tempo fa mi capitò di salvare da qualche sito internet (non ricordo quale) questo breve estratto:
Mi è capitato di assistere a un mistero tessalico eseguito da autentici montanari di quella regione. (...) Erano uomini che indossavano pelli di capra e brache di cuoio di cavallo (...) portavano appesi alla vita e alle gambe grappoli di campanacci di diversa dimensione e forma, soltanto che, invece di una maschera da capra, calzavano in viso una maschera da cavallo. Anzi, si trattava del muso di un cavallo svuotato del cranio; rimaneva solo la pelle, trattata in modo da risultare compatta ed elastica al tempo stesso come per le maschere mitiche dei sileni che accompagnavano Dioniso nelle feste arcaiche.
In quell'occasione il mito risultava ancora chiaro. Si trattava proprio della rappresentazione del sacrificio di Dioniso che si offre prigioniero al dio degli inferi, Pluto, che ha rapito sua sorella Kora, la primavera, in cambio della di lei restituzione per due terzi dell'anno onde Kora possa risalire sulla Terra e ridare splendore, nonché vita e amore, all'intero creato.
Nella grande pantomima ho riconosciuto Dioniso bambino nelle braccia di sua madre Demetra, la grande dea della terra, il terribile Pluto, dio delle tenebre, e poi sileni, satiri e baccanti, e ancora Dioniso adulto nei panni di un eremita. Ho anche seguito la scena in cui un gruppo di anziani, da un carro, impone ai giovani di trainarlo e alle donne di spingere. Nella scena successiva i giovani si ribellano, riescono a sostituirsi ai vecchi e obbligano poi altri giovani a prendere il loro posto. Le donne non cambiano mai il proprio ruolo, sempre condannate a spingere.
E, per finire, ecco la scena della morte dell'Eremita-Dioniso e della sua resurrezione, che si svolge in due tempi. Prima, il cadavere viene gettato nel fango, impiastricciato, rotolato nella creta melmosa e quindi immerso nell'abbeveratoio per gli animali. Acqua e fango gli ridanno la vita. In altre forme rituali Dioniso muore dopo essersi trasformato in capro
(tratto da Dario Fo "Dioniso ed i mammuttones", Manuale minimo dell'attore, Einaudi, 1987)
ricordo che nell'articolo l'autore parlava anche di rituali dal sapore dionisiaco tutt'oggi in uso, anche se chiaramente privati del loro significato originario, in sardegna... qualcuno dispone di maggiori informazioni??