http://www.corriere.it/Primo_Piano/P...a_vanity.shtml
Il leader della Lega Nord, 65 anni, si racconta a Vanity Fair
Bossi: Prima della malattia ero una belva
Il Senatùr: «Quando tornai a casa scoppiai a piangere. Senza mia moglie Manuela non so come avrei fatto. Ora mi arrabbio di meno»
MILANO - Umberto Bossi, per la prima volta, racconta quanto lo ha cambiato la malattia che lo colpì l'11 marzo del 2004. Il leader della Lega si confessa in un'intervista a Vanity Fair. Si parla delle donne del Senatùr. E si incomincia dalla «sua» Manuela (Manuela Marrone, 53 anni, maestra elementare, ndr) e di come la moglie sia stata fondamentale in quel periodo. « Sì, la Manuela è stata brava. Se non ci fosse stata lei durante la mia malattia, non so come avrei fatto». Bossi riavvolge il nastro e va indietro a quei giorni bui. «Molte cose me le hanno raccontate. Per esempio, mi hanno detto che la Manuela ha voluto studiare le mie cartelle cliniche e ha deciso lei di farmi trasferire in Svizzera».
LA MALATTIA - Era ancora cosciente quando quella mattina è arrivato in ospedale, chiede il giornalista di Vanity? «Sì. Avendo studiato Medicina, avevo provato a muovere braccia e gambe e funzionava tutto. Invece, quando mi sono risvegliato, non funzionava più niente. Allora ho chiesto: Ma che cosa mi avete fatto? Pensando che si trattasse di un infarto, mi avevano fatto una coronarografia. Ma io l'avevo detto subito, appena arrivato a Varese, che non era un infarto: non avevo sentito dolore, avevo solo un'insufficienza respiratoria. Invece mi hanno fatto quell'esame che mi ha provocato tutto il casino al cervello».
IL RITORNO A CASA - Il momento più emozionante è stato quando ha fato ritorno nella sua casa a Gemonio. «Prima di arrivare c'è una curva strettissima. Abbiamo girato e l'ho vista. Mi sono messo a piangere abbracciato alla casa». Quanto alla malattia «ti cambia sì, ti obbliga a cambiare. Io prima ero una belva, un motore a scoppio che andava sempre, potevo stare una settimana senza dormire; giravo tutte le piazze del Nord Italia senza mai fermarmi, ero capace di andare a Pordenone e tornare di notte in macchina da solo, in automatico. Quando eravamo sotto elezioni, poi, scrivevo tutto il giornale da solo in due giorni. Queste cose non le posso fare più». Bossi se la prende con il suo corpo che ha ceduto, che l'ha mollato. «Mi arrabbio, sì. Vede, prima io non ero mai stato malato in vita mia. Però so che se esageri può saltare tutto. Fumavo due pacchetti di sigarette al giorno. Adesso fumo il toscano. Alcol no, sono astemio, ho sempre bevuto solo Coca-Cola; zucchero e caffeina ti danno energia». È cambiato anche il suo approccio alla politica. «Mi arrabbio di meno. Prima cadevo in tutte le trappole, ora ho imparato a guardare solo alle cose importanti. Ormai capisco perché si dicono certe cose, perché si fanno certe scelte. Riesco a essere distaccato, a non farmi travolgere».
15 maggio 2007