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  1. #11
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    Citazione Originariamente Scritto da denty Visualizza Messaggio
    ROMA - La legislazione vigente comprende la riforma Maroni che prevede lo scalone dal 2008 e la riforma Dini con la revisione dei coefficienti. Se si modificano questi aspetti si rompe l'equilibrio finanziario del sistema pensionistico. Lo ha detto il ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa al tavolo di confronto in corso con le parti sociali sulle pensioni.
    Il gradone è iniquo e va trasformato in gradini; la destra poteva essere più coraggiosa e meno vigliacca; poteva fare una riforma che gradualmente alzava l'età pensionabilie con gradini a partire dal 2003 (nessuno l'avrebbe toccata); ma ha preferito fare una riforma che partisse da una data successiva alle elezioni (2008); fregandosene del fatto che lo si faceva se con un ingiusto ed iniquo gradone.

  2. #12
    denty
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    ROMA, 9 MAG - In tema pensioni si deve affrontare la revisione al ribasso dei coefficienti, sul quale il Governo vuole "aprire un confronto", dice Damiano. "Il congelamento dei coefficienti di trasformazione potrebbe essere un'ipotesi", risponde Angeletti della Uil, affermando poi che "il sistema ha bisogno solo d'aggiustamenti e non di riforme epocali". Confindustria invece "non ritiene utile mettere mano ai coefficienti se significa pesare sulla finanza pubblica", afferma Beretta.

  3. #13
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    Citazione Originariamente Scritto da Dav. c. G. Visualizza Messaggio
    Infatti la sinistra fa, al contrario della destra; è stato così finora per le riforme pensionistiche già fatte, è stato così per le liberalizzazioni, sarà così per la nuova riforma pensionistica: che però deve tutelare i più deboli, al contrario di quella di Maroni.
    i deboli si devono dare una svegliata..lo stato puo' mica fare da balia..
    la riforma dini e' stata inutile,una riforma che non da' risultati significativi.lo scalone e' corretto perche' qualcuno deve pagare questi errori..

  4. #14
    denty
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    Citazione Originariamente Scritto da denty Visualizza Messaggio
    ROMA - "Le dichiarazioni di Padoa Schioppa non rappresentano né la posizione dell'Unione né possono rappresentare la posizione del governo. E' una assurdità cominciare una trattativa con le parti sociali portando una posizione pericolosa per la stessa coesione del governo". Lo afferma Gennaro Migliore, capogruppo del Prc. "Padoa Schioppa - prosegue - già l'anno scorso voleva tagliare le pensioni: è stato sconfitto una volta e la sua proposta non passerà neanche questa. Purtroppo, però, le sue esternazioni hanno un altissimo costo. Ogni volta che parla il ministro dell'Economia ci sono migliaia di lavoratori che decidono di anticipare il loro pensionamento".

    "Il vero costo della politica che bisognerebbe ridurre da parte del governo sottolinea Migliore è dato dalle dichiarazioni non concordate e non condivise di Tommaso Padoa Schioppa. Le decisioni sulle risorse devono essere una scelta condivisa e collegiale, non sono il terreno su cui può esercitare il solo ministro dell'Economia". "Ora conclude il capogruppo di Rifondazione - bisogna invertire l'ordine dei fattori: al risanamento vadano 2,5 miliardi, al risarcimento sociale 7,5".
    noto che nessun sinistro ha notato, o ha voluto notare, le parole di Migliore...

  5. #15
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    Citazione Originariamente Scritto da pellizza1802 Visualizza Messaggio
    i deboli si devono dare una svegliata..lo stato puo' mica fare da balia..
    la riforma dini e' stata inutile,una riforma che non da' risultati significativi.lo scalone e' corretto perche' qualcuno deve pagare questi errori..
    La riforma Dini non ha dato e non dà risultati significativi?


    La riforma Dini (preceduta da quella di Amato e seguita da quella di Prodi) ha portato gradualmente l'età minima da 52 a 57 anni; ha ridotto in pratica i coefficienti del retributivo istituendo la media delle retribuzioni dal 1993 in poi, nel calcolo pensionistico;
    ha istituito il sistema misto e contributivo con i coefficienti di trasformazione rivedibili ogni 10 anni (a proposito la revisione dei coefficienti andava fatta a fine 2005; i vigliacchi della destra hanno preferito lasciare nelle mani di altri la patata bollente; Berlusconi si è limitato a promettere alla UE il cambio dei coefficienti da parte del governo successivo); più di cento miliardi risparmiati finora e altre centinaia nei prossimi anni.

    Perchè chi è nato dal 1951 in poi deve pagare gli errori di Maroni e Berlusconi, così di botto? Molto meglio la gradualità nelle riforme pensionistiche; ma la gradualità non doveva subire interruzioni (come è accaduto dal 2003 al 2008).

  6. #16
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    Citazione Originariamente Scritto da denty Visualizza Messaggio
    noto che nessun sinistro ha notato, o ha voluto notare, le parole di Migliore...
    Sarebbe molto più saggio analizzare la legge che andrà in vigore più che le esternazioni di questo o quello.

  7. #17
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    Solitudine nel governo
    Il ministro dell'Economia messo alla prova dalla sua maggioranza

    Il ministro dell'Economia ci riprova. In un'intervista alla "Repubblica" che anticipa il confronto con le parti sociali apertosi in queste ore, Padoa - Schioppa ha detto senza tanti giri di parole che "i sindacati lo devono capire. La riforma delle pensioni va fatta, è un'occasione da non perdere". E ha aggiunto: "questa volta anche a Epifani, Bonanni e Angeletti chiedo di essere ambiziosi e coraggiosi e di vincere la battaglia in casa loro invece di portarla sempre in casa d'altri". Per concludere: "il negoziato non può durare in eterno, va chiuso in fretta". Ora, che il ministro abbia ragione da vendere non c'è nemmeno bisogno di sottolinearlo: il negoziato è già in una condizione di ritardo insopportabile, soprattutto visto che il governo aveva fatto sapere che entro febbraio avrebbe messo a punto il piano per la riforma della previdenza, mentre siamo già a maggio. Ma almeno possiamo apprezzare la determinazione. Diamo atto al professor Padoa - Schioppa di averne a sufficienza e, cosa altrettanto importante, di non scoraggiarsi. Questo è lo spirito necessario per cimentarsi con una materia tanto delicata e aspra senza perdere le penne.



    Vorremmo però ricordare al ministro che, per una volta, non si può chiedere solo al sindacato di mostrarsi responsabile. Perché il sindacato fa il suo mestiere: gli interessi delle categorie che rappresenta non sempre coincidono con quelli del Paese. Il governo ha dunque qualche dovere in più a proposito, e troppo spesso il sindacato ha puntato i piedi solo perché il governo ha mostrato indecisione, o peggio ancora, un desiderio di capitolazione. Cosa ha sempre detto Epifani in questi mesi? Che se il governo non aveva una posizione univoca in materia pensionistica, egli nemmeno si sarebbe seduto al tavolo. Sarà pure stata una posizione strumentale fin che si vuole quella del segretario della Cgil, ma era una posizione corretta. Il leader del principale sindacato dei lavoratori ha il sacrosanto diritto, oltre che il dovere, di pretendere una posizione univoca del governo. Soprattutto se la posizione del ministro dell'Economia, quella del ministro del Welfare, quella del ministro del Lavoro, erano tutte fra loro divergenti. Ci scusiamo se abbiamo omesso qualche altro importante titolare dell'esecutivo.

    E finalmente parla solo Padoa - Schioppa. Un buon segno. Dovrebbe significare che il premier lo sostiene e che la maggioranza si è piegata alle sue ragioni. Magari non perché è convinta davvero dei passi da intraprendere, ma forse solo per opportunità elettoralistica. Si vota in molti comuni d'Italia e non conviene dare l'idea che il governo sia diviso anche su un tema di questa rilevanza, oltre che sui gay.

    Visto che a noi interessano i risultati prima ancora del modo in cui questi si conseguono, se il ministro dell'Economia riuscisse a convincere della bontà delle sue tesi colleghi e sindacati, egli otterrebbe un successo di cui non potremmo che congratularci. Attenzione però: perché Padoa - Schioppa, riferendosi al tesoretto, dice che in fondo i contrasti sulla utilizzazione dello stesso non sono così ampi. E' un parlare da politico consumato, ma crediamo che egli veda bene invece le distanze che tuttora sussistono e di come queste distanze persistano * tutte - anche sulla riforma pensionistica. Va a suo merito non aver rinunciato a giocare la partita e stare fermo al tavolo pronto a rilanciare.

    Ci ricordiamo, infatti, di come un presidente del Consiglio, che nel 1999 disponeva della nostra fiducia, annunciata una consistente riforma della previdenza, una volta incassato il no del sindacato, soprassedesse sui suoi intenti come se si trattasse non dei destini del paese ma di una semplice bagatella. Anche per quel suo comportamento non avemmo tante remore ad abbandonare la coalizione a cui appartenevamo e a fare scelte diverse. Siamo quindi ben felici di sostenere, per quello che possiamo, il ministro dell'Economia nei suoi intenti, indipendentemente da un giudizio complessivo sull'esecutivo e sulla maggioranza, che pure non ci persuadono affatto.

    Le pensioni sono un tema capitale e, quale sia il percorso compiuto dal governo finora, una riforma sarebbe fatto significativo di grande importanza che nessuno potrebbe permettersi di sottovalutare. E' chiaro altresì che un nuovo fallimento avrebbe conseguenze deleterie per il paese e per chi vedrebbe così sprecato vanamente il suo prestigio, la sua intelligenza e le sue energie.

    Roma, 9 maggio 2007

    tratto da http://www.pri.it

 

 
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