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    Predefinito Cacciate quel senatore!

    Nicola Di Girolamo, senatore del Pdl (area ex An) eletto in Belgio nelle liste dei candidati all’estero, è protagonista della storia più imbarazzante, vergognosa, ridicola e drammatica al tempo stesso, di cui ci sia mai capitato di leggere e scrivere a proposito di un parlamentare della Repubblica.
    Siamo certi che lui non è l’unico malfattore che si sia seduto, e sieda, sui banchi del Parlamento.
    Ma anche a non fare gli schizzinosi, anche a essere garantisti duri e puri, c’è un limite al buon senso, ancor prima che all’ingiustizia, oltre il quale non si può e non si deve andare.
    In quel suo truffare elettori e colleghi eletti (non era residente all’estero, ha falsificato i documenti prima e le schede poi), in quel suo vendersi a mafiosi senza neppure il coraggio del mascalzone vero, in quel farsi trattare da cameriere dal boss di turno, c’è tutta la pochezza e l’indignità dell’uomo.

    Gli facciamo un appello: si dimetta, senatore, subito, provi almeno una volta nella vita che cosa vuol dire avere un sussulto di orgoglio e di rispetto per gli altri, in questo caso il Paese intero.
    Non sarà perdonato, ma disprezzato un po’ meno sì. Lo faccia prima che i suoi colleghi siano costretti a licenziarla e consegnarla a chi dovrà giustamente ammanettarla. Si prenda almeno questa responsabilità.

    O almeno questo ci auguriamo, perché già una volta Di Girolamo venne salvato da una richiesta di arresto dal voto del Senato.
    La notizia passò quasi inosservata.
    Era il settembre del 2008 e la giunta per l’immunità valutò il caso brogli elettorali che coinvolgevano il senatore. A noi sembrò la solita guerra di veleni e mezze verità nella lotta tra candidati eletti ed esclusi.
    Ben 204 senatori (Pd, Pdl e Lega al completo) respinsero l’assalto dei magistrati e si tennero il furbetto.
    Ovvio, cane non mangia cane, onorevole non ammazza onorevole perché non si sa mai. Oggi tocca a te, domani potrei essere io ad aver bisogno.
    Si chiama «casta», e ne conosciamo purtroppo bene logiche e omertà.

    In passato solo quattro volte venne dato il via libera agli arresti di un affiliato, si trattava di eletti conclamati assassini e stragisti.
    A leggere oggi quelle carte su Di Girolamo, unite a quelle nuove, c’è da rabbrividire.
    Andava consegnato senza esitazioni.
    E allora facciamo un secondo appello, questa volta ai senatori: non scherziamo, casta o non casta concedete l’autorizzazione all’arresto.
    Il Paese non sopporterebbe un nuovo affronto.

    dal IlGiornale.it - Le ultime notizie, attualità, politica, economia, meteo 27-02-2010

    saluti

  2. #2
    Bacchettona del forum
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    Predefinito Rif: Cacciate quel senatore!

    Premesso che secondo me lo scranno di senatore a Di Girolamo grida vendetta al cielo, non capisco perché lui sia "condannato" a priori. Dove è finito tutto il garantismo di Feltri?

    Perché le carte e le intercettazioni su questo losco figuro dovrebbero essere più veritiere di quelle riguardanti Bertolaso o delle deposizioni in aula contro Dell'Utri?

    Teniamoci stretti, che c'è vento forte.

    Io sono per la chirurgia etica: bisogna rifarsi il senno.

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  3. #3
    ex unalei
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    Predefinito Rif: Cacciate quel senatore!

    Citazione Originariamente Scritto da mustang Visualizza Messaggio
    Nicola Di Girolamo, senatore del Pdl (area ex An) eletto in Belgio nelle liste dei candidati all’estero, è protagonista della storia più imbarazzante, vergognosa, ridicola e drammatica al tempo stesso, di cui ci sia mai capitato di leggere e scrivere a proposito di un parlamentare della Repubblica.
    Siamo certi che lui non è l’unico malfattore che si sia seduto, e sieda, sui banchi del Parlamento.
    Ma anche a non fare gli schizzinosi, anche a essere garantisti duri e puri, c’è un limite al buon senso, ancor prima che all’ingiustizia, oltre il quale non si può e non si deve andare.
    In quel suo truffare elettori e colleghi eletti (non era residente all’estero, ha falsificato i documenti prima e le schede poi), in quel suo vendersi a mafiosi senza neppure il coraggio del mascalzone vero, in quel farsi trattare da cameriere dal boss di turno, c’è tutta la pochezza e l’indignità dell’uomo.

    Gli facciamo un appello: si dimetta, senatore, subito, provi almeno una volta nella vita che cosa vuol dire avere un sussulto di orgoglio e di rispetto per gli altri, in questo caso il Paese intero.
    Non sarà perdonato, ma disprezzato un po’ meno sì. Lo faccia prima che i suoi colleghi siano costretti a licenziarla e consegnarla a chi dovrà giustamente ammanettarla. Si prenda almeno questa responsabilità.

    O almeno questo ci auguriamo, perché già una volta Di Girolamo venne salvato da una richiesta di arresto dal voto del Senato.
    La notizia passò quasi inosservata.
    Era il settembre del 2008 e la giunta per l’immunità valutò il caso brogli elettorali che coinvolgevano il senatore. A noi sembrò la solita guerra di veleni e mezze verità nella lotta tra candidati eletti ed esclusi.
    Ben 204 senatori (Pd, Pdl e Lega al completo) respinsero l’assalto dei magistrati e si tennero il furbetto.
    Ovvio, cane non mangia cane, onorevole non ammazza onorevole perché non si sa mai. Oggi tocca a te, domani potrei essere io ad aver bisogno.
    Si chiama «casta», e ne conosciamo purtroppo bene logiche e omertà.

    In passato solo quattro volte venne dato il via libera agli arresti di un affiliato, si trattava di eletti conclamati assassini e stragisti.
    A leggere oggi quelle carte su Di Girolamo, unite a quelle nuove, c’è da rabbrividire.
    Andava consegnato senza esitazioni.
    E allora facciamo un secondo appello, questa volta ai senatori: non scherziamo, casta o non casta concedete l’autorizzazione all’arresto.
    Il Paese non sopporterebbe un nuovo affronto.

    dal IlGiornale.it - Le ultime notizie, attualità, politica, economia, meteo 27-02-2010

    saluti
    ecco il link

    Appello: cacciate il senatore amico dei boss - Interni - ilGiornale.it del 27-02-2010
    Ultima modifica di miluna; 27-02-10 alle 19:31
    Sono l'unica persona al mondo che vorrei conoscere a fondo

 

 

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