Nuove minacce al presidente della Conferenza episcopale italiana monsignor Angelo Bagnasco. Venerdì ha ricevuto un plico al cui interno c'erano un proiettile e una sua foto con una svastica disegnata a mano. Il questore di Genova Salvatore Presenti ritiene che l'episodio non sia tale da far alzare ulteriormente la soglia di attenzione ma la scorta assegnata all'arcivescovo all'indomani delle prime scritte intimidatorie è stata rafforzata: ora il prelato è accompagnato da tre agenti della Digos, due seduti con lui in auto, il terzo a bordo di un'altra vettura al seguito. Dal canto suo, ambienti autorevoli vicini alla Conferenza episcopale italiana sostengono che l'invio di un proiettile a monsignor Bagnasco, "è un gesto intimidatorio che si commenta da sè", ma la Chiesa italiana non vuole "enfatizzare l'episodio" nè "alimentare alcuna forma di scontro", che del resto "non ha mai cercato".
La busta con il proiettile è arrivata negli uffici della segreteria della curia di Genova, in piazza Matteotti, con posta ordinaria e indirizzata direttamente a monsignor Bagnasco. Secondo quanto scrive il Corriere Mercantile, è stata aperta da un collaboratore della segreteria insieme con altre decine di lettere. All'interno c'erano un proiettile e una foto che ritrae l'arcivescovo, a quanto sembra ritagliata da un quotidiano, con una svastica disegnata a pennarello. Nel plico non c'erano altri messaggi né rivendicazioni. Il presidente della Cei è stato avvertito della minaccia qualche ora dopo, al suo rientro a Genova da una visita a Milano.
I reperti sono stati subito sequestrati dalla Digos che li ha consegnati agli esperti della polizia scientifica per verificare se ci sono tracce che consentano di risalire all'autore della minaccia. Secondo indiscrezioni, il proiettile è di piccolo calibro. Ancora non si sa però da dove è stata spedita la lettera.
L'inquietante minaccia segue un mese di tensioni segnato dalle scritte comparse in diverse città, offese e insulti all'arcivescovo di Genova dopo la sua dura presa di posizione contro le unioni di fatto.
Parlando di quest'ultimo atto intimidatorio, il portavoce della diocesi di Genova, Carlo Arcolao, ha gettato acqua sul fuoco: "La maggioranza dei cittadini è con l'arcivescovo che è amato ed apprezzato anche dalle forze politiche e dai rappresentanti religiosi della città. Le minacce arrivano da piccoli gruppi di autoesaltati che hanno come referenti solo se stessi".
Concordi i commenti pronunciati dai politici che hanno espresso piena solidarietà al presidente della Cei. "Le minacce quasi quotidiane a monsignor Bagnasco stanno assumendo contorni sempre più inquietanti", ha detto il capogruppo di Fi al Senato Renato Schifani. Sempre da Forza Italia Paolo Bonaiuti, portavoce dell'ex premier Silvio Berlusconi, usa parole di sostegno a monsignor Bagnasco, "oggetto ancora una volta di una ignobile minaccia". E Luca Volontè, capogruppo dell'Udc alla Camera, chiede al ministro degli Interni che riferisca in Parlamento, mentre Pier Ferdinando Casini aggiunge: "La Chiesa italiana non si farà certo intimidire". E se il ministro della Giustizia Clemente Mastella "siamo di fronte a un elemento di ideologismo e di un laicismo fortemente esasperato", il titolare dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio parla di "vile gesto", di atti "che avvelenano la democrazia e vanno condannati senza esitazione alcuna".
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C'è chi vuole intimidire pesantemente la Chiesa e i suoi più alti rappresentanti;si è arrivati persino alle neanche tanto velate minacce di morte al presidente della Cei Bagnasco, "reo" di aver espresso la posizione cattolica circa la questione dei Dico e delle unioni di fatto.
Sappiano questi delinquenti che il mondo cattolico non subirà supinamente queste gravi minacce e andrà avanti per la sua strada: la difesa dei valori prima di tutto.