI HAI ROVINATO LA SERATA...

 

 
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