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  1. #21
    laico di sinistra
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    Citazione Originariamente Scritto da Cioffi88 Visualizza Messaggio
    Istèvene il problema è che non siamo uniti noi Sardi. Ci sono migliaia di Sardi che vorrebbero l'indipendenza ma non credo che sia fattibile con una classe politica così.
    migliaia, appunto. in sardegna ci sono milioni di persone, e la maggioranza non c pensa all'indipendenza.
    sul resto lottate per il federalismo, come fanno al nord.

  2. #22
    Cioffi88
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    Il federalismo mi piacerebbe perchè sarebbe una semi indipendenza (infatti al referendum ho votato sì) ma non basta...

  3. #23
    Contro ogni fede
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    Citazione Originariamente Scritto da ilProgressista Visualizza Messaggio
    bene, capisco la tua domanda, ma analizza bene come me l'hai posta:
    la mia posizione sarebbe negativa nei confronti dell'indipendenza, ma se la maggioranza assoluta dei sardi(rispetto al numero di aventi diritto al voto e non solo dei partecipanti)votasse per l'indipendenza, non sarò certo io ad impedirla. ma non credo che lo vogliano, anche perchè cadrebebro in miseria in meno di un anno, non hanno un economia in grado di essere autonoma come stato.
    Ti faccio notare che non esistono stati con un'economia "autonoma". Il un libero mercato gli scambi avvengono tra individui o società di individui, a prescindere che essi appartengano o meno a stati diversi. Casomai gli stati possono solo creare ostacoli al libero scambio, imponendo dazi e protezionismi doganali. Ma questo è un altro discorso.
    L'esperienza storica dimostra che più gli stati sono piccoli più sono prosperi: guarda la svizzera (a sua volta fortemente decentrata in cantoni) ed il lussenburgo (stato europeo a più elevato reddito pro capite).
    La verità è che lo stato in sè e per sè costituisce una zavorra per l'economia ed il benessere sociale: ma più lo stato è grande maggiore è il peso di questa zavorra.
    Quello che spesso si trascura è che lo statalismo (e soprattutto le concezioni in favore di stati grandi, accentrati e forti) costituiscono una religione priva di fondamenti scientifici e lesiva della libertà di tutti al pari del vaticano o dei talebani.

  4. #24
    JohnNozik
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    Direi che tutte le province sarde sono sotto il giogo del totalitarismo comunista della costituzione italiana!!!

  5. #25
    Cioffi88
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    Roma - «Il rischio è che, batti e ribatti, la falsità generi odio e provochi conseguenze imprevedibili. Dunque è ora di dire basta» con gli «indecorosi attacchi» al presidente della Cei Angelo Bagnasco rivolti «questa volta nella sede del Parlamento europeo per opera di una pattuglia di deputati comunisti e verdi». Coloro che attaccano l’arcivescovo rappresentano una piccola minoranza, e il travisamento delle sue parole è segno di «ignoranza». È netta la reazione del Sir, l’agenzia dei settimanali cattolici, del quotidiano della Cei «Avvenire», che insieme a Radio Vaticana e in sintonia con il Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa sono intervenuti sulla mozione anti-Bagnasco presentata ieri al Parlamento di Strasburgo nel corso del dibattito sull’omofobia. Mentre il predecessore di Bagnasco, il cardinale Camillo Ruini, torna a parlare di «pallottole di carta» dicendo, però, che la Chiesa cattolica gode di un rispetto maggiore in Italia di quanto accada nelle istituzioni della Ue. Tranchant il cardinale Ettore Scola: «È una cosa indegna e triste perché è il segno di un deficit di ascolto reciproco estremamente grave». Per il patriarca di Venezia, «le posizioni di monsignor Bagnasco sono state falsificate ed è auspicabile che finisca il pregiudizio nei suoi confronti. La Chiesa non è omofoba».
    Anche il Vecchio Continente comunque è sembrato incamminarsi nella strada intrapresa in Messico, dove il mai sopito anticlericalismo radicale ha messo sotto accusa il Papa e il cardinale primate per aver osato intervenire contro la legge sull’aborto approvata due giorni fa. «Va bene – scrive il Sir – minimizzare e cristianamente tenere nella considerazione che meritano, cioè nessuna, le argomentazioni propagandistiche e vietamente anticlericali di un pugno di facinorosi. Va bene opporre al falso, alla falsificazione, alla disinformazione, alla propaganda che ancora oggi (in pieno ventunesimo secolo), si definisce comunista, la realtà dei fatti e delle parole. Ma il rischio – sottolinea l’agenzia – è che la falsità generi odio. Dunque è ora di dire basta». Un «basta» fatto riecheggiare anche dalla Radio Vaticana. Gli attacchi contro il presidente dei vescovi, presentati dagli europarlamentari italiani di Rifondazione comunista Agnoletto e Catania, e dei Verdi Frassoni, sono stati definiti «indecorosi».

  6. #26
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    Citazione Originariamente Scritto da ilProgressista Visualizza Messaggio
    non concordo. ognuno è libero, ma deve rispettare gli altri. sono pronto ad ascoltare chi cerca il dialogo e il confronto, non los contro.

    la sardegna non merita l'indipendenza, perchè l'italia è uno stato di culture e lingue differenti forzatamente unito dai savoia e chi voleva l'unità ora parlare di indipendenze creerebbe un effetto domino. già ci sono le regioni a statuto speciale, poi ci sarebbe parte del nord che ripartirebbe col discorso secessione e via dicendo. si sfalderebbe l'italia. piuttosto bisogna attuare uns erio e responsabile federalismo, questo si.
    E' una logica conseguenza, cosa giusta e buona. Io sarei per
    1. un forte federalismo in tutti i campi;
    oppure
    2. la chiusura della baracca italia

    In spagna, con lo stesso problema, hanno scelto la prima via. Noi probabilmente tenderemo ad esasperare la situazione finchè non accadrà la seconda

  7. #27
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    Citazione Originariamente Scritto da Cioffi88 Visualizza Messaggio
    Il federalismo mi piacerebbe perchè sarebbe una semi indipendenza (infatti al referendum ho votato sì) ma non basta...
    quel federalismo non era un buon federalismo.
    e comunque era solo fiscale, privilegiando il nord e dimenticandosi del resto.

  8. #28
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    Citazione Originariamente Scritto da Antistato Visualizza Messaggio
    Ti faccio notare che non esistono stati con un'economia "autonoma". Il un libero mercato gli scambi avvengono tra individui o società di individui, a prescindere che essi appartengano o meno a stati diversi. Casomai gli stati possono solo creare ostacoli al libero scambio, imponendo dazi e protezionismi doganali. Ma questo è un altro discorso.
    L'esperienza storica dimostra che più gli stati sono piccoli più sono prosperi: guarda la svizzera (a sua volta fortemente decentrata in cantoni) ed il lussenburgo (stato europeo a più elevato reddito pro capite).
    La verità è che lo stato in sè e per sè costituisce una zavorra per l'economia ed il benessere sociale: ma più lo stato è grande maggiore è il peso di questa zavorra.
    Quello che spesso si trascura è che lo statalismo (e soprattutto le concezioni in favore di stati grandi, accentrati e forti) costituiscono una religione priva di fondamenti scientifici e lesiva della libertà di tutti al pari del vaticano o dei talebani.
    purtroppo mi parli di astrattismi. certo non sono le dimensioni, ma ciò che possono proporre. secondo te la sardegna economicamente può reggere da sola, anche nel libero scambio? secondo me no, non ne ha i mezzi, gli strumenti. nel sistema italia si integra bene invece. altrimenti, come la svizzera, lussemburgo, cayman etc dovrà diventare un paradiso fiscale per attrarre investimenti etc, oppure inventarsi qualcosa per far esplodere la sua economia in modo peculiare e ampio. e secondo me è una soluzione improbabile. la sardegna ha anche dei benefici a restare in italia, e comunque ripeto, la maggior parte dei sardi si sente italiana.

    sullo statalimo è un discorso fumoso. uno stato resta tale se la maggioranza dei propri cittadini ritiene sia giusto resti così(naturalmente uno stato democratico). nemmeno i paesi baschi in spagna, che sono una civiltà estranea a quella spagnola non hanno la maggioranza dei cittadini pronti per l'indipendenza.

  9. #29
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    Citazione Originariamente Scritto da JohnNozik Visualizza Messaggio
    Direi che tutte le province sarde sono sotto il giogo del totalitarismo comunista della costituzione italiana!!!
    scusa ma tu non sei repubblicano?

  10. #30
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    Citazione Originariamente Scritto da Cioffi88 Visualizza Messaggio
    Roma - «Il rischio è che, batti e ribatti, la falsità generi odio e provochi conseguenze imprevedibili. Dunque è ora di dire basta» con gli «indecorosi attacchi» al presidente della Cei Angelo Bagnasco rivolti «questa volta nella sede del Parlamento europeo per opera di una pattuglia di deputati comunisti e verdi». Coloro che attaccano l’arcivescovo rappresentano una piccola minoranza, e il travisamento delle sue parole è segno di «ignoranza». È netta la reazione del Sir, l’agenzia dei settimanali cattolici, del quotidiano della Cei «Avvenire», che insieme a Radio Vaticana e in sintonia con il Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa sono intervenuti sulla mozione anti-Bagnasco presentata ieri al Parlamento di Strasburgo nel corso del dibattito sull’omofobia. Mentre il predecessore di Bagnasco, il cardinale Camillo Ruini, torna a parlare di «pallottole di carta» dicendo, però, che la Chiesa cattolica gode di un rispetto maggiore in Italia di quanto accada nelle istituzioni della Ue. Tranchant il cardinale Ettore Scola: «È una cosa indegna e triste perché è il segno di un deficit di ascolto reciproco estremamente grave». Per il patriarca di Venezia, «le posizioni di monsignor Bagnasco sono state falsificate ed è auspicabile che finisca il pregiudizio nei suoi confronti. La Chiesa non è omofoba».
    Anche il Vecchio Continente comunque è sembrato incamminarsi nella strada intrapresa in Messico, dove il mai sopito anticlericalismo radicale ha messo sotto accusa il Papa e il cardinale primate per aver osato intervenire contro la legge sull’aborto approvata due giorni fa. «Va bene – scrive il Sir – minimizzare e cristianamente tenere nella considerazione che meritano, cioè nessuna, le argomentazioni propagandistiche e vietamente anticlericali di un pugno di facinorosi. Va bene opporre al falso, alla falsificazione, alla disinformazione, alla propaganda che ancora oggi (in pieno ventunesimo secolo), si definisce comunista, la realtà dei fatti e delle parole. Ma il rischio – sottolinea l’agenzia – è che la falsità generi odio. Dunque è ora di dire basta». Un «basta» fatto riecheggiare anche dalla Radio Vaticana. Gli attacchi contro il presidente dei vescovi, presentati dagli europarlamentari italiani di Rifondazione comunista Agnoletto e Catania, e dei Verdi Frassoni, sono stati definiti «indecorosi».
    la cei si dovrebbe vergognare del suo comportamento sul limite dell'oltraggioso. cominciassero loro a fare autocritica e comportarsi a dovere.

 

 
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