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Discussione: Schifezze polacche

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    Predefinito Schifezze polacche

    Dibattito sul mandato di Bronislaw Geremek
    Immunità e statuto dei deputati - 25-04-2007 - 186
    Prima del turno di votazioni, il Parlamento ha discusso della situazione del deputato polacco Bronislaw Geremek che sta affrontando una sfida legale in Polonia per il suo mandato. Il vicepresidente del Parlamento, Pierre Moscovici, ha informato l'Aula che fino ad ora il Parlamento non ha ricevuto nessuna comunicazione ufficiale al riguardo dalle autorità polacche.

    Il dibattito ha avuto inizio allorché Graham WATSON (ALDE/ADLE, UK) ha presentato una mozione d'ordine in merito alla richiesta di revoca del mandato di un membro del suo gruppo da parte del suo governo. Il leader dei liberaldemocratici ha spiegato che questa decisione è stata presa dal governo polacco nell'ambito di una legge adottata un paio di mesi fa, la cui legittimità è all'esame della Corte costituzionale polacca. Tale legge, ha proseguito, impone ai giornalisti, agli accademici e ai membri eletti di firmare una dichiarazione con la quale negano ogni loro collaborazione con i servizi di sicurezza dell'epoca comunista. Avendo Gemerek già sottoscritto in passato a tale dichiarazione, il suo rifiuto di firmare si basa su una questione morale piuttosto che politica e, giustamente secondo il deputato, «si oppone alla caccia alle streghe alla quale ricorre il suo governo».

    Dopo un prolungato applauso da parte dell'Aula, il deputato ha formulato tre domande al Presidente. Anzitutto, ha chiesto se il Presidente Kaczyński, nel corso dell'incontro avuto con Pöttering la scorsa settimana, ha sollevato tale questione. In secondo luogo, se è possibile per un membro del Parlamento europeo, democraticamente eletto, di essere "spogliato" in questo modo del suo mandato. Infine, se il Presidente garantirà nel modo più sollecito possibile all'Aula che il Parlamento agirà per proteggere il diritto di Geremek ad esercitare il suo mandato di deputato democraticamente eletto.

    Intervenendo in nome del suo gruppo, Martin SCHULZ (PSE, DE) ha voluto sottolineare che, sebbene non condivida tutti i punti di vista di Gemerek, in questa occasione può contare «sull'illimitata solidarietà» di tutto il suo gruppo e, certamente, di tutto il Parlamento, visto che si tratta «di resistere a un governo dell'Unione europea che persegue delle persone che hanno difeso lo sviluppo democratico e della libertà della Polonia». Il leader socialista ha quindi esclamato che è «uno scandalo che un così grande paese e il governo polacco stiano comportandosi in questo modo». Ha quindi chiesto al Presidente del Parlamento di informare il governo Kaczyński del fatto che «ci aspettiamo che il governo polacco protegga il membro del Parlamento europeo Geremek e che, in futuro, misureremo l'operato del governo polacco in base a come si comporterà con il nostro collega».

    Il copresidente dei Verdi, Daniel COHN-BENDIT (Verdi/ALE, DE), dichiarandosi solidale, ha sottolineato che «il Parlamento deve avere una sola linea: se un governo utilizza metodi stalinisti o fascisti, dobbiamo proteggere il nostro collega senza esitazioni».

    Francis WURTZ (GUE/NGL, FR), ricordando come sia successo e succederà di opporsi politicamente a Geremek, ha tuttavia sottolineato il suo profondo rispetto «per il coraggio politico di cui ha dato prova» ed ha voluto esprimere, a nome del suo gruppo, la sua completa solidarietà.

    Giuseppe GARGANI (PPE/DE, IT), in qualità di presidente della commissione giuridica, ha voluto rassicurare il Parlamento e tutti i colleghi sul fatto che «appena la Presidenza trasmetterà alla commissione l'incartamento di questo problema, esamineremo doverosamente tutte le carte, con la grande sensibilità per l'autonomia del Parlamento che contraddistingue la commissione giuridica, e garantiremo ancora una volta l'autonomia di questo Parlamento e la possibilità che i suoi membri, che rappresentano l'Europa, siano tutelati nella loro autonomia e nella loro libertà».

    Joseph DAUL (PPE/DE, FR) ha ricordato che tutti i colleghi presenti, di qualsiasi partito, godono dell'immunità parlamentare perché questo è un Parlamento con delle regole che vanno rispettate. Sottolineando che, fino ad ora, non è stata formulata nessuna richiesta di revoca ha voluto confermare al collega polacco il sostegno del suo gruppo.

    Il vicepresidente Pierre MOSCOVICI che presiedeva l'Aula per il turno di votazioni, ha informato la Plenaria che il Parlamento non ha ricevuto nessuna decisione del governo polacco, sulla quale ha comunque espresso le sue perplessità. Rammentando che «il ruolo del Parlamento è quello di garantire e proteggere la funzione parlamentare esercitata da uno dei suoi deputati», ha concluso il dibattito affermando che la Conferenza dei Presidenti discuterà di questo punto e che la commissione giuridica vigilerà a che sia rispettata l'indipendenza del Parlamento.

    Visto che numerosi membri chiedevano la parola, il Presidente ha deciso di far intervenire ancora i due leader politici che non si erano ancora espressi.

    Brian CROWLEY (UEN, IE) si è rammaricato del fatto che non sia stato possibile per il vicepresidente del gruppo Kaminski prendere la parola, dopo che aveva chiaramente espresso il desidero di intervenire, perché qualcuno può fornire un'interpretazione diversa da quella fino ad ora espressa.

    Per Bruno GOLLNISCH (ITS, FR) il cuore della questione è scoprire fino a che punto Gemerek «fosse complice delle attività staliniste e del loro abominevole totalitarismo». Rivolgendosi al Presidente, ha voluto far notare che il Parlamento ricorre spesso a due pesi e due misure in materia di difesa dei propri deputati. In proposito, ha sottolineato come i deputati si siano sempre appellati alla sovranità nazionale quando si trattava di difendere l'immunità di membri della sua famiglia politica.

    Pierre MOSCOVICI, concludendo la discussione, ha informato l'Aula che la Conferenza dei Presidenti discuterà di questo tema domani e si è detto sicuro che ci sarà una forte maggioranza al Parlamento europeo in sostegno a Geremek e, con l'occasione, ha voluto esprimere la propria solidarietà al deputato.
    http://www.europarl.europa.eu/news/e...default_it.htm

  2. #2
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    curriculum vitae di Bronisław GEREMEK
    Master (1955), dottorato (1960), professore aggiunto (1970), professore incaricato (1989), professore ordinario (1993), oltre a più di 20 lauree honoris causa.
    Assistente, conferenziere, professore presso l'Accademia polacca delle scienze (1955), rettore alla Sorbona (1962-1965), professore invitato al Collège de France (1992-1993), professore al Collège d'Europe di Natolin (dal 2002).
    Presidente dell'UW (2001), presidente del consiglio politico dell'UW (2002).
    Deputato al Parlamento (1989-2001), presidente della commissione costituzionale, della commissione per gli affari esteri e della commissione per il diritto europeo, presidente del gruppo OKP al Parlamento, presidente del gruppo UD e del gruppo UW.
    Ministro degli affari esteri (1997-2000).
    Vicepresidente della Società europea della cultura (2003). Membro del Consiglio di amministrazione del Gruppo internazionale di crisi, membro dell'Accademia polacca delle scienze e delle arti, membro dell'Accademia europea, membro dell'Accademia europea di Yuste, membro dell'Accademia universale delle culture nonché membro onorario dell'Accademia ungherese delle scienze, nonché altri incarichi.
    Ordine dell'Aquila bianca (Polonia), premio Charlemagne (Germania), ufficiale della Légion d'honneur (Francia), comandante dell'Ordine nazionale del Merito (Francia), grande ufficiale dell'Ordine della Libertà (Portogallo), croce di grande ufficiale dell'Ordine del Merito (Germania), gran croce dell'Ordine di Leopoldo II (Belgio), Ordine del Granduca Gediminas (Lituania), e altre onorificenze.

  3. #3
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    Motivazione della laurea honoris causa dell' Università di Padova

    21/05/2001 - Laurea a Bronislaw Geremek in "Storia"


    Il professor Bronislaw Geremek nasce a Varsavia nel 1932 e svolge a Parigi una prima parte della sua attività di studioso e docente universitario; ricercatore per l'Accademia delle Scienze Polacca; Direttore del Centro studi di Cultura polacca alla Sorbona. Membro delle più prestigiose Accademie scientifiche, laureato h.c. in molte università, Geremek va delineando sin dalla sua esperienza giovanile francese i tratti salienti della sua personalità di studioso, nella quale la produzione scientifica di medievista, di professore universitario e di uomo politico si sono sempre intrecciate.

    Attivo nel partito dei Lavoratori nei primi anni '50, dà le dimissioni in seguito all'invasione della Cecoslovacchia, e da allora si pone come tenace oppositore al regime sovietico. Geremek affronta alla fine degli anni Sessanta il vasto e difforme panorama della differenza e dell'esclusione sociale: oggetto della ricerca diventano le categorie economicamente improduttive, quelle che per il pensiero marxista sono totalmente estranee al divenire storico.

    La produzione scientifica di Geremek è nota a livello mondiale: i suoi libri sono di ispirazione e di insegnamento metodologico per chiunque si occupi della cultura urbana, della storia sociale, della storia delle mentalità collettive.

  4. #4
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    Ora aspetto che qualcuno mi parli bene dei polacchi e del loro governo di cialtroni medievali, oscurantisti, maschilisti, omofobi, bigotti, antisemiti, maccartisti, servi di Bush, reazionari e antidemocratici, che si permettono di perseguitare una persona che è stata in prima fila nella lotta contro il colonialismo sovietico. Via dall' Europa questa gente!

  5. #5
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    quoto. la polonia va sanzionata

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    Citazione Originariamente Scritto da willy Visualizza Messaggio
    quoto. la polonia va sanzionata
    Io li butterei fuori

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    Ed ecco spiegato il clima e le persecuzioni (Geremek è ebreo).

    Lettera aperta del Nunzio ai vescovi: "Agite in fretta"
    Il governo copre l'emittente cattolica: "Tutto regolare"
    Polonia, l'anatema del Papa
    "Radio Maria è antisemita"
    Per la radio "Gli ebrei hanno tratto vantaggi economici dall'Olocausto"
    DAL nostro corrispondente ANDREA TARQUINI



    BERLINO- Scontro frontale tra la Santa Sede di Papa Ratzinger e l'ala integralista del cattolicesimo polacco, accusata di antisemitismo e legata a filo doppio al governo nazionalconservatore. In una lettera aperta alla Conferenza episcopale polacca, il Nunzio apostolico monsignor Jozef Kowalczyk chiede ai vescovi di richiamare all'ordine Radio Maria, l'emittente oltranzista guidata dall'irriducibile padre Tadeusz Rydzyk.

    "Abbiamo perso la pazienza", scrive il Nunzio. Nelle stesse ore un eroe della Resistenza antinazista, Marek Edelman, ex dirigente dell'insurrezione del Ghetto di Varsavia contro la Wehrmacht, lanciava un duro appello all'esecutivo: devono stroncare l'ideologia antisemita e xenofoba mandata in onda ogni giorno dalla radio, e se necessario chiuderla. Ma il governo ignora gli appelli: non vediamo alcuna necessità di agire, ha detto il portavoce Konrad Ciesiolkiewicz. "E' ora che i vescovi agiscano con fermezza, il problema è serio", avverte il Nunzio.

    Lo scandalo di Radio Maria divide dunque le due anime della Polonia, quella moderna, liberaldemocratica ed europea e la "Polonia profonda" nazionalconservatrice, diffidente verso l'Europa e il mondo moderno, carica contro la cultura ebraica che fu il motore del Mitteleuropa di un livore che evoca ricordi sinistri. Nella seconda anima del Paese si identificano molti esponenti ed elettori del partito di maggioranza relativa Pis (Legge e Giustizia) del presidente Kaczynski e del premier Marcinkiewicz. L'affare interno diventa così un caso europeo: le affinità tra un esecutivo arciconservatore ed euroscettico e l'emittente che ogni giorno spara a zero sugli ebrei proiettano ombre di incompatibilità sull'integrazione di Varsavia nell'Unione europea.

    L'eroe negativo della storia è un sacerdote dell'ordine dei Redentoristi, padre Tadeuz Rydzyk. Non è anticomunista per valori democratici come lo furono i leader della rivoluzione del 1989: lui rifiuta la Polonia liberale, capitalista, occidentale da loro incarnata. Rifiuta il laicismo ma anche la Chiesa del dialogo, la Chiesa di Wojtyla e Ratzinger. Sogna una Chiesa preconciliare. E soprattutto, vede ovunque nefaste congiure ebraiche contro la nazione cattolica polacca.

    "Gli ebrei hanno tratto vantaggi economici dall'Olocausto", ha sostenuto radio Maria la settimana scorsa. Ha parlato di "gruppi di pressione ebraici, una vera Olocausto SpA". Con oltre tre milioni di ascoltatori, l'emittente ha avuto un ruolo di primo piano alle ultime elezioni parlamentari e presidenziali. Ha aiutato la destra nazionalconservatrice dei gemelli Lech e Jaroslaw Kaczynski (il Pis, appunto) a vincere contro il centrodestra europeista di Donald Tusk, vicino alla Cdu di Angela Merkel. Cortesia ricambiata: i Kaczynski, Marcinkiewicz, i loro ministri e deputati sono spesso ospiti della radio.

    Il governo non vede ragione di agire. Eppure a molti i commenti di Radio Maria ricordano la propaganda nazista. "Gli ebrei vogliono umiliare la Polonia davanti al mondo chiedendole soldi per i beni lasciati nel Paese", "Gli ebrei sono un racket". O ancora: "Gruppi ebraici hanno tentato di intascare tangenti da ambienti politici polacchi in cambio del loro appoggio all'ingresso della Polonia nella Nato".

    O sei un vero patriota e vero cattolico, oppure ebreo e magari anche comunista. Il mondo visto da padre Rydzyk è senza sfumature. Persone a lui vicine hanno anche alluso a connivenze con l'Urss da parte della vecchia guardia di Solidarnosc. Walesa, come i Geremek, i Mazowiecki, i Michnik, gli intellettuali liberal che furono i cervelli della rivoluzione non violenta dell'89. Anche davanti a questo, il governo non si scandalizza. "Nei media bisogna rispettare tutte le voci", dice il portavoce Ciesiolkiewicz.


    (Repubblica-8 aprile 2006)

  8. #8
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    no comment. sempre lì si para.

  9. #9
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    Citazione Originariamente Scritto da willy Visualizza Messaggio
    no comment. sempre lì si para.
    Sì, però a te pare normale che nella comunità europea (che è nata dopo la guerra e il massacro nazista) debba stare uno Stato il cui governo fa una propaganda antisemita paranazista?

  10. #10
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    Citazione Originariamente Scritto da bsiviglia Visualizza Messaggio
    Sì, però a te pare normale che nella comunità europea (che è nata dopo la guerra e il massacro nazista) debba stare uno Stato il cui governo fa una propaganda antisemita paranazista?
    intendevo dire che sempre contro gli ebrei si arriva. pazzesco ancora oggi nel 2007... a 60 anni dall'olocausto. No a me non sembra normale e temo.... come sempre le cose sottovalutate sono le peggiori.

 

 
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