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delmo
BOLOGNA - Tre lettere a firma del PCC (Partito Comunista Combattente), in cui si annunciano 'nuove azioni di guerra', sono state recapitate in mattinata alle redazioni bolognesi dei quotidiani 'Il Resto del Carlino', 'La Repubblica' e 'Il Corriere di Bologna'.
Nelle missive, che a quanto si è appreso sarebbero identiche, si fa riferimento alla formazione del Partito Democratico, definito espressione della 'borghesia imperialista'. Le lettere si concludono con l'annuncio che 'le azioni di guerra partiranno da Bologna', il cui sindaco viene definito 'simbolo trasversale' degli intrecci fra politica, sindacato, potere economico e chiesa. L'attendibilità delle lettere è al vaglio della Digos che ha avviato le indagini.
DUBBI DEGLI INQUIRENTI SULL'ATTENDIBILITA'
Gli investigatori dell' Antiterrorismo nutrono perplessità sulla vera natura terroristica della missiva, di una pagina, giunta ad alcune redazioni bolognesi e siglata Pcc. Anche se il linquaggio viene definito "appropriato" ci sono dubbi che si tratti dell'emanazione di un gruppo organizzato. Il documento dovrà essere ancora analizzato, ma ci sono alcuni passaggi del testo che fanno dubitare sulla sua natura brigatista, in particolare nel suo riferimento "locale" alla figura del sindaco di Bologna Sergio Cofferati.
IL TESTO DELLE LETTERE PCC ARRIVATE A BOLOGNA
Questo il testo integrale delle lettere firmate dal Pcc (partito comunista combattente) arrivate alle redazioni di alcuni quotidiani bolognesi. "La formazione del Partito Democratico costituisce la definitiva stabilizzazione del processo di alternanza tra coalizioni politiche rappresentanti la borghesia imperialista non solo costituendo le condizioni per rafforzarne il dominio nei confronti delle istanze proletarie, ma come progettualità politica traversale agli schieramenti governanti con il fine di favorire la concentrazione capitalistica potenziando le possibilità di accumulo e lo sfruttamento del lavoro salariato aumentando la ricattabilità dei lavoratori con l'intervento dello Stato a mediare nell'antagonismo tra le classi", si legge nel paragrafo iniziale. "L'attuale fase di costruzione del Partito Comunista Combattente - è il secondo paragrafo - permette di considerare realizzata l'analisi scientifica dello Stato borghese anche nelle proprie articolazioni repressive giuridico-militari e ha come conseguenza l'avvio della stagione rivoluzionaria di lunga durata che vedrà coniugati il politico tramite la riappropriazione proletaria dei mezzi di produzione e la lotta armata con un livello di violenza adeguato alla distruzione dell'apparato statale colpendo gli alfieri dell'alternanza governante".
E ancora: "Tutte le avanguardie rivoluzionarie che hanno concorso alla costituzione del Pcc hanno raggiunto la maturità strategica per realizzare la linea politica di disarticolazione dello Stato borghese per mezzo della guerra di classe". "Tutte le avanguardie rivoluzionarie sono pronte ad attaccare lo Stato a partire dai rappresentanti centrali e locali del potere borghese, del corporativismo, dello sfruttamento della classe lavoratrice internazionale". Il testo poi conclude: "Le azioni di guerra partiranno da Bologna, città simbolo della presa di potere borghese neoconsociativista razzista il cui sindaco Sergio Cofferati è l'emblema della trasversalità tra politica, sindacati, potere economico e chiesa".
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