Nel Brasile delle favelas e dei bambini costretti fin dalla più tenera età a raccogliere granchi nelle spiagge putride per sopravvivere alla fame stò Papa è stato solo capace di tirar fuori la sacralità della famiglia, del matrimonio cattolico, la polemica contro i laici, la demonizzazione dei gay
Combattere la povertà, il «disavanzo storico di sviluppo sociale», l’indigenza e la «disuguaglianza nella distribuzione del reddito». Questo l’obiettivo. Ma come fare? Il Papa va alla radice del problema e suggerisce: «È necessario formare nelle classi politiche ed imprenditoriali un genuino spirito di veracità e onestà» e far sì che «coloro che hanno un determinato potere di decisione» assumano «pienamente» le proprie responsabilità e «sappiano dare un volto umano e solidale all’economia».
Di fronte a un Brasile lacerato dalle differenze sociali, dove i ricchi schiacciono gli ultimi, i poveri, i senza tetto, i favelanti, Benedetto XVI riflette sul tema della giustizia sociale. E dice: «Non costituisce affatto una novità la constatazione che il vostro Paese convive con un disavanzo storico di sviluppo sociale le cui tracce estreme sono il vasto contingente di brasiliani che vivono in situazione di indigenza ed una disuguaglianza nella distribuzione del reddito, che arriva a livelli molto elevati». Alla Chiesa «spetta promuovere la ricerca di soluzioni nuove e colme di spirito cristiano. Una visione dell’economia e dei problemi sociali, dalla prospettiva della dottrina sociale della Chiesa, porta a considerare le cose sempre dal punto di vista della dignità dell’uomo, che trascende il semplice gioco dei fattori economici. Bisogna, quindi - suggerisce il pontefice -lavorare instancabilmente a favore della formazione dei politici, come anche di tutti i brasiliani che hanno un determinato potere di decisione, grande o piccolo che sia, ed in genere di tutti i membri della società, in modo tale che assumano pienamente le proprie responsabilità e sappiano dare un volto umano e solidale all’economia».
I soliti luoghi comuni. Una chiesa sessuofobica chiede l'astinenza ai giovani, manda fuori sulla strada migliaia e migliaia di preti sposati e, all'opposto, mantiene al suo interno i preti pedofili. Spande odio in Italia contro i gay e le legittime richieste dei medesimi, cerca di influenzare in modo vergognoso i politici contro i "di.co", nega pretestuosamente alla donna il sacerdozio e favorisce la diffusione dell'aids e l'aborto con la sua politica contraria agli anticoncezionali.
Sessuofobia vera e propria, che tanti allocchi fingono di non riconoscere.
no all'odio sì all'amore....certo certo