Per una ricerca che sto facendo vorrei chiedere un informazione: cosa pensa la sinistra moderata di Hugo Chavez?
Lo considerate un modello socialista compiuto?Siete lontani da lui?...Lo ammmirate o vi lascia indifferenti? grazie
Socialismo democratico
Hugo Chávez (a sinistra) e Lula (a destra)
Chávez, Kirchner e Lula a Brasilia
Il 30 gennaio 2005, parlando al Convegno internazionale del Social Forum a Porto Alegre, in Brasile, Chávez offrì il suo aiuto alla causa no-global, dichiarandosi, inoltre, favorevole a un socialismo patriottico e democratico che "deve essere umanista e deve mettere gli esseri umani e non le macchine in condizioni di superiorià nei confronti di tutto e di tutti", concetto ribadito anche nella successiva riunione del suo governo, svoltasi nel febbraio del 2005.
L'azione di Chávez in realtà non risponde a un'ideologia ben definita e coerente: in generale il suo pensiero accoglie elementi del nazionalismo e del socialismo ed ha come riferimento principale la figura di Simón Bolívar.
È bene tener presente che quando Chávez parla di "Pueblo" non si riferisce al popolo in generale, poiché il Venezuela risulta diviso in "ciudad" (città), "barrios" (quartieri), "pueblos" e "ranchitos" (molto simili alle favelas brasiliane). Il Pueblo costituisce una parte ben definita della popolazione, che insieme ai ranchitos, in cui vivono ex immigrati clandestini di origine cilena, colombiana e boliviana, costituiscono una considerevole fetta di popolazione. Chávez ha promosso una serie di attività volte al recupero di alcune zone abitate, migliorando la situazione di mumerose comunità indigenti.
Se per gli oppositori interni ed esterni e per gran parte dei media internazionali il governo di Chávez s'incentra su di una lotta costante contro le fasce più alte della popolazione, indistintamente da come abbiano costruito la loro ricchezza, secondo altri osservatori e studiosi delle problematiche del Sud America, la politica chaviana mira al risanamento delle condizioni socioeconomiche disastrose della stragrande maggioranza dei venezuelani, provocate da decenni governi sottomessi alle oligarchie ed alla politica estera neocoloniale degli Stati Uniti e di molti altri paesi occidentali ricchi.
[La politica estera
Chávez iniziò ad operare per il rafforzamento dell'OPEP (l'Organización de Países Exportadores de Petróleo; l'acronimo inglese è OPEC), anche grazie al miglioramento delle relazioni diplomatiche con tutti i paesi membri (dove si recò personalmente), anche quelli invisi agli USA. L'integrazione vera e solidale, finalizzata allo sviluppo socioeconomico, tra i vari Stati del Sud America è stata da sempre la cifra della politica estera di Chávez.
Questa politica non piace agli USA ed alle multinazionali del petrolio che vedono indebolirsi la loro egemonia nell'area, inoltre l'amicizia tra Venezuela e Cuba (che vede ad esempio lo scambio tra la fornitura di petrolio venezuelano a prezzi vantaggiosi ed il supporto della competenza medica cubana nell'ambito dei piani di miglioramento delle condizioni sanitarie del Venezuela, ma anche della Bolivia e di altri paesi) viene vista con sospetto ed utilizzata dall'opposizione per discreditare Chávez.
Inizia anche la guerra tra la ALCA (Area di Libero Commercio delle Americhe) voluta dagli USA e la ALBA (Alternativa Bolivariana para América Latina y el Caribe) voluta da Chávez. Alto traguardo ottenuto con la nuova costituzione è stato quello di mettere il punto finale sulla questione del petrolio venezuelano, che adesso è e resterà per sempre come patrimonio inalienabile della nazione.
La politica interna
La sua politica interna è definita spesso "populista" dai suoi avversari ed oppositori (è stato paragonato persino a Hitler e Mussolini) ed etichettata come "Castro-comunista" nonostante le evidenti e sostanziali differenze espresse anche dal testo della nuova Costituzione Bolivariana. Il rapporto che Chávez ha costruito con la popolazione è del tutto particolare: i diseredati di sempre stanno ritrovando una propria dignità ed una migliore consapevolezza dei propri diritti: se nel 1998 quasi nessun venezuelano conosceva la Costituzione, oggi tutti ne possiedono almeno una copia.
Vengono spesso sottolineate, dalla stampa nazionale ed internazionale ostile al nuovo corso chavista, le misure prese dal presidente venezuelano per consolidare il proprio governo, come una legge che punisce severamente l'uso dei media privati per calunnie ed istigazioni alla violenza contro il governo, tutt'altro che infrequenti sui canali televisivi privati e sulla carta stampata in Venezuela. È stata inoltre cambiata la composizione della Corte Suprema con la nomina di 17 nuovi magistrati più vicini al regime ed includendone uno che ha recentemente suggerito un emendamento alla Costituzione che permetterebbe al leader bolivariano di prolungare il proprio mandato presidenziale. Tuttavia, i sostenitori del governo sottolineano che la Corte Suprema precedentemente in carica era la stessa che ratificò passivamente il colpo di Stato dell'aprile del 2002.
Chávez cita spesso anche Ezequiel Zamora, il cui slogan era “tierra y hombres libres” e per questo cerca di consolidare una vasta riforma agraria.
In 7 anni di governo Chávez un milione e 406 mila venezuelani hanno imparato a leggere e scrivere in un anno e mezzo, e nel giro di poco tempo, agli stessi ritmi, il paese potrà dichiararsi libero dall'analfabetismo e tre milioni di venezuelani prima esclusi a causa della povertà, sono stati inseriti nell'educazione primaria, secondaria ed universitaria. Diciassette milioni di venezuelani (quasi il 70% della popolazione) ricevono, per la prima volta nella storia del Venezuela, assistenza medica e medicinali gratuiti e, in pochi anni, nelle intenzioni governative tutti i venezuelani avranno accesso gratuito all'assistenza medica. Si somministrano più di 1 milione e 700 mila tonnellate di alimenti a prezzi modici a 12 milioni di persone (quasi la metà dei venezuelani), un milione dei quali li ricevano gratuitamente, in forma transitoria. La questione è centrale in un Paese come il Venezuela dove le persone sottonutrite sono cresciute dal 1992 al 2003 del 7%, raggiungendo la cifra di 4,5 milioni.
I problemi sociali ed economici del Paese non si possono tuttavia dire risolti. Se il tasso di disoccupazione rimane all'8,9% (2006), la popolazione sotto la soglia di povertà, per quanto sia diminuita, è ancora pari al 37,9% nel 2005.
L'opposizione afferma anche che 248 cittadini siano sotto processo per delitti di carattere politico, quali aver organizzato le manifestazioni dell'opposizione o aver apertamente dissentito da Chávez e dai suoi metodi. Queste affermazioni vengono respinte dai chavisti, che in alcuni affermano trattarsi piuttosto di golpisti coinvolti nei vari tentati complotti per il rovesciamento del governo legittimo.
Il 2 marzo 2007 ha dichiarato che sarebbe necessario l'insegnamento del socialismo nelle scuole e abolire l'ora di religione.