Sono state le prime impiccagioni dopo la moratoria dovuta
alla fede buddhista del titolare della Giustizia, sostituito in settembre
Giappone, riprendono le esecuzioni
Giustiziati tre pluriomicidi
Il premier giapponese Shinzo Abe
TOKYO - Tre condannati a morte sono stati impiccati oggi in Giappone, nella prima serie di esecuzioni del 2007. Sono state le prime impiccagioni dalle quattro che il 25 dicembre scorso avevano segnato la fine di una moratoria di fatto di oltre un anno dovuta alla fede buddhista del titolare della Giustizia nel governo di Junichiro Koizumi, sostituito in settembre dall'attuale premier Shinzo Abe.
Gli ultimi impiccati, secondo indiscrezioni di fonti di stampa, si chiamavano Yoshikatsu Oda (condannato per un duplice omicidio del 1990), Masahiro Tanaka (quattro assassinii durante una rapina) e Kosaku Nada (due persone uccise durante una rapina).
Nonostante in Giappone la pena capitale sia comminata solo per omicidi plurimi i movimenti per i diritti umani la contestano duramente. In particolare Amnesty International e altre organizzazioni umanitarie sono solite protestare dopo ogni impiccagione. Inoltre, a parere di diversi gruppi per i diritti civili, esistono ragionevoli dubbi su vari aspetti delle procedure giudiziarie. Ma, almeno stando ai sondaggi, un'ampia maggioranza dell'elettorato approva l'uso della pena capitale.
Nei 'bracci della morte' in Giappone vi sono un centinaio di detenuti la cui condanna è stata confermata dalla Corte suprema: fra loro il santone Shoko Asahara, leader di una setta responsabile nel 1995 di una strage al gas nervino nella metropolitana di Tokyo. Negli annali giapponesi esiste un solo caso di un imputato per una serie di omicidi che sia stato completamente scagionato e risale alla fine dello scorso febbraio.
(27 aprile 2007) Torna su
repubblica