Armi di distrazione di massa
23/11/2005 - AAM Terra Nuova

a cura di David Edwards (traduzione da "ECOLOGIST")

Quando capitate in una grande edicola, dove sono esposte centinaia e centinaia di riviste e giornali multicolori che trattano dei più svariati argomenti, provate ad osservare attentamente i titoli. Anche se apparentemente la varietà degli argomenti è grande, hanno molti tratti in comune: sono tutti prodotti da grandi gruppi editoriali, il cui unico scopo è il profitto. Sono giornali pieni di pubblicità e quasi nessuno parla di temi cruciali, di ambiente o di diritti umani.
Apparentemente, le opzioni sono infinite, ma in realtà non c’è nessuna scelta: siamo solo liberi di scegliere fra migliaia di prodotti analoghi, fra migliaia di prospettive tutte però legate al fatto di essere “business-friendly”, cioè legate a una visione del mondo che ritiene "normale" un consumo illimitato di prodotti standardizzati ed alienati e che accetta l’attuale stato delle cose o che al massimo si limita ad una sua critica superficiale.

Le vie che sostengono lo status quo sono dovunque e come l'aria che respiriamo non si notano. Al di là di queste verità necessarie vi sono soltanto silenzi sinistri - sinistri perché è in questi silenzi che vengono partoriti molti degli orrori e delle ingiustizie del nostro mondo.
Nella nostra grande edicola possiamo allora immaginare un'intera grande parete dedicata alle riviste che si pongono domande critiche sul mondo economico e finanziario attuale.

Niente di particolarmente astuto o "intellettuale", niente di complesso, solo domande che un qualunque uomo della strada può porsi, come: Quando potremo contare su una reale libertà di stampa? Chi è il responsabile dell’attuale situazione? Com’è stato possibile che ciò si verificasse? Quali sono le minacce alla libertà ora? Il conformismo della nostra libera stampa dipendente dalla pubblicità?