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  1. #1
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    Predefinito Piergiorgio Odifreddi: il nuovo libro

    Piergiorgio Odifreddi

    Perchè non possiamo essere cristiani (e meno che mai cattolici)





    "In principio Dio creò il cielo e la terra": parte proprio dall'inizio Piergiorgio Odifreddi in questo suo viaggio dentro le Scritture e lungo i due millenni di storia della Chiesa. Come cittadino e uomo di scienza egli dichiara che il Cristianesimo ha costituito non la molla del pensiero democratico e scientifico europeo, bensì il freno che ne ha gravemente soffocato lo sviluppo. Il Cristianesimo in generale, e il Cattolicesimo in particolare, non sono (soltanto) fenomeni spirituali, ma interferiscono pesantemente nella vita civile di intere nazioni. L'anticlericalismo, oggi, è più una difesa della laicità dello Stato che un attacco alla religione della Chiesa. Odifreddi guida i lettori alla scoperta dei miti e delle superstizioni per dare alla Ragione ciò che è della Ragione. In fondo, e anche per principio, l'ateismo non è una fede.



    Una bella intervista a Odifreddi:

    http://www.youtube.com/watch?v=DVYQSVuA2q4

  2. #2
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    non l'ho letto ma su ibs viene giudicato negativamente anche da molti atei.
    chi l'ha letto?
    come v'è sembrato?

  3. #3
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    Personalmente non l'ho letto, ma l'intervista mi è piaciuta molto...finisco il malloppone (interessante eh..) su Mani pulite e lo compro.

  4. #4
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    Citazione Originariamente Scritto da Ricky-PdCI Visualizza Messaggio

    "In principio Dio creò il cielo e la terra": parte proprio dall'inizio Piergiorgio Odifreddi in questo suo viaggio dentro le Scritture e lungo i due millenni di storia della Chiesa. Come cittadino e uomo di scienza egli dichiara che il Cristianesimo ha costituito non la molla del pensiero democratico e scientifico europeo, bensì il freno che ne ha gravemente soffocato lo sviluppo. Il Cristianesimo in generale, e il Cattolicesimo in particolare, non sono (soltanto) fenomeni spirituali, ma interferiscono pesantemente nella vita civile di intere nazioni. L'anticlericalismo, oggi, è più una difesa della laicità dello Stato che un attacco alla religione della Chiesa. Odifreddi guida i lettori alla scoperta dei miti e delle superstizioni per dare alla Ragione ciò che è della Ragione. In fondo, e anche per principio, l'ateismo non è una fede.[/FONT]


    Una bella intervista a Odifreddi:

    http://www.youtube.com/watch?v=DVYQSVuA2q4
    Presso il forum di Panorama.it ( http://forum.panorama.it/viewforum.php?id=24 ) si era aperta un'interessante discussione con la partecipazione dello stesso Odifreddi. Poi la cosa è degenerata a causa delle squallide provocazioni di alcuni cattofondamentalisti, più retrivi di quelli islamici, i quali hanno spinto il professore a lasciare prudentemente il campo per non rimanere invischiato in polemiche di bassa lega!

    Il forum è stato inspiegabilmente chiuso, tuttavia i messaggi postati sono rimasti in "loco".


    Ego sum veritas

    ..

  5. #5
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    Citazione Originariamente Scritto da Ricky-PdCI Visualizza Messaggio
    Personalmente non l'ho letto, ma l'intervista mi è piaciuta molto...finisco il malloppone (interessante eh..) su Mani pulite e lo compro.
    gli altri di odifreddi li hai letti?

  6. #6
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    Citazione Originariamente Scritto da etnia salentina Visualizza Messaggio
    gli altri di odifreddi li hai letti?
    No no, sarebbe il primo di Odifreddi...infatti sono abbastanza curioso...

  7. #7
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    Citazione Originariamente Scritto da Serapis Visualizza Messaggio
    Presso il forum di Panorama.it ( http://forum.panorama.it/viewforum.php?id=24 ) si era aperta un'interessante discussione con la partecipazione dello stesso Odifreddi. Poi la cosa è degenerata a causa delle squallide provocazioni di alcuni cattofondamentalisti, più retrivi di quelli islamici, i quali hanno spinto il professore a lasciare prudentemente il campo per non rimanere invischiato in polemiche di bassa lega!

    Il forum è stato inspiegabilmente chiuso, tuttavia i messaggi postati sono rimasti in "loco".


    Ego sum veritas

    ..
    E quando mai...qui ne sappiamo qualcosa

    Tu, dalla firma, sul forum scrivevi come Veritas, vado errato?

    Ciao.

  8. #8
    a.k.a. tolomeo
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    Perché non possiamo non dirci cretini leggendo Odifreddi

    C’È UN BESTSELLER CHE VUOLE FARCI PASSARE (QUASI) TUTTI PER EBETI DA MILLENNI. CHISSÀ CHE TIPO DI EXIT POLL HA FATTO

    Chrétien de Troyes, chi era costui? Il cantore
    di Parsifal, tra l’altro. Un cretino di
    nome e di fatto (par di capire) secondo Piergiorgio
    Odifreddi, logico/matematico e autore
    del bestseller “Perché non possiamo essere
    cristiani”. La sua brillante introduzione
    s’intitola serenamente “Cristiani e cretini”,
    e prende le mosse dall’etimologia. La
    parola “cretino” deriva proprio da “cristiano”,
    poiché, secondo l’Enciclopedia (1754)
    “cotali individui erano considerati come
    persone semplici e innocenti, ovvero perché,
    stupidi e insensati quali sono, sembrano
    quasi assorti nella contemplazione delle
    cose celesti”. Del resto, aggiunge Odifreddi,
    lo stesso Cristo, nel Discorso della Montagna,
    iniziò l’elenco delle beatitudini con:
    “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il
    Regno dei Cieli”. Dove i poveri in spirito sono
    (evidentemente!) i cretini. Infine, l’autore
    spiega che la religione dei cretini s’è molto
    diffusa “perché, come insegna la statistica,
    metà della popolazione mondiale ha un’intelligenza
    inferiore alla media(na)”.
    Non riesco a capire come sia stato possibile
    eseguire una simile statistica. Misurando
    (e come, e per quanti secoli?) tutti i QI
    del pianeta? Esaminando campioni, come
    per gli exit polls? E con quali criteri si pesano,
    i livelli intellettuali? Chi li determina?
    A quali parametri debbono conformarsi?
    Forse a quelli scolpiti dai logici/matematici
    dell’occidente? E con chi fa media la media(
    na), se la metà risulta inferiore alla media?
    E se la media non fosse la maggioranza
    (come presumono molti cretini), che senso
    avrebbe disprezzare la metà del mondo?
    Qui s’è inceppata la mia lettura: invece
    d’andare avanti, mi sono impelagato in queste
    futili domande, cui certamente Odifreddi
    potrebbe rispondere con una semplice
    formula. A me viene in mente l’apice sublime
    della divulgazione scientifica, la spiegazione
    che Superman dava di una sua impresa,
    quando (meno niccianamente) si chiamava
    Nembo Kid: “Faccio leva con una putrella,
    come il famoso Archimede”. Ecco, la sentenza
    sulla metà inferiore alla media(na) mi
    sembra meno limpida di quella che sfreccia(
    va) nel cielo di Metropolis.
    Patrimoni di bellezza così poco intelligenti
    Malgrado l’etimologia, poi, è ovviamente
    riduttivo decretare che soltanto i cristiani
    siano cretini. Per equità, questa condanna
    non può colpire esclusivamente coloro che
    credono alla verginità della Madonna, alla
    resurrezione di Cristo, all’Eucaristia, eccetera,
    ma anche (volterrianamente) tutti gli
    altri fedeli d’ogni religione, abbeverati da
    promesse non verificabili e, spesso, più
    sconcertanti di quelle contenute nel cristianesimo.
    Insomma: da millenni siamo (quasi)
    tutti cretini. Possiamo secolarizzarci, ma diventeremo
    politeisti: adoreremo il Denaro
    & il Successo, i Divi & le Dive. Possiamo
    marxistizzarci e costruire (come in Urss) i
    grotteschi musei dell’ateismo, ma persisterà
    il bisogno d’un qualsiasi culto: quello del
    Partito e del Leader, per esempio. I soldati
    del Führer pagano conservavano sulle pance
    il motto “Gott mit uns”. Di quale Gott si
    trattava? Non di quello degli ebrei, certo.
    Ma un Dio risultava indispensabile perfino
    a Hitler, che segretamente dava la caccia al
    Graal, proprio come Parsifal. Nemmeno per
    i regimi sedicenti atei è mai scomparsa la
    necessità di rimandare la conquista di un
    Paradiso a un indomani remotissimo. Secondo
    Mao, la Rivoluzione si sarebbe realizzata
    “tra diecimila anni”: una cifra che, per
    i cinesi, è vicina all’infinito.
    Miliardi e miliardi di credenti hanno calpestato
    l’orbe terracqueo. Come mai? “Credo
    quia absurdum”, predica una sentenza
    dedotta e/o attribuita (Tertulliano? Agostino?
    Due cretini, comunque). Mi sembra molto
    difficile negare che l’umanità abbia fame
    e sete di assurdo, di sogni impossibili, di
    sperare in una vita al di là della vita, nelle
    forme più diverse, dalla reincarnazione al
    purgatorio. E trovo piuttosto infantile schiaffare
    nell’inferno dei cretini tutti i geni che le religioni hanno prodotto.
    Quel che mi sorprende,
    tuttavia, non è soltanto il fatto che,
    nella storia dell’uomo, non sia mai esistita
    una società completamente atea, bensì la
    coincidenza dell’astrattezza presunta dei
    credenti (compresi gli ebeti “assorti nella
    contemplazione delle cose celesti”) con le
    loro formidabili realizzazioni pratiche e visibili.
    Nessuno nega che singoli atei abbiano
    prodotto risultati eccellenti nei territori immateriali
    delle scienze, delle letterature e
    delle filosofie (spesso accollandosi l’onere
    della pars destruens). Ma è curioso osservare
    che gli imbambolati religiosi hanno costruito
    (quasi?) tutto ciò che abbellisce la
    crosta del pianeta, dalla Cappella Sistina ad
    Angkor Wat. Insomma: i cretini hanno lasciato
    tracce solidissime e patrimoni di bellezza
    che ancora stupiscono il mondo. Gli atei/intelligenti,
    invece, hanno edificato soprattutto
    nobili cattedrali di parole, spesso confutate
    dai loro posteri, spesso effimere. Ciò mi
    fa sospettare che i superstiziosi con le teste
    tra le nuvole abbiano più esperienza delle
    opere concrete di quanta ne abbiano alcuni
    cultori (materialisti?) delle logiche matematiche.
    I cultori, si sa, coltivano. Ma quando la
    coltivazione diventa un culto, finisce con l’imitare
    una qualsiasi religione, compresa
    quella dei cristiani/cretini.

    Giuliano Zincone
    .

    A fool and his money can throw one hell of a party.

  9. #9
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    beh odifreddi per chi non lo sapesse è ateo...
    leggerò questo libro

  10. #10
    שמע ישראל
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    Immaginate che si pubblichi un libro dal titolo “Perché non possiamo essere musulmani”.

    Immaginate che vi si affermi che l’islam è una religione per «letterali cretini e non adatta a coloro che, forse per loro sfortuna, sono stati condannati a non esserlo», e si spieghi che, poiché «la statistica insegna» (sic) che metà della popolazione mondiale è cretina, non è da stupirsi che ci sia un miliardo di musulmani. Immaginate che si sbeffeggi Maometto come “el libertador” e “el conquistador”. Immaginate tantissime piacevolezze consimili e tirate le somme. Le reazioni a un simile libro, disponibile a pile nelle librerie, farebbero impallidire quelle alle celebri vignette danesi. Il ministro degli interni dovrebbe proteggere con una robusta scorta l’autore, l’esimio professor Piergiorgio Odifreddi, colpito da una fatwa, in attesa che il ministro degli esteri calmi le acque, inviandolo in esilio su un atollo per evitare il taglio dei rifornimenti petroliferi.

    Ma non temete. Il libro c’è, ma al posto dei musulmani ci sono i cristiani. Il professor Odifreddi si proclama ateo integrale, è un leader dell’UAAR (Unione degli Atei e Agnostici Razionalisti), assieme a Carlo Flamigni, Margherita Hack, Pietro Omodeo, Sergio Staino ed altri, ma, sebbene consideri la religione roba da minorati mentali, picchia duro soltanto su due religioni: ebraismo e cristianesimo. Anzi, si mostra commosso per i soprusi che le due più malefiche creazioni dell’idiozia umana hanno esercitato nei confronti delle altre religioni. Insomma, l’esimio professore non è un cuor di leone, ma l’espressione del più comune conformismo: quello di chi corre a tirare pugni laddove è certo di non correre rischi, e anzi dove spera di essere incoronato novello Voltaire.

    Le finalità del libro sono chiare. In primo luogo, mostrare che l’ebraismo è, in soldoni, il tentativo di stabilire su basi teologiche il diritto a una terra: un disegno perverso che ha condotto alla costituzione di Israele, dal nostro definito in un’intervista uno “stato fascista”. E poi dimostrare che quel tal Gesù era mezzo mago, mezzo imbonitore di ridicole storielle, sulle quali è stato costruito un edificio teologico inconsistente e assurdo e un sistema di potere che ha prodotto soltanto delitti e misfatti. Del resto, è noto da un pezzo che questa è la missione del professor Odifreddi. Ma ora siamo all’ossessione. Qualsiasi cosa gli si chieda, anche che tempo fa, il professore risponde imprecando contro Dio e Gesù. In una recente intervista, gli è stato chiesto cosa pensasse del progetto francese di introdurre il calcolo aritmetico fin dall’asilo e prontamente ha risposto che saper fare 2 + 2 predispone a capire meglio che le tesi secondo cui siamo stati creati da Dio o sotto un cavolo sono entrambe “spiegazioni demenziali”.

    Le letture recenti del professor Odifreddi sono il “Diario di Bolivia” ed il manuale “La Guerra di Guerriglia” di Che Guevara, come racconta in un’intervista, «forse l’ultima prima di imbracciare il fucile e andare in montagna»: forse crede di dar prova di humour e non sa che in montagna col fucile ci sta da un pezzo. Almeno fin dal suo “Il matematico impertinente” in cui dichiarava guerra all’era delle tre B, Berlusconi, Benedetto XVI e Bush. Del primo si è disfatto. Liquiderà il secondo con questo libro, e completerà la trilogia con la demolizione del Grande Satana USA (e, come corollario, del Piccolo Satana sionista).

    Per realizzare il secondo obiettivo, il nostro non si è risparmiato, almeno in apparenza, vista la mole di citazioni e di disquisizioni filologiche di cui il libro è cosparso. Si direbbe che egli abbia passato anni a studiare l’ebraico e ad approfondire l’esegesi biblica – una via crucis intellettuale, come confessa nauseato. Ma per crederlo bisogna essere ingenui o bendisposti. Non serve neanche grattare in superficie per constatare di quale accozzaglia malamente rabberciata di informazioni di terza mano, probabilmente raccolte sul web, su enciclopedie e dizionari, sia composta la via crucis. È una sequenza di scoperte dell’ombrello (Elohim che è un plurale), di ridicole definizioni in pillola di temi su cui sono stati scritti libri (come il golem), o di elenchi di traduzioni di locuzioni bibliche, la cui diversità viene esibita come prova di non si sa bene quale confusione mentale anziché dell’incapacità del nostro ebraista di dirci qual è quella giusta.

    E francamente non vale la pena di continuare. Non soltanto perché la qualità del libro non lo merita, ma perché raramente è dato leggere una tale pizza, una vera via crucis di noia, ravvivata soltanto (per chi ama queste cose) da insulti o da osservazioni pecoreccie del tipo: «come simbolo del pene, il serpente sarà pure insinuante e viscido [sic], ma è un po’ moscio: può però facilmente ergersi in un duro bastone, e afflosciarsi in un serpente, anche nelle mani di Mosé».

    Potremmo chiudere qui ed anzi chiederci se valeva la pena spendere tante parole, se non fosse che questa vicenda tristanzuola solleva una questione importante. Il professor Odifreddi non è un quidam: egli si è ormai affermato come uno dei principali esponenti della cultura scientifica in Italia. Gli vengono conferiti premi ed onorificenze a mazzi. Di lui si parla, senza tema del ridicolo, non come di un dignitoso ricercatore, ma come di un “vertice mondiale”, che fa avanzare la cultura scientifica con uno “spirito acuto e brillante” e una “cultura di vastità rara” (sito Cicap di Piero Angela ed altri). Egli è il dominus della scienza sui giornali, sulle televisioni e sulle radio e non c’è festival, kermesse, teatro o manifestazione dedicata alla scienza di cui non sia la prima donna. Persino il sindaco di Roma, Walter Veltroni – incurante o ignaro di essere stato trattato da Odifreddi alla stregua di un leccapiedi, uno di coloro che si genuflettono davanti a papi e cardinali – gli ha conferito l’incarico di direttore scientifico del Festival della Matematica di Roma. Insomma, siamo in pieno “odifreddismo”. E qui occorre chiedersi perché e quali sono le conseguenze.

    Il fatto è che lo “stile Odifreddi” esprime al meglio la tendenza a ridurre la cultura e la divulgazione scientifica a spettacolo, festa, divertimento. Non c’è bisogno di difendere un’idea noiosa e austera della scienza per dire che non è sensato ridurla a una sagra della porchetta. È una buona idea imbonire i giovani facendo credere che la scienza sia qualcosa che si apprende giocando? Prendiamo il caso del Festival della Matematica. Vi si mette in scena una sfida tra il campione di scacchi Spassky e quindici matematici. Il risultato sarà ovviamente che le quindici “spalle” verranno sonoramente battute. Quale messaggio s’intende così trasmettere? Sfidiamo a trovarne uno dotato di un minimo di senso, salvo il fine in sé di inscenare uno spettacolo circense. E che dire della conferenza-spettacolo di Don Prezzemolo–Dario Fo? O dello show animato, manco a dirlo, da Serena Dandini? O della stantìa riproposizione del film “Morte di un matematico napoletano”, esemplare di una filmografia “matematica” in cui tutto si fa salvo che trasmettere un’idea sia pure ectoplasmatica di questa scienza? Come ha scritto Michele Emmer, «ben vengano le feste di qualsiasi cosa, anche di matematica, purché non pretendano di fornire la via maestra alla comprensione delle cose», mentre il guaio è che «nella glamourizzazione in corso vincono gli scienziati, ma perde la scienza».

    Ma c’è un secondo aspetto: l’“odifreddismo” sostituisce metodicamente i contenuti scientifici con contenuti politici e ideologici, con una battaglia laicista, atea, anticlericale, antiamericana, antisionista e quant’altro. Basta seguire la produzione letteraria di Odifreddi: i contenuti scientifici – peraltro sempre trasmessi con una divulgazione di qualità talmente discutibile da rendere le espressioni di lode una manifestazione di umiliante piaggieria – man mano si dileguano per lasciare il posto alla rissa politica.

    Le conseguenze si vedono. L’“odifreddismo” provoca soltanto contrapposizioni ideologiche frontali e furenti. Basta dare una scorsa, sul sito InternetBookshop, alla valanga di “recensioni” dei lettori ai libri di Odifreddi. È un mondo spaccato a metà: da un lato, i fans del professore, che proclamano la loro fede atea e postcomunista, arrivando persino a dire di essere certi che il libro è meraviglioso anche se non l’hanno ancora letto; dall’altro, coloro che si sentono beffati nella speranza di leggere di scienza e si vedono invece semplicemente dileggiati nelle loro convinzioni profonde. Un bel trionfo della razionalità, non c’è che dire.

    C’è chi difende Odifreddi dicendo che è comunque un bene che si parli di scienza e di matematica. È l’insulsa massima «qu’on en parle, bien ou mal, mais qu’on en parle». Vogliamo davvero far credere che il compito principale della scienza sia dimostrare che la religione è pura demenza? Il risultato sarà che metà dei giovani fuggirà verso altri lidi, e l’altra metà si iscriverà alle facoltà scientifiche credendo che studiare scienza significhi spernacchiare su Gesù e Mosé, gridare “Bush boia” o fare interviste a Hitler. Un bel capolavoro per chi piange da mane a sera sulle misere sorti della scienza in Italia.

    Coloro che hanno accettato, per ragioni mediatiche o politiche, Odifreddi come profeta ed esponente della cultura scientifica di questo paese dovrebbero riflettere. Se fossimo davvero – come pretende qualche imbecille – dei “nemici della scienza”, tiferemmo senz’altro “forza Odifreddi”.
    (pubblicato su Tempi, 13 Marzo 2007

 

 
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