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  1. #11
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    Citazione Originariamente Scritto da Bolivariano Visualizza Messaggio
    Topic straordinario !!!
    Grazie Sandinista..

    Ehhh addirittura!!!!!! .

    Ringraziamo allora tutti quanti i compagni e le compagne che hanno deciso dalle loro celle di condividere parte della loro vita in un momento difficile e di isolamento come quello con noi.

    Comunque grazie a te.

    A luta continua

  2. #12
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    Sono uno dei pericolosi terroristi, oggi per vostra fortuna, rinchiuso in una carcere di “alta sicurezza” a Monza. Il mio nome è Davide Rotondi. Scrivo per dire che sono francamente stupito di vedere solo oggi il dito puntato su Gino Strada ed i suoi collaboratori, per avere contatti “particolari” con i Taleban.
    Dico questo perché non capisco come possa essere sfuggito alla solerte dottoressa Boccassini della Procura Di Milano l’evidente collegamento di Emergency ed il suo fondatore con il sottoscritto, stabilendo con gran gioia l’ennesima prova di collegamenti internazionali atti a sostenere l’impianto accusatorio.
    Sono stato io, infatti, nel lontano 1998 ad invitare (ovviamente in un incontro clandestino mediante telefonate criptate e contro-pedinamenti ineccepibili) gli esponenti veneti di spicco del gruppo Emergency, a tenere una conferenza all’interno dell’ospedale civile di Abano Terme di fronte ad oltre 100 lavoratori della sanità. Oggetto dell’incontro era fare proseliti e spiegare le tecniche ed il tipo di armi usate dal gruppo (bisturi, aghi, per sutura, etc.) nei luoghi caldi ove operava.
    Un dibattito interessante che spiegava, inoltre, l’utilizzo e la costruzione di sofisticati strumenti tecnologici ad alto impatto distruttivo (quali protesi, arti artificiali, carrozzine etc.) ai neofiti terroristi e complici presenti.
    Ancor più strano appare, in questo contesto, che sia sfuggito il collegamento e l’attività di “propaganda armata”, fatta dal sottoscritto con la complicità di una radio popolare, Radio Gamma 5, in cui una sera ebbe luogo un incontro che vide la partecipazione di oltre 150 cittadini e la diretta radio che coinvolse migliaia di ascoltatori sintonizzati, tutti ad ascoltare con attenzione la portavoce di Emergency che ci raccontava quali fossero i legami con i bambini, donne, anziani taliban, afgani, pakistani, anticipando con grande lungimiranza come sia stata possibile, oggi, la liberazione di Daniele Mastrogiacomo, mentre i vari agenti 007 in cappuccio nero (si gli stessi che in 20 sono venuti ad arrestare il sottoscritto in mutande ed il mio cane, questo si terrorizzato) brancolano nel buio degli anfratti afgani.
    Porta pazienza Gino, fino a ieri eri un eroe, sino al momento della liberazione di Mastrogiacomo e con la “comprensione”, ci dice il furbone di D’alema, degli americani. Oggi, tu e i tuoi colleghi dovete rispondere dei rapporti e dei contatti che avete con i “Taleban”. Spero non ti chiudano il “covo” visto che sono anche io uno dei sostenitori-finanziatori, in tutti i casi prova a spiegare a questi studiosi della geometria criminale (in che teorema ti hanno inserito a te?) che le tue porte come le mie, sono aperte al mondo e che non chiedi la carta di identità a chi ti domanda aiuto ed ospitalità.
    La tristezza è pensare che con i soldi dei contribuenti sprecati solo con l’operazione “Tramonto” (oltre 500 agenti, armi, vigili del fuoco, impiegati, magistrati) e si parla di milioni di euro, quante gambe, quante mani, avremmo rimesso in funzione?
    Quante famiglie potevano risollevarsi dalla miseria in cui le nostre bombe le hanno gettate?
    Quanti bambini potrebbero ascoltare fiabe di uccelli colorati che volano in cielo e non di “pappagalli verde” militare che dal cielo cadono sulle loro teste?
    Con sincero affetto, massima solidarietà e ovviamente… fino alla vittoria! (il giorno in cui i pappagalli torneranno ad essere solo pappagalli). Vostro sostenitore e fratello.

    Davide Rotondi.
    Carcere di Monza

    [Lettera pubblicata dal Mattino di Padova, marzo 2007]

    A luta continua

  3. #13
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    Cari compagni,
    io sono in isolamento, i primi 2 giorni ero in una cella in un reparto solo per me, li sono riuscito a fare addirittura mezz’ora d’aria in un cortile poi basta. Adesso invece sono sempre in cella singola, in un reparto con 20 celle di cui 4 sono occupate, non posso parlare con gli altri detenuti e loro non possono vedermi (quando, per andare in doccia passo davanti le loro celle gli chiudono la porta).
    ...mi hanno portato in ospedale a fare un elettroencefalogramma di controllo, con una megascorta con tanto di mitra e giubbotti antiproiettile, c’erano le vecchiette che scappavano per l’ospedale, sembrava fosse arrivato un serial killer!
    ...sono sereno, mi sono abituato all’idea che per un po’ starò qui dentro, mi sono abituato allo stile di vita della galera. Ricevo e rispondo a moltissime lettere e telegrammi, da queste e sento che ho tante persone che mi sostengono e mi stanno vicino, è importante...
    ...ci hanno imprigionati perché comunisti. Perché in un periodo ci crisi generale il governo è in difficoltà, e non può tollerare chi condanna i suoi piani di guerra imperialista, chi lotta contro i suoi attacchi alle condizioni di vita di operai, studenti, masse popolari, chi dà voce a lotte come quella contro la base di Vicenza o per il diritto alla casa. Siamo gente che gli apre troppe contraddizioni, siamo pericolosi perché le masse non ci cascano più ai giochetti di sindacati e rifondaroli ormai sputtanati; perché diciamo che la gente deve alzare la testa e organizzarsi autonomamente per difendere i propri diritti conquistati col sangue e dure lotte. Siamo pericolosi perché dopo gli arresti la gente che ci appoggia è aumentata e gli operai delle nostre fabbriche minacciano di strappare le tessere se, quando tutto sarà finito, il sindacato non vorrà reintegrarci... per questo in questi momenti di repressione non dobbiamo abbatterci ma stringerci ancora più forte con ancora più coraggio e determinazione! Per andare avanti, per non dargliela vinta, per noi prigionieri e per voi li fuori; per i proletari che ogni giorno non sanno come tirà a campà!

    A luta continua

  4. #14
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    2 aprile 2007

    ...si sa che fanno leva sulle nostre debolezze, quando si è in carcere più uno è debole o si mostra indeciso più è trapassato da angherie varie, non ti mollano per farti crollare. Penso che sia anche questo un motivo dei diversi trattamenti tra arrestati, chi ha l’aria collettiva e chi no, chi ha la cella aperta e chi no, a chi la posta arriva subito e a chi addirittura non arriva proprio, a chi i colloqui li concedono senza problemi e chi invece trova sempre intoppi. Tutto ciò condito dalle scarse notizie dal mondo esterno, i pochi rapporti umani, anche solo con altri detenuti, da qualche battutina esilarante di solerti secondini, contribuisce a rendere l’isolamento ancora più duro. Per fortuna però ci sono i compagni che non ci fanno sentire soli, ogni giorno mi arrivano lettere dall’Italia e non, questo ci dà la forza di andare avanti...

    ...IO VIVO DI QUELLE PICCOLE ONDE CHE MI ARRIVANO DAI SASSI CHE LANCIATE VOI FUORI... dalle notizie che mi arrivano vivo di come va il centro, le iniziative, di come stanno le persone a cui tengo... tutti i più piccoli sassolini che lanciano le persone a cui tengo smuovono la monotonia, la calma piatta della galera e mi tengono vivo, attivo. Se tutto si fermasse fuori si fermerebbe anche qui dentro e sarebbe un vero peccato.

    A luta continua

  5. #15
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    SOTZIALISMU! INDIPENDENTZIA!

  6. #16
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    Lettera dal carcere di San Michele (Alessandria)
    Ciao compagni, ho ricevuto l'opuscolo e la cartolina e vi ringrazio molto. Certo che in confronto alle esperienze vissute dai prigionieri in fies la mia è una passeggiata di salute... quasi.
    Comunque anche da noi la repressione non si risparmia nei tentativi di rendere più possibile precaria la condizione morale dei prigionieri, per fiaccarne la resistenza.
    Come sapete sono stato trasferito da Bollate (MI) ad Alessandria con la motivazione che qui c'è un reparto di e.i.v. adatto a me.
    Di fatto con questi trasferimenti improvvisi, la cui destinazione rimane segreta fino all'ultimo, puntano a farti sentire in una condizione di imprevedibile precarietà; impotente, in balia dei carcerieri.
    puntano ad allontanarti ulteriormente per isolarti ancora di più dai tuoi affetti (difficoltà oggettive per i parenti a venire a colloquio), e dagli altri arrestati.
    Adesso poi i colloqui li faccio sorvegliato a vista dagli agenti e la censura è più oppressiva: mi hanno già bloccato 2 lettere, senza motivo perchè poi l'autorità giudiziaria le ha subito sbloccate. Tutto questo per farti sentire il fiato sul collo nei pochi momenti di contatto con la realtà esterna, rendendoli sempre più difficoltosi con la distanza e il ritardo della corrispondenza. D'altra parte continua per me il divieto di incontro con il resto della popolazione detenuta; provvedimento che per altri comincia a sbloccarsi.
    Questo nuovo attacco repressivo non ci stupisce, come non ci ha stupito il 12 febbraio l'uso indiscriminato delle custodie cautelari; sappiamo come funziona la repressione; sono tutte cose già viste e che vedremo ancora. Ma si è visto anche che per quanti siano i loro sforzi non sono mai riusciti a fermare la lotta delle masse e questo ci dà forza per resistere.
    E poi c'è la spolidarietà che è sempre viva e forte a testimonianza che lavoratori, studenti, proletari riconoscono chi è al loro fianco nella lotta in difesa dei loro interessi.
    a pugno chiuso.

    27/4/07
    Max

    Massimiliano Toschi
    via Casale 50/a - 15040 S. Michele, Alessandria (AL).



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  7. #17
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    Lettera dal carcere di San Michele (AL)
    Ciao tosi, ho ricevuto la cartolina per il mio compleanno e anche varie vostre lettere, grazie a tutti ma ricordatevi che in galera porta sfiga festeggiare i compleanni. Ho sentito del generatore, siete riusciti a capire chi è stato? Magari gli sbirri. Stamattina doveva venire a trovarmi xxxx, mi ero tutto rasato, pulito, fatto bello e porco dio alle 9 mi prendono e trasferiscono ad Alessandria. Nobili.
    Quando sono arrivati mi hanno detto che in 10 minuti dovevo mettere in 2 sacchetti quello che ci stava e che il resto me lo spediranno loro (chissà se è vero e chissà quando arriverà). La scusa era che nel nuovo posto (segreto fino all'arrivo) non accettavano più di due sporte di bagagli in entrata. Naturalmente se l'erano inventati. Oltre ai disagi del trasferimento, oltre al portarmi più distante dalle persone che mi vengono a trovare, oltre a rendere le visite degli avvocati più laboriose per loro, non capisco quale sia il motivo del cambio di prigione mio (o dello sparpagliamento se anche altri sono stati trasferiti).
    Quello di Alessandria è un carcere più piccolo di quelli di Milano ma ha un bel repartone di E.I.V. dove ultimamente ci sono state lotte di detenuti contro le nuove restrizioni, e relativi pestaggi (forse qualcuno di voi era anche venuto al recente presidio qui sotto).
    La pacchia di Bollate è finita e non rivedrò più i miei amici animali. Anche qua comunque la fauna non manca, tra scarafaggi e brespe ne ho già accoppati una decina.
    Prima di farmi la branda ho dovuto scrostare il muro per non svegliarmi domani mattina con le croste di colore sul muso. Par forsa, i ga dà el biancon insima el lavabie!
    Per il resto le guardie sono tranquille (quelle che ho visto). Il pranzo me lo servono i detenuti, cosa che a Bollate non succedeva e da quando sono arrivato, tramite gli appuntati mi hanno fatto avere scottex, 2 caffè, merendine, salame, formaggio, etc. Un'accoglienza niente male insomma.
    E' appena entrato in cella un appuntato con le mani dietro la schiena e non capivo che cazzo aveva; quando è arrivato vicino a me ha tirato fuori un martello e questo mi ha fatto un attimo impernsierire. Invece si è messo a battere le sbarre delle finestre per vedere a che punto erano i miei lavori di seghetto.
    Per ora non pare che la mia condizione sia cambiata: sono sempre in isolamento, in regime di alta sorveglianza, non credo mi abbiano promosso E.I.V.. Si sono informati se a Bollate facevo ore di socialità e mi hanno detto che domani mi diranno cosa posso e cosa non posso fare.
    Intanto sono qui in una cella al II piano, sotto di me ho i camini delle cucine, mi pare di vivere dentro un Mc Donald. Davanti ho l'orto della prigione e una fantastica vista sui colli alessandrini (se esistono).
    Vi abbraccio tutti e tutte

    Max

    TOSCHI MASSIMILIANO C/O CASA DI RECLUSIONE
    VIA CASALE 50/A - 15040 SAN MICHELE (ALESSANDRIA)



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  8. #18
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    Lettera dal carcere di San Michele (AL)
    E' bello leggere le lettere dei compagni e farle circolare perchè danno una forza notevole. In particolare quelle di max hanno il dono dell'ironia e che questa venga da un compagno in carcere ci da ancora più stimolo a sviluppare la solidarietà.
    Stanno cercando di bloccare la comunicazione con i compagni molte sono le lettere sparite o bloccate (questo riguarda tutti i compagni, non solo Max).
    Attrezziamoci e mobilitiamoci per impedirlo!

    parentieamici@libero.it

    ***

    Ciao tosi, come va? Qui uno spettacolo.
    Continuano a bloccarmi posta, l'altro ieri hanno fermato una lettera dell'Amarilli e una di Fiorina. In compenso devono ancora sbloccarmi quella della Moki, che è da un mese che se la tengono. Chissà cossa se ga inventà de scrivare!? [chissà cosa si sono inventate di scrivere!] (Saluto). Ormai le lettere dei compagni le bloccano quasi tutte, quando non spariscono direttamente; per non parlare degli opuscoli: se li sono tenuti tutti; i versarà un c.doc. anca iori [apriranno un centro di documentazione anche loro!]. Praticamente passano solo le lettere dei parenti e amici "normali"; se poi sono di persone critiche verso di noi arrivano in un lampo: una di mia madre ci ha messo 1 giorno! Complimenti!
    Come vi ho detto la sezione E.I.V. di Alessandria è piccola e di conseguenza trascurata. Adesso qui siamo 6 sfigati e molte cose che spettano ai detenuti secondo l'ordinamento penitenziario, non ci vengono date: il campo da calcio, la scuola, la palestra; i cubi per l'aria non sono regolari (troppo piccoli), etc...
    Tanta gente che è qui viene dal 41 bis, lì hai meno telefonate e colloqui (con il vetro) ma tutti dicono che le strutture e le condizioni erano molto meglio.
    Gli altri detenuti, da quando sono qui, hanno fatto più volte presente le varie mancanze ma non hanno mai ottenuto risposte.
    Quando mi hanno trasferito qui abbiamo fatto domanda di poter usare la saletta della socialità anche nelle ore d'aria in più di un detenuto per volta. Durante la socialità infatti, oltre che passeggiare su e giù per il corridoio della sezione, puoi andare anche in una saletta dove c'è il ping-pong, una cyclette, i giochi (dama, risiko, etc...). In questa saletta potevi andarci anche nelle ore d'aria (se pioveva o se ne avevi voglia) ma solo un detenuto per volta. All'aria si va tutti insieme e così invece se pioveva dovevi dividerti le ore d'aria in 6 e in più non potevi giocare a ping-pong, etc... perchè, come è noto, per 'ste cose converrebbe essere almeno in due. Oggi finalmente la risposta è arrivata: avvertendo prima si può andare durante le ore d'aria anche in più di uno alla volta... Evviva!!! In compenso però durante la socialità non possiamo più passeggiare per il corridoio; tutti chiusi in saletta dato che ci piace tanto!?! Peccato che la saletta, col ping-pong aperto, avrà si e no un metro tutto intorno di spazio e quindi uno si siede sulla cyclette, un altro sulle scatole dei giochi, e in 6 persone non ti muovi neanche... Nobili!!! Oggi, saputa la notiziona, ci siamo tutti rifiutati di uscire alla socialità e vedremo domani se qualche "anima pia" verrà su a parlare con noi. Che bello, mi pare di essere tornato in fabbrica a fare gli scioperi... Adesso si che mi sento a casa mia... Lo so che rispetto a come stavo prima adesso dovrei solo baciare le mani ad ogni guardia che vedo, ma sapete come sono fatti 'sti operai, ogni scusa xe bona par fare sciopero, no i xe mai contenti! [ogni scusa è buona per fare sciopero, non sono mai contenti!] L'unica, impercettibile differenza è che in fabbrica scioperando facevi perdere soldi al padrone; qui invece te la prendi gioiosamente in culo privandoti anche dei pochi diritti che ti rimangono. Va beh, vedremo, e poi anche con gli scioperi perdi la paga.

    Bacio tutti/e.
    La lotta non si arresta!

    17/5/07
    Max



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  9. #19
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    Lettera dal carcere di San Vittore (MI)
    Care compagne e compagni,
    mi mancate tutti tantissimo e non potete immaginare quanto vorrei essere con voi in due giornate, il 25 aprile e il I maggio, che fanno parte del nostro patrimonio di comunisti.
    Giornate in cui dobbiamo far sventolare la bandiera rossa con rinnovato amore pensando ai tanti compagni, partigiani, antifascisti e lavoratori che sono caduti lottando per una società migliore.
    Tanti pennivendoli hanno provato in questi anni a infangare il nome di chi ha dato la vita per liberare la nostra terra dalle catene del fascismo.
    Non è un caso che tanta energia venga impegnata per dare voce al revisionismo storico che vuole da un lato negare la forza e il coraggio della Resistenza e dall'altro vuole far passare da liberatore l'esercito americano.
    Tutto questo è funzionale per legittimare la guerra imperialista in Iraq e in Afghanistan e per rendere più accettabile l'occupazione USA in Italia che si concretizza con quasi 200 basi militari (tra USA e NATO). Basi che il governo dello zio Sam non ha nessuna intenzione di abbandonare dopo 60 anni, ma anzi vuole potenziare (basta pensare a Vicenza).
    Ma c'è un altro importante obbiettivo: creare un clima di desolidarizzazione con tutti quei popoli che oggi, quotidianamente, resistono alle bombe, alle aggressioni, alle umiliazioni che le truppe "democratiche", NATO o USA che siano, compiono nei paesi finiti nel mirino dell'imperialismo occidentale. Ma la borghesia imperialista mostra il suo volto fascista anche in politica interna. Basta pensare ai CPT, alle lotte soffocate da sindacati sempre più legati ai padroni invece che ai lavoratori, alla legittimazione sempre più eclatante di movimenti e partiti che inneggiando al duce, tra il silenzio complice delle istituzioni, si stanno macchiando sempre più spesso di aggressioni, pestaggi e assassini conditi da una vergognosa propaganda reazionaria.
    Per non parlare, cari compagni e compagne, della repressione feroce che la borghesia riserva a chi si oppone a tutto questo, a chi ha il coraggio di gridare, lo dimostra il numero di comunisti, anarchici e antimperialisti rinchiusi nelle carceri e il trattamento che a noi viene riservato.
    Non è questa la società che vogliamo consegnare ai nostri figli. Per questo non possiamo che unirci al grido degli sfruttati, il futuro è nelle nostre mani.
    Gli ideali di libertà che hanno guidato tanti partigiani e partigiane non devono cadere nel fango di un fascismo cammuffato.

    Con infinito amore
    A pugno chiuso

    Amarilli

    P.S. ORA E SEMPRE RESISTENZA!!!

    15/04/07



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  10. #20
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    Lettera dal carcere di San Vittore
    Un saluto a tutti voi,
    vi ringrazio per il libro sulla rivoluzione nepalese, utile ed interessante di una situazione di cui si sa sempre troppo poco.
    Ho pure ricevuto il numero 0 di "Solidarietà", contenente diversi scritti di coimputati coinvolti in quest'operazione, oltre al mio che vi avevo spedito. A questo fine specifico preciso che le parole saltate erano "acclarato" rispetto al "...contributo SISDE..." e "sbracamento" rispetto all'atteggiamento della "sinistra radicale". Poco male, il senso generale non ne ha risentito.
    Ho pure ricevuto una cartolina da Padova riguardo a un'iniziativa-concerto. Faccio questo elenco puntiglioso a scanso di equivoci, visto che qualcosa è mancato nella mia corrispondenza.
    Per quanto mi riguarda, sono sempre nella stessa situazione, cioè in isolamento morbido se si può dire. Anche perché ogni tanto mi capita in cella qualcuno con reati associativi appena arrestato. Faccio comunque regolarmente colloqui con parenti ed avvocati.
    Noto che c'è sempre un'attenzione sulla nostra inchiesta da parte di media e autorità varie, ultima ma non ultima, il ministero degli interni. Soprattutto la sorpresa, se così si può dire, è verso tutte le manifestazioni, anche minime, di solidarietà nei nostri confronti. In realtà la sorpresa è parziale ed ipocrita, alla borghesia dominante è ben chiaro che le sue politiche ferocemente di classe ed antipopolari non possono non venir contestate dai proletari che le subiscono. Nonostante tutti gli sforzi di farle passare per giuste, ineluttabili, necessarie. Ma sono necessarie solo al mantenimento dei profitti e dei privilegi di lor signori. Leggo oggi su "Repubblica" che l'amministratore delegato di Capitalia, tale Arpé, superfluo dopo la fusione con Unicredito, avrà una buona uscita di trentacinque (35) milioni d'euri.
    Che dire, se non fare, tramite vostro i miei auguri significanti la mia partecipazione morale, alle iniziative contro il "41 bis" e la visita di Bush in Italia.

    Saluti comunisti

    22 Maggio
    Bruno

    http://www.autprol.org/




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