MILANO - L'Eni ha acquisito le attività upstream nel Golfo del Messico della Dominion, una delle maggiori compagnie energetiche americane quotata al New York Stock Exchange. La transazione - informa una nota - ha un valore complessivo di 4,757 miliardi di dollari.
PRODUZIONE - Lo annuncia lo stesso gruppo italiano in una nota, nella quale aggiunge che l'operazione permetterà di aumentare nel secondo trimestre di quest'anno la produzione nel Golfo a 110.000 barili equivalente al giorno dagli attuali 36.000. Dal 2007 al 2010 la produzione dei giacimenti acquisiti raggiungerà mediamente i 75.000 barili al giorno. Le riserve provate e probabili di Eni saliranno di 222 milioni di barili a un costo di 18,4 dollari al barile.
GIACIMENTI - Tra i giacimenti che Eni rileva con l'operazione, figurano i campi produttivi di Devils Towers, Triton e Goldfinger (operati di Eni con la quota del 75%), e quelli esplorativi di Front Runner (37,5% Eni), San Jacinto (operato da Eni con la quota del 53,3%), Q (50% Eni), Spiderman (36,7% Eni) e Thunderhawk (25%Eni). Questi giacimenti rappresenteranno il 70% delle riserve complessivamente acquisite da Eni nell'operazione. Inoltre, Eni incrementerà ulteriormente il proprio portafoglio esplorativo nel Golfo del Messico grazie a nuove licenze con un significativo potenziale produttivo. L'operazione è subordinata alle necessarie approvazioni governative, all'esercizio di diritti di prelazione entro 30 giorni dalla notifica (che riguardano meno del 5% delle riserve complessive) e ad altre condizioni consuetudinarie. Il completamento della transazione è atteso per il 2 luglio 2007.

STRATEGIA - «Questa acquisizione - ha dichiarato Paolo Scaroni - è un'operazione al centro della nostra strategia. Aumentiamo le nostre produzioni, realizziamo importanti sinergie con le altre attività Eni negli Usa, raggiungiamo la taglia dimensionale necessaria per le nostre operazioni nel Golfo del Messico, e mettiamo a profitto tecnologie, competenze ed esperienze di Eni nell'off-shore e nell'off-shore profondo. Questa acquisizione di assets petroliferi che segue quelle fatte in questo scorcio del 2007 in Congo, Angola, Alaska e Russia costituisce un ulteriore
passo nella nostra strategia di crescita».




30 aprile 2007